Campania Stories 2020 – Prima Parte
di Antonio Di Spirito
Quest’anno, il 2020 (bisestile, tra l’altro), il corona virus ha bloccato tutte le attività sin dai primissimi giorni di marzo. Dopo le Anteprima Toscane e del Sagrantino, svoltesi nel mese di febbraio, tutti gli eventi legati al vino sono stati cancellati. Solo alla fine dell’estate si è ripreso a “vivere”, ma con conseguenze tangibili.
Il primo evento legato al mondo del vino post covid è stato Campania Stories, iniziato il primo giorno di settembre a Paestum in una stupenda sede: il Mec Paestum Hotel.
L’evento, più volte calendarizzato, è stato organizzato in poco più di 15 giorni; alle difficoltà contingenti legate al periodo si sono sovrapposte le incertezze di molti produttori; ma tutto lo staff di Miriade & Partners, con Diana Cataldo, Massimo Iannaccone, Serena Valeriani e Ciro Picone in prima fila, che da anni ci hanno abituato ad eventi sempre ottimamente organizzati, quest’anno si sono superati.
Il convegno di apertura, con interventi di personaggi di rango (Roberto Di Meo, Luciano Pignataro ed, a chiusura, il saluto del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca), è stato molto ricco di argomenti trattati: dati sull’ultima annata, qualche notizia sull’annata in corso e sulla prossima vendemmia, conseguenze del Covid sul mercato vinicolo e previsioni sul prossimo futuro.
E nonostante le oggettive difficoltà, per noi della stampa è cambiato ben poco in questa circostanza: abbiamo assaggiato circa 270 vini (forse più che negli anni precedenti), proposti da 80 produttori ed abbiamo visitato varie aziende campane. Dovunque abbiamo trovato tanta simpatia, bontà, qualità elevata e tanta voglia di comunicare i loro prodotti.
E che dire quando ti fanno assaggiare delle annate vecchie, specialmente di vini bianchi! A riprova della importante tenuta che anche quest’ultimi esprimono e riescono a regalare tante emozioni nel tempo.
Come negli anni passati, bisogna, purtroppo, constatare la scarsa rappresentatività dei produttori partecipanti all’evento; non si riesce proprio a sfondare questo muro di 80, nonostante la ricchezza di zone vitivinicole e denominazioni, di vini e di viticoltori sparsi per l’intera regione.
Un aspetto molto importante: quest’anno l’evento si è tenuto ben cinque mesi dopo il periodo degli anni precedenti. Di questo slittamento ne hanno tratto beneficio soprattutto i vini bianchi del 2019.
Quest’anno voglio raccontare le mie impressioni degustative raggruppando i vini per zona geografica di provenienza e per produttore.
E per non farvi ubriacare con il mio racconto, che sarà necessariamente lungo, divido l’articolo in due parti, lasciando il racconto dei vini di Sannio ed Irpinia ad una prossima pubblicazione.
Inizio con la provincia di Napoli, rappresentata da due zone con molte analogie (vitigni, suolo vulcanico), eppure molto diverse: Vesuvio e Campi Flegrei.
VESUVIO
Già da qualche anno si registra un grosso risveglio alle falde del vulcano: giovani enologi ed agronomi si affacciano nel panorama enologico con innovazioni importanti, ma con grande determinazione a riprendere le millenarie tradizioni e le tipicità della zona, producendo vini longevi e con un occhio rivolto all’enoturismo ed all’accoglienza.
I vini bianchi del Vesuvio prevedono l’utilizzo di caprettone, falanghina e catalanesca, mentre Il Lacryma Christi del Vesuvio Rosso prevede, da oltre duemila anni, l’utilizzo di aglianico e piedirosso.
CASA SETARO
Pietrafumante 2017 Spumante Metodo Classico, da anni, ormai, questo spumante, prodotto con uve caprettone, miete consensi; profuma di fiori bianchi, è molto fresco, agrumato e sapido.
Il Munazei Rosso 2019 profuma di gerani e frutta rossa; è saporito ed asciutto al palato, giustamente tannico e speziato.
VILLA DORA
E’ un’azienda di vecchia e collaudata tradizione, che immette sul mercato vini, anche i bianchi, solo quando abbiano raggiunto una soddisfacente maturazione.
Il Vigna del Vulcano Lachryma Christi del Vesuvio Bianco 2018; è ricco di agrumi e lavanda all’ olfattiva; il sorso è piacevole, fruttato, speziato e sapido. Il Forgiato 2018, in prevalenza piedirosso con 18 mesi di maturazione in tonneaux, offre profumi floreali di geranio; al palato è fruttato e fresco, è corredato di buon tannino e spezie fini.
SORRENTINO
L’Azienda è ora condotta dalla terza generazione, Benny (l’enologa), Maria Paola e Giuseppe, e spaziano da ottimi vini all’accoglienza ed all’ospitalità.
Benita ’31 Vesuvio Caprettone 2019 è un vino prodotto con uve caprettone, non molto intenso al naso, ma pulito e nitido; beva piacevole e ricca; è sapido e speziato.
Il Vigna Lapillo Rosso Superiore 2017, a prevalenza piedirosso, offre profumi floreali tipici; il sorso dinamico, saporito e speziato ne fanno un vino molto versatile negli abbinamenti.
BOSCO DE’ MEDICI
Fondata nel 1996 alle falde del Vesuvio ed attigua agli scavi più famoso al mondo. Accoglienza, ristorazione, scuola di equitazione e, da alcuni anni, anche vini di qualità, tradizione e … sperimentazione con un ritorno al passato remoto: le anfore.
Pompeii 2019 Pompeiano Rosso profuma di geranio e frutta rossa; il sorso è saporito, fresco, tannico e speziato.
CAMPI FLEGREI
Terra vulcanica di antiche tradizioni enoiche; la falanghina è il suo vitigno bianco d’elezione, mentre il piedirosso per i vini rossi.
MARTUSCIELLO SALVATORE
Salvatore sta continuando con passione e pervicacia una lunga tradizioni familiare, che spesso sconfina in altri territori, come, ad esempio, il Trentapioli 2018 Spumante Brut Metodo Martinotti prodotto con uve Asprinio di Aversa da alberate; profuma di biancospino e frutta matura; ha in dotazione una notevole acidità, è asciutto, fruttato e persistente.
Il Settevulcani 2018 Campi Flegrei Falanghina profuma di frutta gialla e pompelmo; il sorso è affilato, sapido e speziato.
AGNANUM
Azienda molto versatile: spazia dall’allevamento di animali da cortile alla vitivinicoltura di qualità. Sabbia Vulcanica 2019: questo vino è prodotto con un uvaggio di ben sei vitigni: falanghina, catalanesca, caprettone, moscatello, gelsomina e biancolella; alcune piante sono ultracentenarie. I profuma intensamente di glicine; il sorso è fruttato, asciutto, leggermente tannico, ma saporito e speziato.
ASTRONI-
Azienda fra le più quotate in zona con i due vitigni principi declinati in vari modi: falanghina e piedirosso. Vigna Astroni 2017 offre profumi intensi di tiglio, frutta gialla ed erbe aromatiche; il sorso è agrumato, speziato e molto sapido. Tenuta Camaldoli Riserva 2016 è prodotto con uve piedirosso; è giovane, profuma di frutta rossa, ed ancora un po’ vinoso; il sorso è sapido, tannico, scorrevole e speziato.
CONTRADA SALANDRA
Falanghina Campi Flegrei 2017: profuma intensamente di tiglio e frutta gialla; il sorso è sapido ammandorlato, ha spezie fini ed è molto equilibrato.
LA SIBILLA-
Ecco un’azienda giovane, dinamica e di sicuro avvenire; Vincenzo Di Meo, enologo e proprietario, ha già dimostrato di avere una mano leggera e rispettosa, non solo con falanghina e piedirosso, ma anche con altre uve autoctone locali, come la marsigliese. Cruna del Lago 2018 emana intensi profumi di tiglio, di macchia mediterranea e note salmastre; il sorso è agrumato, salino e speziato.
Vigna Madre 2018 è un gran vino prodotto con piedirosso: frutta rossa matura; tannino e spezie sono perfettamente integrati in un sorso fresco, scorrevole e piacevole.
La provincia di Caserta è stata la cenerentola della manifestazione: solo 5 produttori da quattro zone vitivinicole.
COLLINE CAIATINE e TERRE DEL VOLTURNO
Pallagrello bianco, pallagrello nero e casavecchia sono i vitigni di questa denominazione.
ALOIS è una delle prime aziende ad accettare la sfida dei vitigni autoctoni riscoperti e vinificati in purezza, pratica che si è diffusa nei primi anni ’90 del secolo scorso. Massimo Alois produce due pallagrello bianco con uve provenienti da due vigneti posti ad altitudini differenti: terreno vulcanico posto a 150 metri il primo e calcareo il secondo posto a 300 metri di altitudine; gran qualità per entrambi. Il Caiatì 2019 Pallagrello Bianco offre profumi di lavanda e agrumi; il sorso è affilato, pulito, piacevole, sapido, ha note minerali e speziate.
Il Morrone 2018 Pallagrello Bianco profuma di erbe aromatiche, lavanda, foglie d’agrumi; il sorso è pulito, scorrevole, sapido, dona sapori di frutta esotica, ed ha una chiusura speziata.
L’unico casavecchia presente alla rassegna è stato il Trebulanum 2017 Casavecchia di Pontelatone Riserva, vino cupo con profumi di viola e frutta nera; il tannino è importante, ma il gran corpo fruttato e fresco ci regala un sorso aggraziato e speziato.
SCLAVIA
Calù 2019 Pallagrello Bianco, è un vino floreale in un bouquet di erbe aromatiche; è asciutto, agrumato, sapido e speziato.
Il Montecardillo 2019 Pallagrello Nero è fruttato e vinoso al naso; il sorso è scorrevole, piacevole e speziato.
CANTINA DI LISANDRO
Lancella 2019 Pallagrello Bianco;profuma di fiori gialli e frutta bianca; al palato è asciutto, ma saporito e sapido.
Nero di Rena 2017 Pallagrello Nero; floreale e frutta rossa al naso; vinoso, fruttato, consistente, tannico, spezie.
FALERNO DEL MASSICO E ROCCAMONFINA
GALARDI
Nata per gioco nel 1994, nel giro di pochi mesi si son ritrovati un vino “cult” amato e richiesto soprattutto negli USA. Prodotto con
Terra di Lavoro 2017 Campania IGP profuma di frutta rossa ed ha una leggera nota ematica; il sorso è tannico e fresco, fruttato, corposo, sapido, ha una leggera nota ferrosa (tipica del suolo vulcanico) ed una piacevole speziatura in chiusura.
VILLA MATILDE AVALLONE
Una delle aziende più grandi della regione, già operativa negli anni ’60 del secolo scorso e con produzioni importanti in tutta la Campania.
Il Falerno del Massico 2016 Falerno del Massico Rosso ha sapori decisi di frutta rossa, è tannico, saporito, fresco, sapido ed ha una leggera nota di cacao. Sullo stesso livello qualitativo anche il Cecubo 2014 Roccamonfina Rosso ed il Vigna Caracci 2016 Falerno del Massico Bianco.
La provincia di Salerno comprende tre giovani e piccole denominazioni che, molto opportunamente, si sono consorziate: la Costiera Amalfitana, il Cilento e Colli Salernitani Picentini.
COSTA D’AMALFI
Una millenaria tradizione e molti vini tipici contraddistingue questa prima denominazione; all’evento, però, mancano molti produttori ed i loro vini; penso alla zona di Tramonti.
CUOMO MARISA
E’ sicuramente l’azienda più nota della costa per i suoi vini estremi e ricercati in tutto il mondo e per la bellissima posizione geografica. Quest’anno il Fiorduva 2018 Costa d’Amalfi Furore Bianco è in grandissima forma: esuberante al naso, emana profumi di fiori di ginestra, camomilla e frutta bianca; il sorso è fruttato, sapido, leggermente agrumato, minerale, equilibrato ed armonico.
SAMMARCO ETTORE
Azienda di antiche tradizioni vitivinicole: già negli anni ’50-’60 commercializzavano i loro vini nella città di Napoli. Vigna Grotta Piana 2019 Costa d’Amalfi Furore Bianco profuma di glicine e frutta bianca; il sorso è agile, fresco, agrumato, sapido e speziato.
CILENTO e PAESTUM
pur coltivando la vite da millenni, non si contano vini tipici della tradizione. Negli ultimi decenni, però, si registra una forte crescita del comparto vitivinicolo; nel Cilento, ad esempio, le scelte dei viticoltori si sono orientate verso vini bianchi e freschi, fra i quali fiano e greco.
SAN SALVATORE 1988 –
Giuseppe Pagano è persona poliedrica e la sua azienda rispecchia il suo carattere: spazia dai grandi alberghi e ristoranti, agli allevamenti di bufali con relativa produzione di mozzarelle e latticini, alla produzione di ottimi vini.
Gioì Spumante Brut Rosé Metodo Classico 2016; prodotto con uve aglianico, profuma di fiori rossi; spuma abbondante e fine, è sapido, beverino e fresco.
Calpazio-2019 Paestum IGP è prodotto con uve greco; floreale e pietra focaia al naso; il sorso è agrumato, di buon corpo, speziato, asciutto, sapido, lungo, equilibrato.
Jungano 2018 Paestum IGP è un vino prodotto con uve aglianico affatto pesante, anzi ha un sorso scorrevole, con un ottimo tannino, pulito, fresco, con finale leggermente amaricante
CANTINE BARONE-
Nel 2004 le famiglie Di Fiore, Barone e Perrella hanno rilevato i locali di una vecchia cantina sociale sulla quale hanno innestato le rispettive attività vitivinicole. Vignolella-2019 Cilento DOP è prodotto con uve fiano; è floreale ed esprime tanta mineralità con pietra focaia;il sorso è ricco di frutta tropicale, ha una spiccata acidità ed un finale speziato.
Il Primula Rosa 2019 Paestum IGP è prodotto con uve aglianico molto fruttato e con una gradevole nota vegetale; il sorso è scorrevole, fresco, fruttato, sapido e speziato.
ALBAMARINA-
Azienda molto giovane della famiglia di Mario Notaroberto, proveniente dal mondo dell’alta ristorazione. Il Primula 2019 Paestum IGP è un ottimo bianco prodotto con uve fiano; ha profumi fruttati ed una beva agile, fruttata, fresca e speziata.
TEMPA DI ZOE’-
E’ una realtà nata già nel 1997, ma, ultimamente, ha avuto dei guizzi di affermazione importanti. Asterìas 2019 Paestum IGP è un vino fatto con uve fiano molto composto e lento al naso, ma esplosivo, saporito, fresco e piacevole alla beva.
COLLI SALERNITANI e PICENTINI
Sui Colli Picentini è l’aglianico il vitigno principe, anche se non vengono disdegnati i vitigni internazionali (cabernet, merlot, pinot nero), né alcuni autoctoni come l’aglianicone. Anzi, furono proprio i vitigni internazionali a dare una valenza vitivinicola al territorio.
MONTEVETRANO
Nei primi anni ’90 Silvia Imparato, per scommessa, ha intentato una sfida, coinvolgendo un giovane Riccardo Cotarella: produrre cabernet sui Colli di Salerno, dove lei aveva dei terreni vitati di proprietà.
Oggi produce due grandi vini rossi ed un ottimo bianco: il Core Bianco. La leggenda è, però, il Montevetrano 2017 Colli di Salerno Rosso IGP: è floreale, e porta nel calice piccoli frutti neri dolci ed un pizzico di vaniglia; il sorso è fresco, un po’ austero, ha un tannino levigato, è fruttato, saporito, speziato, elegante.
LUNAROSSA-
Mario Mazzitelli è un produttore giovane ed appassionato che fa molta sperimentazione con anfora e macerazione dei vini bianchi.
Quartara-2017 Colli di Salerno Fiano; le uve macerano in anfora per la durata della fermentazione; la maturazione, che dura un anno, avviene per metà in botte grande e l’altra metà continua in anfora. Nel calice offre i classici profumi del fiano, nitidi ed intensi; il sorso, invece, è pieno, ma scorrevole, salino, fruttato e speziato.
Tra i rossi ho preferito il Costacielo 2018 Colli di Salerno Aglianico, un vino floreale e beverino, molto fruttato; piacevole, di medio corpo, con un tannino vellutato, ampio di sapori, sapido e molto fresco.
VUOLO
Mila Vuolo era un’informatica con ottime prospettive manageriali; poi il richiamo della proprietà poco accudita è stata troppo forte ed ha abbandonato la professione per una vita sicuramente più sana e più prodiga di soddisfazioni “genuine”.
Da molti anni propone ottimi vini; quest’anno ho preferito il 2mila15 2015 Colli di Salerno Aglianico, frutta rossa e vaniglia al naso; al palato è fresco, giustamente tannico, saporito e speziato.
FAMIGLIA PAGANO
L’azienda è stata fondata da oltre 50 anni e producono oltre seicentomila bottiglie di vino l’anno con uve provenienti da più parti della Campania. Il Don Andrea-2019 Fiano Campania IGP profuma di fiori bianchi e mandorla; il sorso è agrumato, speziato, consistente e piacevole.
Il Rosato 50 Riserva Don Andrea 2019 è prodotto con piedirosso, cabernet sauvignon e merlot ha profumi vinosi e di frutta rossa; non molto corposo, ma fruttato, fresco e sapido.
Il Rosso 50 Riserva Don Andrea-2017 è prodotto con piedirosso, cabernet sauvignon e merlot, profuma di rosa e frutta rossa; il sorso è tannico, piacevole e speziato.
Tra le tante buonissime falanghine “aziendali” ne voglio segnalare una una fatta con uve provenienti dal Beneventano: Famiglia Pagano Falanghina 2018 Falanghina del Beneventano; molto profumata di tiglio e mandorla fresca; il sorso gode di una elevata pulizia, frutta esotica, spezie ed elevata sapidità.