Cantina Cremisan – i vini di Betlemme che raccontano il sogno della pace


Star of Bethlehem Baladi

Star of Bethlehem Baladi

di Marina Betto

Qualcuno lo ha già definito il vino della pace perchè a Cantina Cremisan, retta dai Salesiani, collaborano Israeliani e Palestinesi  sulla base del lavoro svolto da Don Antonio Belloni missionario nel 1885 in Palestina che qui aveva impiantato le prime vigne sui terreni di un monastero bizantino del VII sec.  In terra sacra a tre religioni nella valle di Cremisan, 850 metri sul mare  poco lontano da Betlemme  si sta riprendendo questa tradizione vitivinicola grazie alla molla dell’altruismo per risollevare questa terra di nessuno, dove tutto è difficile.

Betlemme- Palestina

Betlemme- Palestina

Una cantina totalmente ristrutturata che ha intrapreso un percorso tecnologico dove fino a qualche anno fa un uomo solitario riusciva a fare dei vini dignitosi e che oggi è diventata una solida realtà , ricostruendo vigne e cantina ora nelle redini di un grande enologo internazionale Riccardo Cotarella che da circa 12 anni  forma e programma il lavoro  avvalendosi delle maestranze  sia palestinesi che israeliane,creando occupazione, formando ragazzi locali appassionati e creativi.

I vigneti di Cremisan sotto il monastero

I vigneti di Cremisan sotto il monastero

Il monastero e la relativa cantina sono nella cosiddetta zona C, terra palestinese sotto amministrazione israeliana. Non è facile capire come si vive in questi luoghi se non li si è visitati. Muri altissimi dividono arabi ed ebrei, limitando la circolazione stradale; check point ovunque, documenti che bisogna esibire percorrendo Betlemme il cui sindaco è cristiano, pur essendo questa una minoranza è ritenuta però capace di garantire un equilibrio pacifico. Questa è la forza di Cantina Cremisan, molto radicata nel territorio, espressione di persone di diverse religioni e culture  che collaborano giornalmente tra loro per produrre vino.  ” I vini Cremisan non devono essere apprezzati solo per questo motivo” afferma Riccardo Cotarella” l’identità di questo territorio oscurato dalle guerre è quello che deve emergere attraverso i vitigni che qui hanno allignato nei secoli e che sono  un’espressione unica al mondo”. Solo il 2%  delle uve è di proprietà dei salesiani,  il restante viene dai contadini locali di Beit Jala, Beit Shemesh e l’area di Hebron. Qui tradizionalmente si fa un vino che si chiama “Messa” servito per la consacrazione, bianco per i Cattolici e rosso per gli Ortodossi.

 Star of Bethlehem - linea dei vini Cremisan

Star of Bethlehem – linea dei vini Cremisan

Vitigni internazionali come il Cabernet Sauvignon  e Chardonnay sono coltivati da tempo ma i vitigni locali come il Dabouki e l’Hamdani, Jandali e il Baladi sono e saranno i vitigni da privilegiare in futuro per i vini di punta. Star of Bethlehem è la linea che sottolinea senza troppa enfasi religiosa la località di produzione, in due versioni bianca e rossa.

Dabouki, Hamdani, Jandali e Baladi

Dabouki, Hamdani, Jandali e Baladi

In Star of Bethlehem  bianco 2018 troviamo Dabouki, Chardonnay, Viognier e Hamdani Jandali. Questo vino frutto di un blend di uve bianche ha profumo di pesca e fiori di ginestra  che gli deriva dal Viognier e completezza data dallo Chardonnay. In bocca è il Dabouki il protagonista che assomiglia al nostro Greco. Il sorso è consistente senza aver fatto alcuna macerazione ne affinamento in legno. L’acidità è il punto debole di questo vitigno orientale ma nella valle di Cremisan gli sbalzi di temperatura sono notevoli tra il giorno e la notte sentendo l’influenza del deserto. Nell’annata 2017 si trovano le stesse sensazioni su un substrato olfattivo e gustativo che non ha perso tono ne freschezza di frutto, note delicate di legno confondono l’assaggiatore perchè il vino fa solo acciaio. Un vino con grande personalità che ricorda anche i vini siciliani. Nella 2016 maggiore completezza di frutto polposo e maturo e fiori.

Collaborazione tra culture - Cantina Cremisan

Collaborazione tra culture – Cantina Cremisan

Dabouki 2018 è un monovarietale che possiamo definire un mix tra i vitigni campani Greco e Fiano solo per avere qualcosa a cui fare riferimento. Il naso con le sensazioni floreali e la sua aromaticità ci riporta al Fiano con accenti di biancospino, pesca e una leggera sensazione calda di tropicità. In bocca l’ingresso è floreale, l’incedere ricorda ancora i fiori, le pesche maturate al sole di fine agosto, le pere settembrine, chiudendo con la mandorla amara che somigliano alle sensazioni date dal Greco. L’annata 2017 ha meno finezza così come la 2016.

Hamdani Jandali 2018 è composto per il 50% da Hamdani e 50% Jandali due vitigni che solo insieme si completano a vicenda ma che singolarmente hanno caratteri forti e opposti. Il risultato è un vino strutturato, di spalla, frutto di terre aspre e calde. Un vino ricco di potassio che nella versione 2016 risulta migliore. Sicuramente un invecchiamento in barrique potrebbe accentuare e arrotondare le sensazioni.

Star of Bethlehem in versione rosso è un blend di Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Syrah e Baladi. Fresco, fruttato e franco è il classico vino beverino senza troppe pretese che si fa apprezzare più per la sua aromaticità che per la struttura importante. Un vino da bere giovane, da queste sensazioni descritte nella 2018 perdendole nell’annata 2017 e accentuando le durezze nella 2016.

Baladi 2016 in purezza è un vino che ricorda fortemente l’Aglianico ma con meno liquerizia. L’annata 2015 mostra più integrazione mentre la 2014 è più fine con un ingresso di arance sanguinelle, prugna , catrame. Il Baladi è una varietà locale di  uva rossa su cui Cremisan sta puntando molto. Nel legno rimane circa un anno e mezzo ma vorrebbe barrique  di legno gentile che ancora non sono disponibili.

Il Cabernet Sauvignon 2016 ha precise note di ciliegia e salamoia, buona struttura. L’annata 2015 emerge per equilibrio mentre la 2014 presenta maggiori asperità.

Cantina Cremisan produce anche un Brandy invecchiato 35 anni apprezzato già negli Stati Uniti, Giappone, Francia e Germania.

Brandy Cremisan invecchiato 25 anni

Brandy Cremisan invecchiato 25 anni

I vini di questa terra illuminata dal divino sono ancora in nuce ma pronti  per essere conosciuti nel mondo per unicità e originalità raccontando grandi emozioni che vengono dalla Palestina.

I muri eretti dagli Israeliani che dividono il territorio palestinese

I muri eretti dagli Israeliani che dividono arab ed ebrei

Cantine Cremisan Betlemme
[email protected]
tel.+972 2-274-4825

2 Commenti

  1. Bellissima storia di collaborazione multiculturale,siamo entusiasti del percorso che la fondazione è riuscita a costruire e a mantenere unità in un paese dove coesistono così tante religioni.

  2. Bella come iniziativa. Ma dove si possono trovare questi vini per acquistarli?

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