Cantine Antonio Caggiano a Taurasi
CANTINE ANTONIO CAGGIANO
TAURASI
Contrada Sala
Tel. 328 831 0782
www.cantinecaggiano.com
Ettari: 34 di proprietà
Prima vendemmia: 1994
Enologo: Luigi Moio
Bottiglie prodotte: 130mila
Ed eccoci in uno dei santuari del vino campano. La cantina è sicuramente tra le più belle del Mezzogiorno, arricchita dall’agriturismo Salae Domini ad un tiro di schioppo, li dove nasce l’omonimo rosso, ed è operativa tutta la fase della lavorazione in acciaio, meno suggestiva all’occhio, e da una sala ristorante al piano superiore. Le vigne, tenute come un giardino nel comune di Taurasi, caratterizzate da buona esposizione e terreno argilloso e pietrino sei ettari a Macchia dei Goti, tre a Sala, uno a Piano di Montevergine e Pezza dei Priete San Pietro e a Coste, cinque a Piano Ferrante. Caggiano coltiva esclusivamente aglianico e prende i bianchi da fornitori fidelizzati fiano e greco per i suoi bianchi e il passito. La visita in cantina è già uno spettacolo, si ha la sensazione di girare per i sotterranei di un antico con incanti musica in sottofondo, giochi di fontane, opere d’arte, foto, il presepe e poi ancora centinaia di barriques e migliaia di bottiglie dove il vino si eleva in tranquillità depositate in grandi anfratti e nicchie ricavate dai muri in pietra di tufo. Infine una sala degustazione ben attrezzata. Dopo aver lavorato come geometra e girato il mondo come fotografo Antonio Caggiano fondò ufficialmente l’azienda nel 1991 per rilanciare la proprietà di famiglia.
Sin dalle prime battute ha affrontato ogni problema senza andare al risparmio: il senso estetico lo ha aiutato nella ricerca del bello e del buono, il suo mestiere gli ha fatto recuperare quello che stolti paesani aspiranti cittadini buttavano nelle discariche abusive per ficcarsi sotto una copertina di cemento Portali, archi, pietre di tufo, travi: sembra una favola inventata per una brochure, ma è proprio cosi che Caggiano ha cominciato a costruire la sua cantina di fronte alla propria abitazione. Prima di Antonio Caggiano Taurasi era solo il vino salvato e rilanciato da Antonio Mastroberardino. Geometra di professione, con certosina pazienza ha recuperato le pietre usate dalle abitazioni buttate giù dal sisma del 1980 e ha costruito la prima cantina da visitare del territorio. Per la prima volta gli appassionati hanno iniziato a visitare il paese, all’epoca, parliamo del 1990, molto diverso da oggi, con il castello diroccato, il centro storico abbandonato e piazza Municipio ridotta a un parcheggio. Ma non è solo questo il motivo per cui Antonio Caggiano diventa un personaggio storico nel mondo del vino campano: è lui a chiedere al professor Luigi Moio di lavorare sul Taurasi e il giovane professore fresco di studi a Bordeaux, figlio d’arte, torna con le idee molto chiare e precise ridisegnando uno schema produttivo che da allora non è mai più cambiato: tre rossi (Taurasi Macchia dei Goti, Salae Domini e Taurì), il Greco Devon, il Fiano. Bechar e il passito Mel ogni vendemmia a partire dal 1994, primo anno di produzione etichettata. Il lavoro di Moio e la passione di Antonio Caggiano fanno di questo vino, per la prima volta passato in barrique, una proposta nuova e e aggiornata. Nel corso degli anni la cantina si amplia, il testimone passa nelle mani del figlio Pino e l’azienda miete successi e consensi di pubblico e di critica.
Ancora oggi, in una Taurasi rimessa a nuovo, è sicuramente la più bella e la più prestigiosa, con vini che praticamente sono eterni, una sala ristorante con cucina ben attrezzate che rende possibile la visita e la celebrazione di eventi.
Vini Prodotti
Fiagrè Irpinia dop, Devono Greco di Tufo docg, Bechar Fiano di Avellino docg, Rosa Salae Campania Rosato igt, Tauri Irpmnia Aglianico doc, Sale Domini Irpinia Campi Taurasini doc, Macchia dei Goti Taurasi docg, Mel Fiano Passito