Brunello di Montalcino in vetrina alla Botte con Ais Caserta e il direttore Stefano Campatelli
di Tonia Credendino
“Vino fortuna per eccellenza è senza dubbio alcuno, il Brunello di Montalcino. Solo in una terra sfacciatamente fortunata poteva sgorgare un vino insieme così potente ed elegante. Natura dalle condizioni ideali, ambiente impregnato di ogni elemento indispensabile al vino. Magico melange di uomini e vigneti, sole e colline, temperature ed acque, e ancora ottimi minerali, clima asciutto, luce meravigliosa, venti freschi.
Davvero una terra della cuccagna e della fortuna scriveva Cipresso in Vineide”.
All’Ottocento risale la nascita del Brunello, sperimentando uve che verranno poi identificate come Sangiovese, per molti anni rimase una rarità destinata a pochi raffinati intenditori, solo a fine del Novecento si trasforma in un simbolo mondiale del miglior made in italy.
Nel 1967 nasce il Consorzio del Brunello, rappresentante in sala per l’evento il direttore Stefano Campatelli, singolare e attraente il racconto della sua isola felice nel mare toscano, distante 100 chilometri da Firenze, lontana un’ora dall’autostrada del sole, che ha sofferto la solitudine divenuta poi elemento di valorizzazione e distinzione.
In degustazioni le grandi montalcinesi:
Castello Banfi, dal 1978 per volontà dei fratelli Mariani, nella proprietà medievale il Castello di Poggio alle Mura offre ospitalità completa e vini di grande pregio nel rispetto del territorio, l’annata 2007 frutto di una speciale vendemmia inaugura una nuova era di vinificazione Horizon, mirata al raggiungimento dell’eccellenza qualitativa, il colore bello tendente al granato, dolce al naso, complesso nei sentori di frutta rossa e note di tabacco e liquirizia, pieno in bocca con tannini morbidi e rotondi, chiude potente ed elegante.
Col D’Orcia rilevata nel 1973 dal conte Alberto Marone Cinzano, oggi tra le produzioni più attive nella ricerca e nello sviluppo, l’annata 2007 elegante e intensa, limpida di un rosso rubino profondo, dal tannino maturo e persistente, incuriosisce per una sensazione acida dal retrogusto lungo e fruttato, la 2001 naturale e elegante progressione della 2007 si presenta vigorosa, dal corpo ricco e carnoso, fresco e ampio al naso, dinamico il frutto.
Castello Romitorio rinomata azienda produttrice di eccellenti vini, grappe e oli d’oliva, dopo aver acquistato la tenuta nel 1981, l’artista Sandro Chia ha dedicato numerosi anni di restauro, composta oggi da tre aree, ed una cantina di 3.000 metri quadrati, gioiello ai piedi del castello. “Creo vini con la stessa passione con la quale dipingo” scrive il Chia. La 2007 fresca e invitante al naso, polposa e densa al naso, “Strong Wine” annuiscono gli americani in sala, sorprendente la persistenza che accompagna piacevole sul finale.
Tenuta il Greppo Biondi Santi comincia con Clemente Santi, padre precursore del Brunello dedicò gran parte della sua attività all’agricoltura, le conoscenze di chimica e di scienza lo aiutarono a portare le sue tecniche enologiche a livelli invidiabili. Prima di raggiungere quel riconoscimento per il suo “vino rosso scelto (brunello) del 1865”, anche il suo Moscatello fu premiato alla Esposizione Universale di Parigi del 1867.
Egli ottenne vini rossi adatti all’invecchiamento; aveva individuato tecniche di travaso e di invecchiamento in botti più avanzate rispetto a quelle di tutti i suoi contemporanei. Il figlio Ferruccio, ereditò la passione per i vini ed i vitigni del nonno materno, con Tancredi, a sua volta, figlio nel 1893, il Brunello di Montalcino Biondi Santi tocca il massimo della sua fama e del suo splendore, da parte degli estimatori più attenti e raffinati in tutto il mondo. Franco Biondi Santi dal ’70 in poi è riuscito, a far capire ed apprezzare la straordinaria tipicità e qualità del suo Brunello. La 2007 “riconoscibile tra mille per la sua spiccata personalità mascolina e austera afferma il delegato Marco Ricciardi” profonda e composta al naso, armonica e enigmatica all’assaggio, la 97’ in degustazione con la 55’ rappresentano le annate della vita per il produttore, quindici anni di vita in un frutto estremamente evoluto, intrigante e avvolgente, in una polaroid che rileva il vino della terra, lontanissimo ancora il terziario in un sorso morbido e caldo bilanciato da una fruttata acidità e setosa trama tannica.
Tenuta Le Potazzine termine per indicare le cinciallegre, appellativo affettuoso usato per chiamare Viola e Sofia figlie di Giuseppe Gorelli proprietario dell’azienda, 5 ettari vitati divisi tra La Torre a sud e La Prata vicino alla cantina dove offrono ospitalità a turisti e appassionati in enoteca e in vineria. La 2007 di un rubino vivido di grande concentrazione custodisce un naso complesso e profondo di piccoli frutti di bosco, appagante e pieno, piacevole e fresco dai tannini vellutati.
La Fattoria dei Barbi dal 1790 di proprietà della famiglia Colombini che ha terre a Montalcino dal 1352, di stampo classico e tradizionale utilizza grandi botti di Slavonia, la 2007 brillante e intensa nel colore, ampio nel ventaglio odoroso di essenze balsamiche e frutta rossa sotto spirito , pulito e ampio in bocca, equilibrato tra vena acida e tannini eleganti. L’annata 1986 si presenta impenetrabile alla vista in un colore granato scuro, una degustazione lenta e rispettosa svela pian piano un sentore ancora vivo di frutta molto matura, un sorso severo che prelude un finale floreale e salino, aperto e potente.
Querce Bettina, il proprietario Roberto in sala, racconta- “nasce nel 1992 a conduzione familiare innamorato con la moglie Sandra della magica misteriosa Montalcino, il nome frutto della leggenda che narra di una gentile vecchina che sedeva ai piedi di una grande quercia, l’azienda sostiene da qualche anno l’associazione nazionale Vino e Salute per la valorizzazione degli effetti benefici del bere. La 2007 dal colore rubino distinto e intenso, fresco e croccante il naso dal gusto deciso, tannico ma nel contempo caldo e persistente.
Argiano, luogo antico e ricco di storia, le origini risalgono al 1581, proprietà rilevata nel 1992 dalla contessa Noemi Marone Cinzano, nel 2004 l’enologo Hans Vinding- Diers ha sostituito Tachis, da allora l’approccio orientato all’agricoltura biologica e tecniche di vinificazione innovative.
La 2007 elegante e generosa dal colore intenso e brillante, estroverso al naso, esuberante l’accento alcolico. L’ultima non per minore importanza l’attesa annata 1979, trentatre anni di vita (vi risparmio il calcolo) assolutamente celati in una veste viva, vibrante, luminosa dai sentori impattanti, di grande espressione , austera e profonda, con tannini esemplari e acidità e mineralità da vendere.