Capet Restaurant a Barcellona, Armando Alvarez e la spesa quotidiana
Capet Restaurant a Barcellona
Carrer del Cometa, 5, Ciutat Vella
Tel.+34 937 20 44 21
Sempre aperto
Oggi siamo nel cuore antico della città, proprio a ridosso della fantastica Cattedrale costruita fra il XIII e il XV secolo su precedenti chiese paleocristiane sul Monte Tabor, la parte più elevata della città vecchia. In una traversa c’è questo angolo gastronomico messo in piedi da Armando Alvarez nel 2018. Armando mastica cucina nel ristorante di famiglia a Puerto la Cruz, poi dopo aver fatto esperienza in alcuni locali della capitale catalana.
Capet è un posto intimo, frequentato da clientela locale e da turisti più attenti perchè segnalato dalla Michelin. Al centro, circondata dai tavoli, la cucina bene in vista con posti al bancone. Armando, fra uno spadellamento e l’altro, non è un cuoco che se la tira e se vede il vostro bicchiere vuoto lo colmerà con un sorriso.
Lo stile della cucina è personale, soprattutto la linea di mare punta alla freschezza e a valorizzare l’essenzialità del prodotto mentre quella di carne risente della influenza francese con l’uso di salse. la filosofia è quella del mercato e benchè ci sia un menu scritto il nostro consiglio è sempre quello di guardare la lavagnetta, a meno che voi non abbiate una voglia precisa. Noi volevamo fortemente la terrina di coniglio, squisita, e il piccione appena scottato, servito intero e da finire con le mani intingendo nella sua salsa.
Non manca qualche spunto italiano con la pasta fresca, tortelli ripieni e addirittura cannelloni con ripieno di carne e contorno di funghi.
Il servizio è attento, piacevole, sorridente. La carta dei vini, come in quasi tutta Barcellona ormai, soprattutto in questi bistrot d’autore, ma non solo, volge al naturale e noi puntiamo dritti su un orange wine, segnati a parte nella carta perchè completa bene l’abbinamento di terra quanto di mare e di orto.
Una cucina vera, di padella e di fuoco, ben eseguita nei dettagli a cominciare dalla paella con la tipica caramellizzazione senza la quale, ci dice Armando, non è considerata riuscita.
Ce ne usciamo pieni e soddisfatti: piatti golosi, senza pippe mentali, ben eseguiti, forse con un eccesso di sale per i miei gusti ma qui, come a Napoli del resto, piace la caratterizzazione del salato nei piatti.
Spenderete, vino compreso sui 100 euro. Ma con due piatti e entree difficilmente superate i 60.