Cantina I Borboni: la freschezza dell’Asprinio
di Phyllis De Stavola
L’Asprinio di Aversa, vitigno autoctono ultra secolare, su franco di piede (quindi non attaccato dalla filossera)
è coltivato in pochissimi comuni dell’agro aversano e giuglianese, esattamente 19 in provincia di Caserta e 3 in provincia di Napoli come previsto dal disciplinare della DOC ‘Aversa Asprinio’ approvato nel 1993 (e successive modifiche fino al 2006) grazie alla caparbietà di viticoltori come Carlo Numeroso.
Carlo Numeroso, fondatore e titolare dell’azienda vitivinicola I Borboni a Lusciano, al confine est della cittadina di Aversa in provincia di Caserta borderline con la provincia di Napoli, lavora incessantemente per il territorio e la valorizzazione dei suoi prodotti non solo vitivinicoli.
Nicola Numeroso, papà di Carlo, era un viticoltore della varietà autoctona di uva Asprinio che coltivava nei vigneti di famiglia col sistema di allevamento ad alberata e conferitore di 100 tonnellate annue di uva all’azienda Bouton per la produzione di distillati.
Dagli anni Sessanta, parte della vigna fu modernizzata con il passaggio ai sistemi a Guyot e Silvoz, grazie alla collaborazione del professore Mincione dell’Università di Agraria di Portici, di Fioravanti Di Dona e dell’allora direttore della Buton Gabriele Lovisetto. Nel corso del decennio dalla fine degli anni’70 alla fine degli anni’80, il ‘campo sperimentale’in vigna consentì di mettere a confronto i vari sistemi di allevamento tra cui oltre al guyot e silvoz, la casarsa, il cordone speronato a spalliera, a doppia spalliera e comprendere la variazione di resa per ceppo.
Le conclusioni dello studio furono che il diverso sistema di allevamento non provocava alcun trauma alla pianta e si scelse altri sistemi che favoriscono prodotto finale con una gradazione alcolica più elevata.
Una seconda innovazione che ha segnato la storia dell’azienda, contestuale ai cambiamenti legati allo studio nel ‘campo sperimentale’, riguardò la produzione: si smise progressivamente nel corso degli anni’70 di pressare il vino con i piedi, di conservarlo in grandi vecchie botti di castagno per venderlo sfuso e s’incominciò ad imbottigliarlo.
Così, nel 1982 Carlo Numeroso fonda l’azienda e avvia la produzione in proprio di vino Asprinio nella doppia tipologia di vino fermo e spumante. Una terza milestone raggiunta dall’azienda fu la ristrutturazione dell’antica dimora di famiglia nel pieno centro storico di Lusciano. L’edificio decadente fu ristrutturato nel 1996 da Carlo e dall’omonimo cugino figlio dello zio Raffaele e su suggerimento dell’enologo la sottostante cantina scavata nel tufo fu ampliata ospitando nel 1998 1000 quintali di uva della vendemmia. Il 1998 fu anche l’anno del cambio di natura sociale dell’azienda in S.r.l..
Da allora ad oggi continuo lo studio e la progettazione con varie sperimentazioni volte ad esplorare le potenzialità di invecchiamento del vino Asprinio di Aversa.
Il sommelier Francesco De Paola, che spesso affianca Carlo Numeroso nel corso delle degustazioni, descrive le caratteristiche peculiari della ‘Vite Maritata Asprinio di Aversa DOC’ Asprinio al 100%. Si tratta di un vino riconoscibile in primis per il colore tipico, giallo non tendente all’oro ma piuttosto al verde oliva, in bocca per la sua freschezza, caratterizzandosi per un’acidità totale che supera 1,8 x 1000, la sapidità riconducibile alla mineralità del terreno di genesi quasi esclusivamente vulcanica e per un titolo alcolometrico non elevato intorno ad 11°. La ‘Vite Maritata’ si presenta con un profilo aromatico agrumato (limone) tenue con un’acidità sferzante che ne fanno un vino ideale per abbinamenti a tutto pasto, in particolare per rinfrescare e sgrassare.
Premesso che l’Asprinio, pur essendo un vino di personalità, è versatile negli abbinamenti.
Il sommelier De Paola lo propone in abbinamento a pietanze marinare quale ad esempio a base di frutti di mare, con carni bianche delicate ma soprattutto con il ‘baccalà fritto’ preparato secondo la ricetta tradizionale di Aversa sostanzialmente fritto e poi condito con i pomodori crudi.
Lo ‘Spumante Brut VSQ Aprinio’ è invece proposto come vino a tutto pasto partendo dall’entrée di tartine, oltre che nel connubio tradizionale con la mozzarella di bufala campana ed in abbinamento alla pizza bufalina.
Francesco prosegue con la descrizione dello ‘Spumante Extra Brut Millesimato VSQ Aprinio 2005’ rilevando la capacità del vino di sorprendere ancora per l’acidità sferzante pur essendo un 2005 con sboccatura nel 2007. I profumi sono quelli tipici dell’asprinio, in particolare l’agrumato che emerge netto. E’ proposto in abbinamento, oltre che con i frutti di mare e crudité marine (crostacei quali gamberi), con le rane fritte, una pietanza della tradizione in provincia di Caserta tanto da essere addirittura l’oggetto di una Sagra che si svolge con cadenza annuale a Marcianise nel mese di settembre.
Carlo Numeroso rileva che: “Fare un buon vino bianco è difficile, fare un buon Asprinio è difficilissimo.” Ciò in ragione del fatto che il serratissimo grappolo non consente di pigiare oltre il 50% dell’uva per non incorrere nell’ossidazione. La vite è inoltre soggetta alla tignola, e pertanto richiede caparbietà ed esperienza.
E con caparbietà e continuità Carlo, assieme alla famiglia, lavora per il territorio. Il nome stesso dell’azienda ‘I Borboni’ è intriso della storia del territorio e dello stesso vino. Carlo racconta che nell’epoca borbonica l’Asprinio vide il suo massimo splendore con i commercianti che giungevano per acquistarlo portandolo via nei barilotti riempiti e che Carolina Bonaparte addirittura invitava il fratello a visitare le alberate. Lo stesso logo dell’azienda, un giglio, è uno stemma araldico dei Borboni. Inoltre, l’etichetta del vino spumante di qualità I Borboni Brut riporta il disegno di una delle ipotesi vanvitelliane di progettazione della facciata della Reggia di Caserta.
Il vigneto che si estende su circa 15 ettari di terreno, di cui due vitati ad alberata aversana su piede franco (50-80 ceppi per attaro) e la restante superficie a silvoz (2000 ceppi per ettaro) si trova nel vicino comune di Giugliano in Campania a soli 10 km dal mare del comune di Ischitella. La resa è in media di 10 kg a ceppo.
Le altissime scale utilizzate per la vendemmia pesano ciascuna 70 kg e vengono trasportate “con l’orecchio” vale a dire caricate in spalla all’altezza delle orecchie per sentirne il fruscio e dunque per mantenere l’equilibrio. I primi sette pioli inferiori sono più serrati rispetto ai successivi superiori. Una vera curiosità consiste nel fatto che le scale sono costruite in maniera tailor-made (sartoriale), vale a dire personalizzate per i singoli raccoglitori, dal momento che la distanza tra i pioli è calcolata sulla base di quella tra il ginocchio e il tallone.
Oltre alla varietà di Asprinio, l’azienda vinifica altre varietà di uva provenienti dal territorio: Coda di volpe da Ponte, Falanghina, Piedirosso e Aglianico da Torrecuso, Casavecchia da Pontelatone.
La valorizzazione del territorio alla base della filosofia dell’azienda, si estrinseca anche nel supporto attivo nell’ambito del Consorzio di tutela e valorizzazione dei vini DOC Asprinio di Aversa, Falerno del Massico e Galluccio VITICA, nell’ambito del quale nella funzione di Vice-Presidente, Carlo Numeroso con Arturo Celentano ed al Presidente Salvatore Avallone promuovono una serie di iniziative per le circa 200 aziende consorziate tra produttori, conferitori, imbottigliatori, viticoltori.
L’azienda I Borboni organizza corsi di approccio al vino e dunque per definizione anche al cibo. Ad inizio estate 2011 nei mesi di maggio e giugno, ad esempio, ha avuto luogo presso la sede principale dell’azienda nel groviglio di stradine nel pieno centro storico della cittadina di Lusciano la prima edizione del corso ‘Approccio al vino’ articolato in sette lezioni tenute dal tecnologo alimentare Gianluca Tommaselli con la collaborazione di Carlo Numeroso. Le lezioni che prevedevano oltre alla parte teorica (tecnica della degustazione, servizi dei vini, cenni di viticoltura ed enologia, enogeografia nazionale ed internazionale, tecnica degli abbinamenti) anche una parte pratica con la degustazione guidata di due o tre vini ed una lezione dal titolo “degustando si impara” che comprendeva un menu degustazione (coniglio all’aceto balsamico, paccheri cozze e zucchine, caserecce al basilico, speck e melanzane, maialino nero casertano), piatto di formaggi D.O.P. (caciocavallo di bufala aversana, pecorino sardo dolce, provolone valpadana), sbriciolata e chiaramente vini dell’azienda: Spumante Brut, Lunajanca 2010, Vite Maritata 2010, Numeroso 2005, Ebro 2005.
I Borboni
Via E. De Nicola
Lusciano (CE)
Tel. 081-8141386
www.iborboni.it
[email protected]
5 Commenti
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non conoscevo quest’azienda, ho però sempre apprezzato molto lo spumante metodo classico di un’altra azienda di Carinaro, se ricordo bene. Ma questo Brut è uno “charmat” o un ” classico”?
Charmat lungo.
Mi fa piacere avere rievocato i ricordi del Signor Luigi, che ringrazio per avere segnalato l’errore di battitura (che è stato rettificato). Ritengo che lo sforzo e la serietà dei produtttori concorrano in maniera significativa a valorizzare le tipicità della nostra regione, le sue tradizioni e le sue innovazioni che con la naturale evoluzione dei metodi e delle tecnologie sono sopraggiunte.
Abito a Novara è possibile conoscere eventuale rivendita dei Vs. prodotti Grazie Antonio