Campania Stories 2016 ultima sessione: l’Aglianico dell’Irpinia
di Antonio Di Spirito
Mi sono riservato i vini rossi delle tre denominazioni dell’Irpinia per l’ultima giornata di tasting a Campania Stories: Irpinia Aglianico, Irpinia Campi Taurasini e Taurasi.
Tutti i vini sono stati assaggiati rigorosamente alla cieca e le annate degustate erano comprese tra la 2014 della prima denominazione ad alcuni Taurasi del 2007. E stupisce che proprio le due etichette del 2014, annata pessima un po’ ovunque, abbiano preso punteggi fra i più alti.
La qualità non sempre ha soddisfatto le aspettative e, specialmente in qualche annata più vecchia, abbiamo incontrato vini con qualche sbavatura o con squilibrio di acidità.
I miei migliori assaggi.
Dop Irpinia Campi Taurasini e Irpinia Aglianico
Irpinia Aglianico Linea Stemma 2014 di Di Marzo; classici profumi d’aglianico all’olfatto: ciliegia, cenere, buccia d’arancia; in bocca è avvolgente, freschissimo, piacevole e speziato;
L’azienda Benito Ferrara, condotta da Gabriella Ferrara e suo marito Sergio Ambrosino, è fra le più note produttrici di Greco di Tufo; ma, forse, non tutti sanno che, da sempre, produce un ottimo aglianico; l’Irpinia Aglianico Vigna Quattro Confini 2014 profuma di frutta rossa, cenere ed una nota verde di gioventù; al palato è ottimo, ha un tannino ancora un pò polveroso, ma è appagante;
Irpinia Aglianico 2013 di Donnachiara: austero e un pò chiuso al naso, ma ottimo al palato; il tannino deve affinarsi ancora un pò, ma manca poco per essere ai massimi livelli d’eleganza;
Irpinia Aglianico Magis 2012 di Antico Castello: buoni profumi di vino giovane; al palato tra tannino e freschezza, risulta un po’ burbero, ma chiude sapido e speziato;
Irpinia Aglianico Serpico 2010 di Feudi di San Gregorio: profumi classici al naso con un pizzico di pietra rocca; buon tannino ma un po’ secco, una spolverata di cacao e tanta buona freschezza;
Questo è un vino che mi ha sempre impressionato positivamente, ma quest’anno è leggermente al di sotto dei suoi standard: Irpinia Campi Taurasini Satyricon 2013 di Luigi Tecce; al naso è paradigmatico con profumi di cuoio leggermente rustico; al palato il tannino è ancora polveroso e secco, però il sorso è fluido e si dinamizza con il ritorno di acidità;
Irpinia Campi Taurasini 2012 di Villa Raiano; al naso offre profumi freschi ed un po’ di cenere; al palato, insieme alle note fruttate, si apprezza un gran tannino; chiude fresco e speziato.
Ed eccoci, finalmente, ai Dop Taurasi e Taurasi Riserva, annate 2010 e 2011:
Taurasi Primum Riserva 2011 di Guastaferro: molto ricco al naso con profumi di carrubo, frutta rossa, cenere ed arancia sanguinella; il tannino è ancora un po’ astringente, ma il frutto croccante, e la grande freschezza allungano il sorso con una leggera speziatura in chiusura;
Taurasi Vigne d’Alto 2011 di Contrade di Taurasi: molto convincente questo vino, con profumi nitidi, con una nota erbacea ed anche un pò fumè; il tannino deve completare il suo percorso di maturazione, ma il sorso è saporito, fresco e speziato;
Taurasi Bosco Faiano 2010 di I Capitani: i profumi spaziano dalla rosa alla cipria, dal confetto a note balsamiche e vanigliate; al palato la frutta è croccante, il sorso è saporito, accattivante e speziato;
Sono anni che recensisco positivamente i vini di Donnachiara: sarà che mi piacciono? Il Taurasi di Umberto 2012 sa di cenere e note balsamiche; il tannino è imponente e levigato e si assapora anche una nota di polvere di cacao; il ritorno di acidità accompagna il lungo sorso a chiudere con una leggera speziatura;
Taurasi 2010 di Tenute di Altavilla di Villa Matilde: al naso i profumi classici sono ancora “disturbati” da note balsamiche e del legno in cui è maturato; al palato è tannico e succoso, fresco e secco;
Taurasi Principe Lagonessa 2010 di Amarano: ha bisogno di ossigenarsi molto prima di mettere in evidenza le sue doti migliori; è giovane e vinoso; al palato è fruttato, secco e saporito;
Taurasi Borgodangelo Riserva 2010 di Borgodangelo: profumi classici con un tocco di cipria; il tannino è levigato, il frutto è carnoso, il sorso è secco e fresco;
Taurasi Nero Né 2011 di Il Cancelliere; l’olfazione inizia con un pizzico di riduzione, ma bastano poche roteazioni ed ecco i grandi profumi del taurasi classico; al palato c’è tanta frutta; il tannino è ancora un po’ granuloso, ma il ritorno di acidità lo rende godibile; migliorerà ancora;
Taurasi Opera Mia 2010 di Tenuta Cavalier Pepe: qualità costante sin dalla prima uscita di questo vino; i profumi tipici sono affiancati da note minerali di cristalli di rocca; il tannino è ancora un po’ polveroso, ma il sorso è saporito, secco e speziato;
Taurasi Riserva 2010 di Antico Castello: tra i profumi tipici si percepisce anche una leggera nota erbacea; al palato è fruttato e secco; il tannino è imponente, ma il sorso è dinamico e vibrante;
Taurasi Alta Valle 2011 di Colli di Castelfranci; inizialmente un pò muto al naso, poi si distende; al palato la frutta è croccante e dai sapori intensi; il tannino è ancora un po’ polveroso, ma il sorso è fresco e lungo.
Taurasi e Taurasi Riserva 2009 – 2007:
Taurasi La Loggia del Cavaliere Riserva 2009 di Tenuta Cavalier Pepe: profumi tipici con l’aggiunta di confetto; il frutto è intenso, il tannino appena polveroso, ma freschezza e sapidità allungano il sorso;
Taurasi Vesevo 2009 di Vesevo: ciliegia, cenere e radici al naso; al palato è fruttato, ha buon tannino; è accattivante e la beva è gradevole;
Taurasi Contrada 2007 di Contrada: note balsamiche e vanigliate accompagnano profumi fruttati e di cenere; il tannino è intenso e secco, ha ottimi sapori e freschezza vivace;
Taurasi Vigna Olmo Riserva 2008 di Di Meo: profumi tipici con arancia sanguinella ed un pizzico di rabarbaro; al palato è saporito e secco, ha un buon tannino e chiude con una leggera speziatura.
C’erano due ulteriori denominazioni in degustazione: Igp Paestum Aglianico e Campania Aglianico.
Paestum Aglianico Omaggio a Gillo Dorfles 2012 di San Salvatore: al naso è floreale, intenso e complesso; al palato è fruttato, tannico, fresco e sapido;
Campania Aglianico Core è una giovane creatura di Montevetrano; l’annata 2014 offre frutta rossa e cenere al naso; al palato è fruttato, il tannino è notevole, ma sapidità e freschezza allungano il sorso.