Cantine sul mare da Ponza a Castellabate: girare in barca tra le undici più belle vigne italiane
Cantine sul mare da girare in barca da Ponza a Castellabate nel Cilento, il sogno di ogni critico di vino. Ecco il post dello scorso anno per Garantito igp
La vita di giornalisti e critici del vino, quelli che degustano live e non solo nelle sale autoptiche, viene spesa gran parte in auto. Visto i costi di benzina, autovelox, tasse, meccanici, assicurazioni, direi che è un modo per tagliare le spese è quello di prendersi un bel gozzetto e girare via mare.
Scherzi a parte, ma neanche tanto, questa è l’idea di un itinerario diverso per noi Igp veri lupi di vino: vi guido in un breve ma straordinario viaggio partendo da Ponza e arrivando nel mio Cilento, passando per qualche località scelta a caso: Ischia, Capri, Napoli, Vesuvio, Sorrento, Positano, Amalfi, Paestum. Insomma, l’avete capito, nel tratto di costa italiano più famoso al mondo. Capitan Macchi è in cabina a testare i vini, Roberto Giuliani al fiocco e spinnaker (che usa di bolina), Stefano Tesi al timone, Kyle Phillips alla randa e stramba in continuazione, Lorenzo Colombo da buon nordico cura la logistica da terra seguendoci via Skype mentre io faccio il mozzo, ossia mi godo la traversata:-)
C’è anche un clandestino a bordo: è Pasquale Porcelli.
Buon divertimento.
Ponza, Antiche Cantine Migliaccio
In realtà partiamo da Ponza dopo aver fatto rifornimento da Pascucci a Fiumicino. Le isole facevano parte del Regno delle Due Sicilie ed è qui che scopriamo una delle più belle realtà, estreme. La località Fieno di Ponza è su una piccola collina tra Chiaia di luna ed il Faro, praticamente rimasta incontaminata grazie alla mancanza di vie di comunicazione agevoli, infatti è raggiungibile solo attraverso una stretta mulattiera e dopo almeno 40 minuti di cammino. La famiglia Migliaccio possiede qui due ettari di vigneto dal lontano 1731, ricevuti in enfiteusi perpetua da Carlo di Borbone, sui quali impiantarono biancolella, per’ ‘e palummo, forastera ed aglianico, vitigni tipici dell’isola d’Ischia dalla quale appunto provengono i proprietari. Ci godiamo allora un Fieno sull’insalata ‘e purpo.
www.fienodiponza.com
Ischia, Giardini Arimei
Da Ponza puntiamo direttamente su Ischia, a Forio. Qui, alle falde dell’Epomeo ci godiamo la nuova e bellissima azienda Giardini Arimei dei fratelli Muratori. Siamo su terreni micorrizati e quindi di una viticoltura eco simbiotica, nessun agente chimico o concime e si fa solo sovescio. Su una parte del vigneto poi, circa un ettaro e mezzo, le micorrize sono anche sulle foglie: eliminati qui anche i trattamenti con rame e zolfo. Il lavoro molto articolato che si svolge in azienda, fatto da Francesco Iacono, assieme a Serena Gusmeri, responsabile tecnico, punta su un’agricoltura sostenibile che coniughi la scienza alle conoscenze biodinamiche seguendone le fasi. L’obiettivo è di avere il minor impatto possibile e riportare “l’umanesimo in vigna” con l’uomo come protagonista cosciente. Distratti dalla bellezza del paesaggio incombe alle nostre spalle il monte Epomeo. Alzando gli occhi verso le imponenti rocce notiamo sbuffi bianchi che lenti si dissolvono nel cielo: sono le fumarole, tant’è che proprio Francesco Iacono ci tiene a parlare di “viticoltura Termale”. Ci godiamo il restauro spettacolare e guardiamo il mare. Tutto è fermo, solo il pensiero del bello che ci aspetta ci fa tornare in barca.
www.arcipelagomuratori.it
Napoli, la vigna di Rosiello a Posillipo
Navigando di lasco sfruttiamo il maestrale benefico dell’estate e arriviamo spediti a Mergellina dopo aver sfiorato Procida e Capo Posillipo. Spiego all’equipaggio che Napoli, tra le metropoli europee, è quella che ha la maggiore estensione di vigne: c’è quella del gallerista Morra a Castel Sant’Elmo, di Cantina Astroni e Raffaele Moccia ad Agnano. Sui Camaldoli Vigne di Parthenope. Noi ci dirigiamo da Salvatore Varriale, patròn di Rosiello con i suoi quattro ettari da cui sembra di toccare Capri con mano. Tracanniamo il suo Piedirosso Santo Strato sullo spaghetto al pomodoro e facciamo provvista di Uva Rosa per le traversate che ci aspettano.
www.aziendavarriale.it
Terzigno, Villa Dora
Navighiamo costa costa e arriviamo a Castellammare. Siamo in uno dei posti più turistici del mondo: il Vesuvio e Pompei. Voglio far provare all’equipaggio l’effetto culla che si ha guardando il Golfo dall’alto, quando durante la salita si abbracciano con lo sguardo Capri, Sorrento e Napoli. Siamo ospiti della famiglia Ambrosio, impegnata soprattutto nel campo dell’olio ma che qui, a un tiro di schioppo dagli Scavi, ha acquisito una proprietà che conduce in modo biologico. Straordinari i suoi bianchi, una delle due aziende, l’altra è Mastroberardino, che offre annate vecchie di Vigna del Vulcano, da uva coda di volpe e falanghina cambiando la percezione del Lacryma Christi. Ce lo beviamo su una sessantina di frittatine di maccheroni fatte con i bucatini di Gerardo di Nola da Salvatore Salvo, giovane e valente pizzaiolo di san Giorgio a Cremano.
www.cantinevilladora.it
Capri, Scala Fenicia
Qui Pasquale trova finalmente qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere nel suo amato slang barese: l’enologo è Giuseppe Pizzolante Leuzzi. Per fare viticoltura a Capri ci vuole soprattutto passione. Qui dove si diventa miliardari anche vendendo ovetti Kinder. Una vocazione consapevole forte e capace di misurarsi su un terreno che purtroppo appartiene ad un passato ormai remoto, quello agricolo, di cui si sono quasi completamente perse le tracce. Ecco perché seguiamo con passione questa azienda della famiglia Koch e la loro voglia di vinificare impostando un lavoro serio senza giocare facile usando il nome Capri doc. Il bianco è ottenuto da ciunchese (greco), San Nicola (biancolella) e falanghina, è fresco. Perfetto sui latticini della Penisola Sorrentina che sta a due bracciate di nuoto.
www.scalafenicia.com
Furore, Marisa Cuomo
Ma il bello deve ancora venire, superiamo i marosi di Punta Campanella dal fondale pieno di anfore romane, greche, fenice, passando davanti a Positano. Durante la navigazione abbiamo avuto un rifornimento al volo di Spaghetti alla Nerano e ci abbiamo bevuto l’ultima bottiglia di Pietra Box dei Giardini Arimei che era avanzata perché a Stefano Tesi aveva mal di mare.
Attracchiamo ad Amalfi e andiamo subito a visitare la cantina di Marisa Cuomo e del marito. Qui viviamo lo spettacolare paesaggio verticale della Costiera, da zero a trecento metri a pendenza 100 per cento. Il grande merito di questa cantina, seguita da Luigi Moio, è aver riqualificato immagine e sostanza del vino del territorio restando ancorata alla tradizione dei vitigni autoctoni e, al tempo stesso, realizzando grandi capolavori.
www.granfuror.it
Maiori, Raffaele Palma
Una esempio seguito da altre realtà. Da Amalfi navighiamo sotto costa, facciamo un bagno alla spiaggia del cavallo morto consumando gli spettacolari babà della pasticceria Pansa di Amalfi innaffiati dal Giardini Arimei passito. L’ultima bottiglia perché Stefano Tesi ha sempre il mal di mare:-). Ci aspetta Vincenzo Mercurio per una scalata dove le quattro ruote motrici fanno la differnza. Qui, sul crinale della collina, Raffaele Palma ha svoltato vita e con i soldi guadagnati da imprenditore del legno ha costruito una fiaba, una proprietà dove si lavora limone sfusato amalfitano dop, olio colline salernitane dop e vini della Costa d’Amalfi doc in regime biologico. Tre le etichette: Puntacroce da falanghina, biancolella, ginestra ed altre varietà locali (fenile, ripoli, pepella). Rosato Il Salicerchi da una soffice pressatura di Piedirosso, Aglianico e Tintore nasce il Salicerchi, vino rosato dal colore cerasuolo intenso. Profumo di cassis, liquirizia, chiodi di garofano, e fragoline e il rosso Montecorvo dalle stesse uve. Ne sentirete parlare.
www.raffaelepalma.it
Vietri sul Mare, Vigne di Raito
Altra tappa, da Maiori a Vietri il paese delle ceramiche. Saliamo a Raito e ci immergiamo in una visione presepiale bianca colorata dalle bouganville. Anche qui una vita che è cambiata: quella di Patrizia Malanga e del marito che hanno deciso di trasferirsi in questa proprietà alle spalle di Villa Guariglia, sede del governo Badoglio dopo lo sbarco Alleato. Il rosso, da uve piedirosso e aglianico è straordinario, la vista sull’infinito anche. Ci attardiamo sino a sera godendo dei venti freschi dei Monti Lattari. Ora ci attende il tratto più lungo per il gran finale.
www.levignediraito.com
Castellabate, San Giovanni
Giancarlo Gariglio, uno che di vigne e aziende ne ha viste in vita sua, l’ha definita una delle più belle d’Italia. Per arrivarci abbiamo tagliato il Golfo di Salerno per approdare a Santa Maria di Castellabate. Benvenuti al Sud, benvenuti nella vita di Ida e Mario Corrado che da vent’anni vivono in quest’area protetta a terra e in mare, per tanto tempo senza luce e senza telefono. Qui, in regime biologico, con il giovane Michele D’Argenio, hanno regalato agli appassionati bianchi straordinari con il fiano e adesso con il Castellabate e il Maroccia da uve piedirosso e aglianico, anche buoni rossi di grande bevibilità. Tutto è sospeso nel tempo, inserito nel Parco del Cilento indolente dove fare qualcosa impiega il doppio. Ma qui si sta bene, beviamo il Tresinus sulla mozzarella di bufala di Raffaele Barlotti e ci accasciamo tra olivi e querce.
Il viaggio è finito. Ma abbiamo ripassato le ragioni per cui ci piacciono questi vini e chi li produce.
www.agricolasangiovanni.it
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Un commento
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bellissimo…