Cantina Trabucco: una nuova etichetta firmata da Danilo
di Antonio Di Spirito
Nicola Trabucco, nonostante le concrete speranze di un talentuoso atleta, già nel giro della nazionale come giavellottista, si concentra negli studi e consegue la laurea in agraria all’Università Federico II di Portici. Nativo dell’alto Casertano, quello sulla costa mondragonese, terra di mozzarelle, di coltivazioni orticole e di pesche, aveva il futuro già segnato.
Curioso ed irrequieto, si dedica anche ad altri tipi di coltivazioni: alla viticoltura, che dagli anni ’80 riprese vigore con la riscoperta del glorioso “Falernum”. Fu così che contribuì alla nascita di due grandi vini: Terra di Lavoro e Etichetta Bronzo. Nel 2003 sentì il bisogno di produrre un proprio vino partendo dai propri vigneti; la cantina di lavorazione fu ricavata utilizzando le vecchie stalle ed un deposito agricolo di un casale di Carinola; mentre la parte interrata, quasi dieci metri sotto il livello stradale e sempre a temperatura costante intorno ai 10°C, viene adibita ad invecchiamento ed affinamento del vino.
Seguendo la sua frenesia, inizia tanti progetti di collaborazione con altri produttori di vini, sia in zona, ma non disdegnando consulenze a Fogo, nell’arcipelago di Capo Verde.
Nel 2017, prematuramente ed improvvisamente, viene stroncato dalla malattia e lascia un’imponente eredità professionale e morale sulle giovanissime spalle del figlio Danilo, che non si lascia abbattere, anzi, se ne fa carico e continua con solerzia e competenza, nonostante la giovane età, le attività intraprese dal padre; non solo quelle di famiglia, ma anche alcune consulenze esterne.
Seguendo questo percorso, l’anno scorso ha progettato e prodotto un vino importante da dedicare al padre; il nome del vino riportato in etichetta è una famosa massima spesso ripetuta da Nicola nei saluti di commiato. A rinforzo di quella massima, un’altra celebre frase, spesso recitata da Nicola: “La Scienza Senza Coscienza Non E’ Che Rovina Dell’Anima”
Danilo mi ha voluto dare l’onore di assaggiare in anteprima questo nuovo vino, appena una settimana dopo l’imbottigliamento; bisogna ammettere che la caparbietà e la professionalità profusa nella realizzazione di questo progetto sono veramente elevate, per non parlare poi della scelta della bottiglia dalla forma elegante ad una etichetta metallica molto ricercata e di non facile applicazione.
AD MAIORA 2021
Il vino, un Falerno del Massico Bianco, è prodotto con un uvaggio composto per l’85% circa da falanghina, coltivata su un terreno posto a circa 250 metri di altitudine composto da tufo e calcare, ed un saldo di fiano raccolto in vendemmia leggermente tardiva, coltivato in pianura su un terreno pozzolanico. Dopo la fermentazione, il vino matura cinque mesi in tonneau e circa un anno in acciaio. La produzione attuale è inferiore a 1.000 bottiglie.
Nel calice si presenta di colore giallo paglierino con intensi riflessi verdognoli; all’olfattiva è sobrio e composto, senza eccessi scenici; profuma di fiori bianchi, foglia di limone e note intense di macchia mediterranea; il sorso è scorrevole e salino, fruttato ed agrumato, ben speziato, ha una piacevole ed intensa acidità che sovrintende l’intero sorso, prima di una chiusura leggermente speziata. Godibile ed elegante.