Carciofo di Schito, ossia il carciofo violetto di Castellammare


Piazzetta Milu'. Il carciofo

Piazzetta Milu’. Il carciofo

Carciofo Violetto di Schito
Castellammare

Veronelli dopo averlo provato in uno dei suoi giri se ne innamorò arrivando a parlare di cru, un termine che si usa per le produzioni più eccellenti di vino: aveva conosciuto il carciofo dell’antica Pompei, coltivato in una zona particolarmente vocata che ancora oggi si chiama «gli orti di Schito». Per gli abitanti dell’agro vesuviano questo carciofo dal colore violaceo si raccoglie tra febbraio e maggio, a seconda dell’andamento della stagione ed è per questo associato alla Pasqua, anzi, alla Pasquetta.

Ancora oggi, nell’immensa, fertile e popolosa area che dal Vesuvio arriva sino a Nocera ai bordi delle strade si trovano i carciofi arrostiti al momento, preparati sin dalla mattina. Per molti è l’odore della scampagnata del Lunedì in Albis, per tutti è un prodotto salutare che si associa molto bene alle carni oppure alle uova attraverso le mille preparazioni elaborate nel corso dei secoli dalla cucina familiare che non buttava via nulla.

A cominciare dai gambi, in dialetto turzilli, serviti all’insalata oppure fritti. Spesso il carciofo è una sorta di piatto che viene farcito con ogni ben di Dio, dal formaggio alla carne macinata, oppure, più semplicemente, con pan grattato, prezzemolo, aglio e un filo d’olio prima di essere passato al forno o sulla brace.

Tipiche di questo territorio le coppette di terracotta costruite dagli stessi contadini e messe sopra il carciofo per proteggerlo dai raggi del sole. La principale caratteristica del carciofo è rappresentata dall’antica tecnica colturale che ancora viene praticata.  La tenerezza delle foglie e il chiarore del carciofo sono dovute proprio alla presenza delle coppette che proteggono l’ortaggio dai raggi solari.

Gerani, Lo Spiedo, gamberi scottati al lemon grass con carciofo di Schito in diverse consistenze, chips, crema e arrosttito

Il carciofo di Schito, ancora oggi celebrato nel quartiere Annunziata di cui fa parte l’areale, è considerato da sempre tra i più pregiati proprio per le sue caratteristiche: privo di spine, ricco di ferro e di potassio che assorbe dal suolo vulcanico, sempre molto saporito. Da un punto di vista tecnico, il carciofo violetto è un sottotipo della varietà Romanesco da cui si differenzia per la produzione anticipata e, appunto, per il colore delle foglie che sono verdi con forti e pronunciate sfumature viola.

Carciofo Violetto di Schito

LE PROPRIETA’ DEL CARCIOFO DI SCHITO

 

Negli anni ’60 e ’70  l’attore Ernesto Calindri interpreto dei Carosello con il Cynar giocando sugli effetti benefici di questo liquore ricavato dai carciofi.

In effetti i carciofi (non il liquore ovviamente) sono davvero i migliori alleati della salute in quanto fonte i potassio e sali di ferro. Contengono un principio attivo, la cinarina, che favorisce la diuresi e la secrezione biliare. Protettori del fegato, i carciofi provocano un aumento del flusso biliare e sono molto indicati nella dieta dei diabetici. L’infuso preparato con le foglie di carciofo, cui possono essere associate altre erbe, è davvero miracoloso dal punto di vista di stimolazione della diuresi ed eliminazione delle tossine: il sapore è molto amaro, ma il beneficio è assicurato. I carciofi sono anche tra gli alimenti con il più alto contenuto di fibre, utili quindi per la regolarità intestinale.Il carciofo è un alimento che ha effetto positivo anche sul sistema cardiocircolatorio, in quanto si tratta di un alimento ipocolesterolemizzante.
 
Carciofo di Schito