Caffetteria Campana, dalla torrefazione artigianale alla degustazione del caffè
di Simona Mariarosaria Quirino
Anche il caffè è una scelta. Almeno per chi va alla Caffetteria Campana, a Pompei, in via Sacra. Il primo locale della zona in cui è possibile non semplicemente “prendere un caffè”, ma degustarlo, come si fa col vino. Non a caso, accanto al caffè, Paola, proprietaria della caffetteria che porta il suo cognome assieme al fratello Raffaele, ha pensato di accostare anche i vini. Appena entrati, a destra si trova il bancone del bar, a sinistra l’angolo dei “vini di Paola” che comprende un’accurata gamma di proposte locali. Ancora più locale è il caffè perché ha il marchio “Campana” e viene tostato nella torrefazione artigianale che la famiglia di Paola ha a Torre Annunziata.
Da lì è partita la sua idea perché suo nonno Sabino negli anni ’30 dello scorso secolo aprì una pasticceria a Torre Annunziata, decidendo, poi, di abbinare accanto all’arte pasticcera la produzione di caffè fresco appena tostato. Oggi la caffetteria Campana continua la tradizione offrendo al cliente gli “speciality coffe”, ovvero caffè di qualità che vengono seguiti con estrema attenzione in tutti gli stadi, dalla filiera all’estrazione. Il caffè è di natura arabica, proviene dai paesi della zona tropico-equatoriale del mondo, viene tostato a Torre Annunziata ed è estratto col metodo espresso o in filtro.
Il primo è stretto (ma non troppo), immediato nel gusto e di veloce consumazione, al bancone, prima di andare a lavoro o tra un impegno e l’altro della giornata. Il secondo è lungo, dolce e sempre più intenso nel gusto sorso dopo sorso, da godersi seduti al tavolo, in compagnia tra una chiacchiera e l’altra. Sul tipo di caffè, poi, c’è l’imbarazzo della scelta, dalla miscela della casa a 3 caffè monorigini che vengono da Etiopia, Honduras e Costa Rica. Ognuno ha il suo aroma e il suo retrogusto specifici. Per conoscerli tutti, in caffetteria Paola ha appeso la “Flavour wheel”, la ruota aromatica del caffè, con tutti gli aromi e i sapori che caratterizzano questa bevanda. Da supporto, arriva il barista che spiega ai clienti le storie di ogni caffè e le loro ricette. Ognuna di queste ha una temperatura, delle quantità e dei tempi da rispettare.
Il caffè non va, poi, servito né freddo, né bollente e deve essere bevuto rigorosamente senza zucchero, per non alterare il sapore di per sé sufficiente ad allietare i palati, anche quelli più fini. Particolari questi che sfatano il mito del caffè espresso napoletano, in tazza bollente, zuccherato e non. “L’obiettivo – afferma Paola – è quello di diffondere la cultura del caffè in Campania, sfidando luoghi comuni e credenze sbagliate”. Strano farlo con un cognome così autoctono, “Campana”. Eppure questa è la vera sfida: portare avanti un’idea giovane e nuova in un territorio ancora molto ancorato alle sue tradizioni. Ci vuole coraggio e spirito di iniziativa. Non a caso, la caffetteria è anche impegnata nell’organizzazione di una serie di eventi come aperitivi e degustazioni, di vino e caffè. Bevande complesse come il mondo da cui provengono. Da far conoscere a chi, come Paola, è curioso e desideroso di scoprire tutto quello che c’è dietro ogni cosa, anche quella più all’apparenza semplice.
Un commento
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ottimo posto, confesso che stavo preparando pure io un articolo.Andateci e provate quello etiope.