Viaggio nel tempo e negli spazi di Carpineto, Toscana
Seguo l’azienda Carpineto da diversi anni, una realtà che consente diversi spunti di riflessione su un territorio nel suo insieme, sia in termini enoturistici sia rispetto alla trasversalità del Sangiovese nelle sue diverse declinazioni toscane.
Fondata nel 1967 da Antonio Mario Zaccheo, è oggi gestita insieme alla famiglia Sacchet con vigneti di proprietà in prestigiose aree della Toscana: Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano, Brunello di Montalcino insieme a Alto Valdarno e Maremma.
Oggi, con le seconde generazioni, il quadro si è ampliato ma non è solo una questione di numeri (siamo a oltre 200 Ha) ma di visioni e sviluppi. La sostenibilità è al centro, a partire dall’ecocompatibilità della struttura che conta anche su un lago artificiale nel caso di Montepulciano. A Montalcino si piazzano a ben 500 m s.l.m. e a Greve in Chianti si trova il cuore storico dell’azienda, dove tutto ebbe inizio nel ‘67, e solo per citare le più rinomate.
Dopo alcune capatine in azienda, in particolare in Val di Chiana nell’Appodiato di Montepulciano, la tenuta del Vino Nobile, icona aziendale, ho avuto modo di provare le ultime annate per un’ampia panoramica.
Oltre a una delle più recenti uscite, il Dogajolo Rosa, rosato di Sangiovese: ramato, austero, diretto e versatile che l’azienda spinge molto in abbinamento alla pizza proprio per richiamare l’amore per Napoli di Antonio Mario Zaccheo, è inutile ricordare che il 95% della produzione si concentra sui rossi.
Per i classici riprendo il percorso nel tempo che mi ha portato attraverso le denominazioni: dal Chianti Classico Riserva 2018 in ottimo equilibrio e in linea con la Gran Selezione 2020 di maggiore concentrazione e maturità; al Brunello di Montalcino 2019 di cui spicca il passo agevole rispetto alla versione Riserva 2018 dal naso più profondo e “scuro” a partire dal frutto per un palato imponente con tannino in fase di integrazione; poi il mio preferito, il Vino Nobile Riserva 2018, annata corrente e unica versione aziendale: stratificato al naso con marasca e cacao su erbette per un sorso importante con tannino ben levigato. Sempre dal territorio di Montepulciano viene fuori il Poggio Sant’Enrico che nasce nel 1998 come primo Sangiovese in purezza di questo territoriodando il via al progetto dedicato ai cru e quindi agli Appodiati di Carpineto di cui ho provato il 2012: speziato, evoluto, materico. Mentre il “Farnito” (2015, annata corrente) è arrotondato dalle varietà internazionali, incluso il Merlot, che lo rendono più immediato.
Davvero un bel viaggio.
Scheda del 10 giugno 2020
di Antonio Di Spirito
Antonio Mario Zaccheo negli anni ’60 già frequentava la zona del Chianti e lo produceva. In quel periodo, per via della fine della mezzadria, molti terreni, vitati e non, erano disponibili sul mercato ed a prezzi stracciati; ed allora lui comprò un piccolo podere nel comune di Greve in Chianti che si chiamava, appunto, Carpineto. Le tecniche ed i mezzi di vinificazione erano un po’ arretrati, l’acciaio costava molto e lui, pur provenendo da una famiglia di agricoltori-viticoltori pugliesi, non era un enologo. Cercò e trovò un giovane appena diplomato alla scuola di enologia di Valdobbiadene, Gian Carlo Sacchet. Insieme, contando solo sulle loro forze, fondarono la Carpineto col proposito di produrre il migliore Chianti Classico che il “terroir” potesse offrire ed applicando le tecniche più all’avanguardia nei processi produttivi, aumentando gli standard qualitativi dell’epoca e tracciando per primi un sentiero.
Oggi l’azienda è fortemente imperniata sulle due famiglie originarie; le nuove generazioni sono già entrate in azienda: Caterina Sacchet (enologa), Elisabetta Sacchet, Francesca Zaccheo, Antonio Michael Zaccheo (Export Manager); ed è già pronta la terza generazione: Anton Zaccheo!
E’ proprietaria di 500 ettari di terreno, suddivisi in 5 aziende di cui 3 in DOCG, le denominazioni più importanti della regione (Chianti Classico, Vino Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino), dei quali 12 ettari di uliveti e 200 ettari di vigneti che si estendono su cinque diverse Aziende denominate Appodiati: Montepulciano, Montalcino, Gaville, Dudda e Gavorrano. Queste 5 aziende contribuiscono alla produzione di 3 milioni di bottiglie, suddivisi in 30 etichette in tre linee di produzione. Il grosso dell’esportazione è diretto all’estero verso oltre 70 Paesi, Canada e Stati Uniti in testa, anche se ultimamente si registra un recupero verso il mercato nazionale.
Modello di ecosostenibilità: sono positivi all’impronta di Carbonio (producono meno Anidride carbonica di quanta ne assorbono), producono 150 Kw di energia elettrica con pannelli solari e/o da fonti rinnovabili in misura maggiore al proprio fabbisogno, riutilizzano le acque reflue, non usano additivi per la stabilizzazione dei vini.
Durante l’ultima Anteprime Toscane, che si è svolta regolarmente il 20/02/2020 nonostante le prime avvisaglie del covid-19, si è tenuta la tradizionale degustazione in azienda con l’assaggio di alcune fra le migliori etichette: due mini verticali di Nobile di Montepulciano Riserva.
Vino Nobile di Montepulciano Riserva
Per i vini Riserva, generalmente, vengono utilizzati i vitigni prugnolo gentile per 80-90%; per il saldo si usa canaiolo, colorino e mammolo.
Annata 2015
I profumi sono nitidi ed intensi, prima la viola, poi la prugna ed, infine, una decisa nota mentolata; il sorso è fruttato, fresco, succoso e corposo; i tannini sono soffici, poi la speziatura chiude in equilibrio l’agile sorso.
Annata 2010
Profumi di viola e frutta rossa matura; il sorso è molto tannico, ma avvolgente e fresco, scorrevole ed intenso; chiude con una leggera speziatura.
Annata 2005
Profumi di frutta rossa, erbe aromatiche e note balsamiche; il tannino è imponente, ma il sorso è fruttato, succoso e fresco. Ha ancora molto davanti!
Annata 1998
Si capisce subito che in questo calice abbiamo un vino con qualche anno: i profumi di viola appassita e prugna sono accompagnati da piacevoli note terziarie di china e note iodate; il sorso è tannico, succoso, fresco, sapido e speziato.
Appodiato -Vigneto di Poggio Sant’Enrico – Vino Nobile di Montepulciano
Uno dei Cru aziendali, ha debuttato inizialmente (1998) come IGT, diventato poi una Riserva.
Annata 2015
Ancora molto giovane questo vino; profuma di viole e prugna, ma già manifesta note iodate; il tannino è levigato, il sorso è succoso, fruttato, fresco e speziato.
Annata 2010
Marasca, prugna e carrube compongono lo spettro olfattivo; al palato è fruttato, succoso, sapido e fresco, il tannino è levigato, il sorso è piacevole, speziato e lungo.
Annata 2005
I profumi di viola e prugna sono accompagnati da note balsamiche; il sorso è concentrato e materico, il tannino è levigato, è fresco e succoso, mantiene una ottima freschezza.
Annata 1998
Profumi intensi di prugna accompagnati da una forte nota di pietra focaia; il sorso è fresco, sapido e succoso, il tannino è levigato e regala una leggera speziatura in chiusura.