Brunello di Montalcino 2017, il report completo di tutte le cantine presenti
di Raffaele Mosca
Tutti gli assaggi dell’annata 2017 a Benvenuto Brunello:
Agostina Pieri
Tabacco, melagrana e mela rossa, scatola di sigari. Volume palatale importante e discreta acidità a supporto. E’ aperto, leggibile, non troppo complesso, ma d’indubbia piacevolezza. Discreto.
Altesino
Esordio ematico e poi talco, sandalo, ribes nero e un cenno di spezie. Il tannino appena rugoso corruga leggermente un sorso di medio corpo, con una nota fruttata calda che domina il finale di media persistenza.
Altesino Montosoli
Simile al precedente, ma con una matrice minerale più importante e refoli di legni balsamici e caffè. Anche qui il tannino è appena scorbutico, ma non inficia la progressione godibile, immediata, incentrata sul frutto ricco e maturo. Non ai livelli delle grande annate, ma comunque molto valido.
Armilla
Creme de cassis, sottobosco, erbe aromatiche e spezie piccanti che rendono l’immagine dell’annata bollente. L’acidità un po’ in sordina e il frutto vira su note caramellate. Non è particolarmente complesso, ma scorre senza intoppi.
Argiano
Stregante: profumato di vetiver e talco, ginseng, lavanda, violetta e ribes rossi, melagrana, cipria, cannella, un tocco di humus e radici. La profondità e la godibilità sono quelle di un Brunello da annata classica: il tannino è perfettamente intessuto nel corpo, l’impeto ematico e l’acidità precisa, armoniosa allungano un sorso d’estrema souplesse. Assaggiato ben due volte durante la degustazione e una terza volta alla cena di gala preparata dalla brigata di Carlo Cracco, è il più seducente dei 2017 presentati a Benvenuto Brunello.
Banfi
Oliva al forno e alloro, fragola e visciola. Il tannino è appena sgarbato, lo sviluppo abbastanza corretto, ma un po’ carente di brio.
Banfi Poggio alle Mura
Molto ricco e avvenente: visciola e marmellata di more, cioccolato fondente, liquirizia, pasta di olive. Tanta polpa che riempe la bocca, tannini che scalpitano sul fondo e ravvivano il sorso. Il calore segna un finale comunque equilibrato e lungo nei rimandi alla frutta in confettura e alle spezie dolci. Amiccante.
Banfi Vigna Marrucheto
Più scuro e profondo del Poggio alle Mura: grafite, gelsi e giuggiole, erbe aromatiche a volontà. Step up notevole in termini di ampiezza e profondità del sorso. Il tannino possente smorza il frutto, la verve minerale sostiene un finale integro e saporito. Ottimo.
Beatesca
Mela rossa e sbuffi terragni, mirtilli selvatici, qualche tocco ematico. E’ carico di frutto al palato, un po’ corpulento, ma il tannino contrappesa la massa e cadenza un finale rinfrescato dalla vena balsamica. Discreto.
Bonacchi
Impreciso, con cenni vegetali e boschivi. Ha un tannino un po’ ostico e rugoso, una parte fruttata affievolita dal calore e una chiusura leggermente scomposta.
Camigliano
Macchia mediterranea e incenso, terra bagnata e violetta. E’ caldo, robusto, ma senza eccessi; il tannino ben estratto dà sostegno a una progressione abbastanza energica, acida quanto basta, piccante nel finale di buona durata. Molto buono.
Camigliano – Paesaggio Inatteso
L’imprinting dell’annata rovente emerge nei profumi di legno arso e cappero selvatico, terra bagnata, origano e lentisco, paprika, cardamomo, gelatina di lamponi e susine nere. E’ ampio e caloroso, ma non cedevole o sovraestratto. L’acidità intonsa – riflesso dell’equilibrio del terroir e di una vedemmia anticipata alla prima decade di settembre – calibra la massa imponente di frutto e prolunga il finale piccante di pepe ed erbe aromatiche. Tra i migliori.
Campogiovanni
Caffè e marmellata di guggiole, cioccolato amaro, legno affumicato. Molto cremoso e condiscendente, con tannino perfettamente integrato e qualche accenno balsamico che rinfresca il sorso. Discreto.
Canalicchio di Sopra
Viola e rosa, cipria, kir royal, cannella e ginseng. A un naso molto intrigante corrisponde un sorso leggermente appesantito dall’alcol, ma complesso ed equilibrato, con tannini vispi e un finale balsamico di bella persistenza. Molto buono.
Canalicchio di sopra – La Casaccia
Più scuro del precedente: sa di sottobosco e frutti neri selvatici, legni stagionati, cardamomo. Sfoggia un tannino impegnativo, leggermente asciugante, che bilancia un sorso impegnativo, più profondo di quello del vino d’annata, ma non necessariamente migliore.
Casanuova delle Cerbaie
Ruggine e macchia mediterranea, accenti fumosi. Tannino un po’ fuori asse e frutto molto denso, finale corretto, ma senza guizzi.
Canneta
Naso scuro e cioccolatoso con qualche imprecisione. Sorso scomposto con finale evanescente.
Capanna
Fuliggine e muschio animale, mirtilli e duroni, lavanda, legni balsamici, un accenno di ferro e di grafite. E’ ampio, avvolgente, setoso e cremoso, con impeto sanguigno e agrumato di fondo che emerge progressivamente e conduce il finale dritto, minerale e soavemente balsamico, di somma piacevolezza. Chapeau!
Capanne Ricci
Erbe aromatiche e mirtilli maturi al naso. Sorso morbido e concessivo, speziato nei rimandi retro-olfattivi, con tannino ben gestito e ritorni affumicati in chiusura. Discreto.
Caparzo
Dolce e aggraziato, sa di visciola e violetta, cannella, anice. E’ abbastanza semplice, ma centrato; scorre bene e chiude floreale e balsamico. Discreto.
Caparzo La Casa
Ribes e gelatina di fragola, cenni ematici e balsamicità in crescendo. Meno tridimensionale che nelle annate migliori, ma è composto e gradevole, morbido e godibile con finale balsamico di bel respiro. Ottimo.
Caprili
Ribes rosso e arancio amaro, rosa in appassimento, erbe officinali e arie mentolate. Ha una dinamica accattivante, senza eccessi di peso e di calore, anzi con bei ritorni croccanti di ribes e fragola, lampone, giuggiola, cenni ematici e tannino impeccabile, bosco e macchia mediterranea nel finale coerente con tutto il resto. Eccezionale.
Carpineto
Refolo mentolato, seguito da giuggiola e mora, cacao amaro, grafite e chiodo di garofano. Bellissima ampiezza in bocca, dove non manca il frutto generoso della ‘17, ma l’acidità è in lizza, il tannino dà sostegno, la matrice minerale arricchisce un finale appena rinvigorito dall’afflato alcolico. Forse il miglior vino mai prodotto da quest’azienda chiantigiana con succursali a Montalcino e Montepulciano.
Casanova di Neri
Mirtilli e ribes neri, sandalo e inchiostro su fondo minerale che cresce progressivamente d’intensità. E’ materico, ma senza eccessi, di nuovo minerale e sanguigno sul fondo, con classico ritorno tostato che arrotonda la chiusura decisamente lunga. In linea con lo stile aziendale e complessivamente molto buono.
Casisano
Tocco floreale suadente e poi paprika e tabacco mentolato, mirtilli rossi, un tocco di spezia da rovere che non guasta. E’ moderno e avvenente, con frutto caldo ma non esagerato, acidità discreta di fondo e un finale non lunghissimo, ma di buona pulizia. Più che valido.
Castello Romitorio
Scuro, tostato, fumoso. E’ largo e accomodante, cioccolatoso e morbido di prugna e mirtilli in composta. Chiude speziato e garbatamente salino. Discreto.
Castello Romitorio – Filo di Seta
Ritroso, arroccato su toni di spezia da legno e carne grigliata. E’ più leggibile in bocca, dove i ritorni di frutto maturo e tostatura plasmano una progressione equilibrata, composta, incalzata da tannini fitti e fini e lunga nei rimandi balsamici e pietrosi di fondo. Moderno, possente, ma intrigante.
Castello Tricerchi
Vetiver e toni animali, ribes rosso e viola, macchia mediterranea. Sorso corrispondente con ritorni speziati che vivacizzano la dinamica, tannino filigranato e frutto croccante che dà grande piacevolezza. Molto buono.
Castello Tricerchi – A.D. 1441
Profumi delicati di anice e origano, mentolo e pastiglia alla viola, pepe bianco, alloro. Piace per l’equilibrio del sorso grintoso e ficcante, con tannino serrato – ma non polveroso – e un finale al sapore di bacche rosse che sfuma lento. Veramente centrato.
Castiglion del Bosco
Pepe rosa e lampone, fragola, sottobosco ed erbe aromatiche. Ben profilato con tannino appena rugoso, salinità e contrappunti amarognoli, finale non infinito, ma fresco e coerente. Più che discreto.
Castiglion del Bosco – Campo del Drago
Cioccolato e tabacco, terriccio e qualche cenno balsamico. E’ carico, opulento, segnato da un tannino appena fuori posto e leggermente monocorde nella chiusura fruttata e terragna. In questa fase convince di più il Brunello “base”.
Cava d’ Onice
Incerto, fumoso e animale. Abbastanza energico, con tannino imponente e finale balsamico e cioccolatoso di persistenza discreta.
Cava d’Onice Sensis
Lampone e cannella, pot-pourri, radici ed erbe officinali. Molto più interessante del precedente: oscilla tra arancio, ribes nero, tannino agile e fragrante, rimandi balsamici e salinità ben dosata. E’ a un passo dai migliori assaggi.
Celestino Pecci
Mirtillo rosso e cacao amaro, pietra, ruggine, qualche idea boschiva. E’ concentrato, potente, con giuste durezze che calibrano la massa e danno la terza dimensione al finale. Buono.
Celestino Pecci Poggio al Carro
Più scuro e animale, affumicato e boschivo, cupo e fascinoso. Il tannino spigoloso bilancia il frutto scuro, integro e succoso. Ritorni speziati e tostati allungano un finale di bella persistenza. Molto buono.
Ciacci Piccolomini d’Aragona
Sigaro e carne cruda, ribes rosso e fragola matura, cenni fumè. E’ voluminoso, con acidità leggermente in sordina e una verve fruttata mai sopra le righe che rende la progressione golosa. Ottimo.
Ciacci Piccolo d’Aragona – Vigna di Pianrosso
rosa rossa e creme de cassis, cappero e pasta di olive, origano, spezie fini, sottobosco e tartufo. Il sorso è abbondante, voluminoso, carico di frutto rosso maturo, ma non troppo, con qualche traccia tostata da rovere che arricchisce e non appesantisce, tannini arrembanti e un rintocco salato che allunga un finale magistrale. Raro caso in cui il 2017 ha poco da invidiare al 2016 della stessa azienda.
Col d’Orcia
Bosco dopo la pioggia, mirtilli rossi ed erbe aromatiche. Didattico e abbastanza equilibrato, con un frutto centrato e goloso e un finale semplice su toni di legno arso. Decisamente valido se rapportato al prezzo e al numero di bottiglie prodotte.
Col di Lamo
Scuro ed ermetico, animale e terragno. Tannino appena rugoso, ma il frutto riesce ad emergere e domina la progressione fino al finale affumicato. Discreto.
Collemattoni
Molto ammiccante: cardamomo, sandalo, cumino, origano e creme de cassis. E’ largo e goloso, fruttato e vellutato, non privo delle giuste durezze, ma disteso, rilassato, con tannino di media presa e finale speziato decisamente ammiccante. Molto buono.
Cordella
Erbe aromatiche ed eucalipto, ribes rossi e violetta. E’ appena rustico, ma accattivante, con tannini fitti che allentano la presa nel finale floreale e balsamico. Discreto.
Corte Pavone – Campo Marzio
Ribes nero e incenso, spezie orientali a profilare un naso insolito e accattivante.Tannino un po’ polveroso e poi spezia, cannella, arancia candita, trama morbida, vellutata e soffusa vena balsamica che allunga la progressione. Convince per grazia ed equilibrio.
Corte Pavone – Fiore del Vento
Simile al precedente, ma più scuro e minerale. Impostazione coerente con frutto appena più maturo, morbidezza d’insieme e tannino ben estratto, impeto sanguigno di fondo che calibra il finale disinvolto e rinfrescante. Ottimo.
Cortonesi La Mannella
Rosmarino e talco, ribes rosso e lavanda. Il tannino è appena rugoso, lo sviluppo non finissimo, ma dinamico e salino, con finale al sapore di erbe aromatiche. Sfizioso.
Cortonesi Poggiarelli
Macchia mediterranea e lampi fruttati, spezie dolci da rovere a fare da cornice. Più massiccio de La Mannella, con un apporto del legno un po’ invadente che copre il frutto. Non facilissimo da interpretare in questa fase.
Elio Palazzesi Colleceto
Sandalo e violetta, sottobosco, cacao amaro. Molto agile, appena carente nel centro bocca, ma dritto e piacevole. Chiude tonico di arancia sanguinella. Discreto.
Fattoi
Non un prodigio d’intensità: lascia affiorare aromi mediamente intesi di pietra focaia e legno arso, bacche nere, pot-pourri. Il tannino è polveroso, ma dà slancio a un sorso di buona scorrevolezza e integrità. Valido.
Fattoria dei Barbi
Pastiglia alla viola, sottobosco verde, grafite. Bocca coerente: longilinea e appena ammandorlata, con tannino un po’ ostico e finale affumicato.
Fattoria dei Barbi Vigna del Fiore
Arroccato sulla matrice minerale. E’ snello, con un tannino piuttosto polveroso e un finale di media persistenza su toni boschivi e speziati. Da riprovare tra qualche anno.
Donatella Cinelli Colombini – Prime Donne
Carne cruda e cioccolato, melograno e tostature a tutto spiano. Il corpo è solido e possente, il tannino reattivo dà forza a una progressione equilibrata con finale semplice su toni di nocciole e affumicatura. Discreto.
Fattoria Il Pino
Bel naso con rosa rossa e lamponi, incenso, erbe aromatiche, cardamomo e tabacco da pipa. E’ potente, concentrato, con tannino impegnativo, ma ben estratto. Chiude tonico, saporito su toni di tarocco siciliano e macchia mediterranea. Notevole.
La Lecciaia
Rosmarino, ribes rosso ed erbe aromatiche. Sorso contratto, poco concessivo in questa fase.
Ferrero
Scuro e fumoso: pellame, caffè, oliva al forno e chiodo di garofano. Denso e un po’ cupo, con ampi ritorni di frutto scuro, tannini appena polverosi e un finale che svela qualche traccia di maturità precoce.
Fornacina
Macchia mediterranea e sottobosco, carne grigliata, erbe aromatiche, ciliegia e mirtilli. Bella croccantezza: tannino fitto, frutto caldo e goloso a contrasto, finale di buona durata su toni boschivi e fumè. Più che valido.
Fossacolle
Frutti neri e un tocco tostato, cenni speziati che preannunciano un sorso piccante, carico di frutto maturo, con accenti di dolcezza da legno e ritorni tostati nel finale un po’ monocorde, ma non sgradevole.
Franco Pacenti
Rosmarino ed eucalipto, concia, more, anice stellato, violette e incenso. E’ succoso e avvolgente, con tannino ben estratto ed erbe aromatiche a volontà nel finale caldo quanto basta, non lunghissimo, ma preciso. Ottimo.
Giodo
Legno arso e ribes nero, violetta, tè matcha, chiodo di garofano e polvere di caffè. Il sorso è soave, disteso, calibrato dal tannino quasi impalpabile e da una spinta acida gagliarda che conduce una progressione energica e sfiziosa. Tra i più eleganti in assoluto.
Palazzone
Cenni selvatici e frutti rossi in confettura, qualche lampo ematico. E’ longilineo e reattivo, con un tannino un po’ rugoso e un finale che verte su toni coerenti di di gelatina di mirtilli e spezie scure. Valido.
Paradiso di Frassina Mozart Wine
Rosmarino e lentisco, ruggine, carne grigliata. E’ largo, opulento, con frutto leggermente sovramaturo, poche durezze e giusto un pizzico di spezia che ravviva il finale.
Il Paradiso di Manfredi
Resina di pino, petricore, bacche rosse e pellame; poi qualche sbuffo di spezie orientali. Sorprende e conquista il sorso imperniato su di un tannino magistralmente estratto, succoso di ribes e mirtillo, con eco mentolata che allunga il finale rarefatto, arioso. Splendido!
Il Poggione
Molto classico con ruggine e bosco, arancia rossa, speziatura vivace da annata calda. Il tannino è appena ruspante, ma non inficia la progressione energica e di buona piacevolezza. Più che valido.
Innocenti
Concia e sottobosco verde, rosmarino. Dritto, dinamico, ma con tannino appena verdognolo. Da rivalutare tra qualche tempo.
La Colombina
Mela rossa e cenni animali, legno arso, fiori appassiti. Sorso appena evoluto, ma di bella cremosità e consistenza, con tannino solido che dà vigore a un finale coerente su toni di giuggiole e nocciola. Valido.
La Fiorita
Spezie scure ed eucalipto, tracce di tostatura e un’idea floreale. Buon equilibrio, frutto succoso, tannino ben gestito e finale di media persistenza. Discreto.
La Fornace
Cacao amaro, sottobosco, qualche traccia di spezia. Sorso di media presenza, saporito e piccante, con finale ematico e balsamico di bella energia. Valido.
La Fortuna
Frutti neri e terra bagnata, cenni affumicati e di pepe bianco. Sorso che mostra tracce di sovramaturazione, ma riesce a stare in piedi grazie alla spinta acida di fondo.
La Gerla
Visciola e melagrana, carne grigliata ed erbe aromatiche. Potente e carico di frutto, il tannino è morbido, lo sviluppo ben calibrato tra polpa e discrete durezze di fondo. Buono.
La Gerla Pieve 6170
Cioccolato fondente e funghi porcini, fiori appassiti e tracce da scatola da sigari a delineare un profilo accattivante. Godereccio e ben bilanciato, denso frutto di maturo, ma senza eccessi. Il tannino è morbido, un tocco ferruginoso dà la terza dimensione al finale integro e godibile. Ottimo.
La Magia
Legno arso, rosmarino, viola e mirtilli rossi in confettura. E’ robusto, avvenente, con frutto in bella mostra, rintocchi tostati che arricchiscono la progressione e un finale al sapore di legni balsamici e ciliegia nera. Moderno, ma molto buono.
La Magia Ciliegio
Ampio nei rimandi all’incenso e al legno di rosa, alle erbe aromatiche e al sottobosco verde. Porta in dote la dose generosa di frutto del terroir luminosissimo di Castelnuovo dell’Abate, ma è grintoso e composto, segnato da tannini fitti e da ritorni agrumati che rendono sinuosa la silhouette del sorso. Eccezionale.
La Palazzetta
Melagrana, ciliegia, humus ed erbe aromatiche. Tannino asciugante e frutto in sordina, nota amaricante che domina il sorso. Un po’ ruvido.
La Poderina
Vernice e carrube, susine nere e un’insolita matrice floreale che rasenta il geranio. Il sorso è opulento, con tannini ruvidi e un finale monocorde.
La Rasina
Melagrana e visciola, tracce di spezie scure e tostatura. E concentrato, avvenente, un po’ monolitico, ma gradevole e abbastanza profondo. Discreto.
La Rasina Persante
Più cupo e fumoso: cola e mirtilli, legno affumicato, grafite, cenni bosè. Tannino appena polveroso, corpo scuro e cremoso, finale su toni di bosco e torrefazione. Valido.
La Serena
Esordio su note di pellame, poi cacao e tartufo, cenere e gelsi. Buona la polpa in bocca, che, però, è sopraffatta dal tannino mordente. Da rivalutare dopo qualche mese di assestamento.
La Togata
Arancia rossa, erbe officinali e lamponi maturi delineano un naso accattivante. L’acidità tonica sostiene una progressione di discreta energia e ottimo equilibrio, molto piacevole nel suo complesso. Buono.
La Togata – Togata dei Togati
Ciliegia e grafite, humus, erbe silvestri, viola mammola. Ampio e disinvolto, suadente e godereccio con tannino di media presa, rintocchi balsamici ed ematici che allungano il finale convincente. Ottimo!
Lambardi
Scuro, fumoso, un po’ ritroso. Concede di più in bocca, dove il tannino fitto sostiene una progressione abbastanza bilanciata su toni boschivi e di frutti neri maturi. Un po’ cupo, ma piacevole.
Le Chiuse
Anice stellato e mirtilli aciduli, iris, cipria, vetiver. Molto snella e posata, longilinea e croccante di fruttini neri maturi, ha una dinamica fine e golosa, floreale nell’epilogo suadente. Si farà bere da subito con grande facilità e non avrà bisogno di abbinamenti particolarmente complessi: basterà un piatto di pici al ragù.
Le Gode
Ruggine e muschio, origano, cumino, refoli di mirtilli che s’intrecciano con una nota animale. Appena rustico ma accattivante, con tannini fitti e frutto succoso, centrato. Finale che insiste su nuovo su toni selvatici un po’ scapigliati, ma caratterizzanti. Ottimo.
Le Gode Montosoli
anisetta e sambuca, viola appassita, more e gelsi maturi, scatola da sigari. Tenebroso, scapigliato, a un tempo potente e raffinato, con una progressione senza compromessi segnata da tannini fitti e un lungo finale su toni di sottobosco silvano e frutti neri croccanti, rugiadosi. Fascino magnetico di un Brunello fuori dal coro.
Le Macioche
Rosmarino e alloro, creme de cassis, viola e geranio. Largo e compiacente con frutto avvenente, molto maturo e tannino leggermente polveroso. Pepe, erbe aromatiche e cenni floreali delineano il finale di media persistenza. Valido.
Lisini
Macchia mediterranea a tutto spiano, poi peperone crusco e ciliegia nera, fiori appassiti, legno arso. Molto equilibrato e accattivante: la spinta salina traina uno sviluppo energico, caldo quanto basta, imperniato su di un tannino fitto, perfettamente estratto. Gagliarda la chiusura che torna sulle note del naso. Notevole!
Mastrojanni
Austero, riservato, incentrato su toni fumosi e di fruttini neri. Insiste sulle stesse note in bocca, con frutto scuro, lampi di tostatura sul fondo e un tannino potente che al momento svetta sulle altre componenti. Da riprovare.
Mastrojanni Vigna Loreto
Animale e balsamico, vagamente floreale sul fondo. Anche questo è imbrigliato nella morsa tannica, ma c’è più frutto e più densità aromatica. Ricordi balsamici e di terra bagnata arricchiscono il finale in via di assestamento. Promettente.
Matè
Rosmarino e timo, pot-pourri e concia, humus e susine nere compongono un quadro interessante. Il tannino è ben estratto e ritma un sorso goloso, carico di frutto rosso fragrante, speziato e balsamico nei rimandi retro-olfattivi. A un passo dai migliori.
Mocali
Naso classico e scuro: melagrana e giuggiola, humus, cenni speziati. Frutto molto ricco e tocco piccante a contrasto, sapidità discreta, concentrazione importante, tannino morbido e finale balsamico di media durata. Discreto.
Mocali Raunate
Ruggine e nappa, melagrana, giuggiola, paprika, tocco d’incenso e fondo di pot-pourri. Dritto, energico, molto caratterizzante. Il tannino è ben fuso nel corpo, il frutto integro; cenni speziati ravvivano un finale di buona lunghezza. Ottimo.
Musico
Cioccolato e terra, grafite, tabacco ed erbe aromatiche. Caldo e carico, ma non sovraestratto , anzi sanguigno sul fondo e pepato, con frutto mai fuori misura e tocco di legno arso a siglare la chiusura. Buono.
Padelletti
Cenere e melograno, viola e sottobosco, un accento selvatico. Concentrazione golosa ed equilibrio, sviluppo più orizzontale che verticale, ma il tannino è pulsante, intenso, e cenni di erbe aromatiche prolungano la chiosa sfaccettata e profonda. A un passo dai migliori.
Palazzo
Torba, visciola, cenni tostati. Tannino un po’ ruvido che incalza la parte fruttata ricca, molto matura, progressione potente che attualmente chiude un po’ polverosa. La materia c’è, ma bisogna vedere se il tannino si assesta.
Paradiso di Cacuci
Cacao amaro e radici, liquirizia e tabacco, qualche cenno balsamico. Legno che segna l’ingresso in bocca; poi bella densità di frutto e toni boschivi a corredo. Discreto l’allungo finale che, però, tende un po’ alla morbidezza e alla monotonia.
Patrizia Cencioni
Boschivo e paprika, origano, guizzi rinfrescanti di arancia rossa. Massiccio, ma ben calibrato dal tannino mordente e dal giusto apporto acido. Molto buono.
Pian delle Querci
Fumè e confettura di lamponi, qualche afflato floreale. Sorso con frutto stramaturo che vira su toni caramellati e tannino che dà un minimo di grinta.
Pian delle Vigne
Vegetale e humus, mela rossa e susina nera; espansivo e aperto con tocco floreale sexy e mentolo. Molto ricco in bocca, un po’ ruffiano: il tannino è quasi impercettibile, ma il contrafforte sapido riesce a bilanciare la massa e a prolungare il finale carico di frutto e di rimandi terragni. Discreto.
Pietra
Sottobosco e humus, rosmarino, creme de cassis e violetta terrosa. Agile e succoso, con tannino un pelino polveroso che dà energia alla progressione dotata di trainante energia minerale e speziata. Molto buono.
Pietroso
Sottobosco silvano, ruggine, ribes rosso, legno arso e cacao. Corpo agile, con frutto in bella vista – fragola, visciola – matrice salina discreta e finale goloso su toni di spezia dolce e kir royal. Non il miglior Pietroso di sempre, ma comunque equilibrato e raffinato.
Pinino
Fumè e rosmarino, lentisco, cenni floreali. La traccia verde che segna la bocca lo rende un po’ sgarbato.
Pinino Cupio
Vegetale, violetta e sandalo. Difficile da interpretare in questa fase.
Piombaia
Cenni ossidativi, oliva al forno, radici e china. Un po’ scontroso, con tannini fuori asse e finale su toni verdi e di legno arso. Probabile che la bottiglia non fosse in perfetta forma.
Podere Brizio
Austero ed ematico, boschivo e fumè: legno arso, salvia, rosmarino. Massa importante, ma ben calibrata da una discreta spalla acida, classici rimandi speziati di fondo e salinità interessante che bilancia un finale appena polveroso. Buono.
Podere Il Cocco
Frutto dolce incorniciato da toni di liquirizia ed erbe officinali, sottobosco, cappero selvatico, chiodo di garofano. Non troppo muscoloso, ma goloso e affabile, sapido sul fondo e tenuto in piedi da un tannino impeccabile. Finale coerente, mediterraneo, di discreta lunghezza. Molto interessante.
Podere Martoccia
Incipit di macchia mediterranea e poi rosa e fragola, legno arso e vetiver. Morbido di frutto stra-maturo all’ingresso, bilanciato da un tannino non troppo forzuto. Chiude su toni balsamici e di cacao amaro. Discreto.
Poggio Antico
Bel naso che gioca su sensazioni di fiori appassiti, ribes rosso e gelatina d’anguria, origano, eucalipto, legni aromatici. Coerente in bocca con volume e calore ben gestito, tannino ben estratto, acidità pimpante e parte fruttata misurata che sfuma nel finale di bel respiro. Ottimo.
Poggio Antico Altero
Più restio del precedente sulle prime, muschiato e cioccolatoso, ematico sul fondo. Meno decifrabile in questa fase, ma la materia è interessante e il finale fruttato e minerale dà soddisfazione.
Poggio dell’Aquila
Scuro e caldo: profuma di vegetazione bruciata, tabacco kentucky, erbe aromatiche. Carico e possente, con tannino ben intessuto a dare sostegno, macchia mediterranea e giuggiole croccanti nel finale caldo, ma allettante. Ottimo.
Poggio di Sotto
Ampio e fascinoso: carne cruda, melagrana, fragola, cenni floreali e balsamici in crescendo. In bocca è appena più semplice e rilassato del previsto, con acidità moderata, tannini vellutati e un finale che insiste su toni di gelatina di mirtilli e spezie scure. Non il miglior Poggio di Sotto di sempre, ma comunque molto buono.
Poggio Il Castellare
Rosmarino e origano, fiori appassiti, gelatina di anguria, rintocchi selvatici. Tannini appena polverosi bilanciano la bella materia che sfuma in un finale gagliardo al sapore di macchia mediterranea. Molto buono.
Poggio Landi
Legno arso e ribes, lamponi, resina di pino e chiodo di garofano. Di nuovo piccante in bocca, tannino appena scorbutico, frutto misurato e salinità interessante. Non particolarmente profondo, ma godibile e spigliato.
Renieri
Felce e legno arso, ruggine e tabacco. Il tannino copre il frutto in questa fase e rende un po’ asciutto il finale su toni terrestri. Da riprovare.
Ridolfi
Solare, ma senza eccessi, profumato di rosa appassita e lavanda, gelatina di anguria, legno arso e humus. “Sexy” è l’aggettivo giusto per descrivere la dinamica gustativa ampia, cremosa e allo stesso tempo nervosa, con finale preciso al sapore di nocciola e macchia mediterranea. Eccezionale.
Roberto Cipresso
Cioccolato e pastiglia alla viola, tratti fruttati e speziati prorompenti quasi in stile Supertuscan. Frutto debordante in bocca e ritorni tostati; progressione accomodante con tannino cesellato e finale balsamico e speziato. Ben confezionato.
Salvioni
Pastiglia alla liquirizia, pot-pourri di fiori rossi, tabacco da pipa, erbe officinali e tartare. La bocca è vivace e scalpitante, in perfetto tra frutto ricco e goloso, tannino agile, rimandi ai fiori e alle spezie scure che plasmano uno sviluppo estroso e accattivante, boschivo nel finale profondo e appagante. Una certezza.
San Polino
Cenni animali, poi paprika ed erbe aromatiche, chiodo di garofano, humus. Buona la complessità del sorso, ma il tannino è un po’ aggressivo e svetta sul frutto. Il finale affumicato è in via di assestamento. Da riprovare tra qualche tempo.
San Polo
Prugna e marasca, rosa rossa, soffi d’incenso. Potente, ma con buon grip di fondo, avvolgente e alcolico, più garbato e floreale nel finale di buon respiro sorretto da tannini precisi. Più che valido.
San Polo Vignavecchia
Mirtilli neri e liquore all’anice, tracce di evoluzione che vanno a braccetto con cannella, vaniglia, un soffio di alloro. Il sorso contraddice il naso e tira fuori un nerbo acido saldo che smorza la mole fruttata. Un tocco di spezia da rovere comprime appena un finale comunque garbato e convincente. Buono.
San Carlo
Origano e tabacco kentucky, fiori appassiti. Robusto, caloroso, con tannino scalpitante e speziatura di fondo. Finale semplice, ma centrato. Valido.
San Lorenzo
Visciola e melagrana, tè nero, caffè in granì, sottobosco. Corpo pieno, ma non tracotante, con tannini leggermente rugosi che danno forza alla progressione e acidità ben dosata che dinamizza il finale di buona durata. Tutto dipende dal tannino: se si assesterà, diventerà un fuoriclasse.
Santa Giulia
Frutto stra-maturo e cenni ematici. Dinamica semplice, con tannino polveroso e finale che insiste su notate fruttate un po’ sovramature.
Scopetone
Gelatina di ribes e tè nero, sandalo, spezie scure. Garbato e soave, non troppo impegnativo, con tannino ben gestito e toni di fragola e pepe rosa nel finale di media persistenza. Valido.
Sestadisopra
Scuro e bizzarro: molto animale in prima battuta e poi terroso e vagamente floreale. Sorso un po’ massiccio con tannino leggermente asciugante.
Sesti
Creme de cassis e cannella, ginseng, pepe e sottobosco, legno di sandalo. Delicato e suadente, croccante e succoso di frutto non troppo maturo; il tannino è fitto, ma fine, il frutto riecheggia nel finale insieme a rimandi di erbe aromatiche. Molto buono.
Talenti
Legno arso e sottobosco verde, ribes nero, bacca di ginepro. Bella polpa fruttata non eccessiva, tannino di media presa, succosità e rimandi piccanti nella chiusura equilibrata, dinamica. Buono.
Talenti Piero
Ruggine e sottobosco, incenso, origano, alloro e lampi fruttati a profilare un naso interessante. Sorso sempre polputo e accattivante, con tannino più potente e ritorni affumicati nel finale un pelino più alcolico. Sempre buono.
Tassi
Cenni ematici che incorniciano ribes e mirtilli maturi, poi erbe officinali, menta, qualche idea floreale. Immediato e seducente, con tannino appena sopra le righe, ma contrappesato dal frutto ricco, goloso, non eccessivamente maturo. Finale fine e arioso. Ottimo.
Tassi Vigna Colombaio
Rosa appassita e gelatina d’anguria, sandalo, noce moscata, ruggine e un tocco di spezie orientali. Cremoso in apertura, poi più scuro ed ematico, rimane sempre fine, composto, arioso e suadente, con tannini perfettamente cesellati e un finale grintoso al sapore di arancia sanguinella. Eccezionale.
Tenuta Buon Tempo
Fragola candonga e arancia sanguinella, rosmarino, alloro, pepe bianco, viola mammola ed eucalipto. E’ intensamente solare e mediterraneo, immediato e godereccio, ma anche tannico quanto basta e sostenuto da una discreta spalla acida. Forse non sarà tra le versione più durevoli in assoluto, ma nel medio termine può regalare soddisfazioni notevoli.
Tenuta Fanti
Molto classico con alloro e macchia mediterranea frutti rossi croccanti e un cenno di sottobosco. E’ largo e cremoso, con tannini di media presa e rintocchi speziati che danno brio, salinità e rimandi fruttati nel finale di discreta durata. Buono.
Tenuta Fanti Vallocchio
Ruggine e fumo, mora e lamponi in gelatina, legno arso, fondo di caffè e di humus. Sorso imponente, con carica fruttata notevole, ritorni di nocciole e qualche tocco floreale che allieta la chiusura garbata, di buona durata. Ottimo.
Tenuta La Fuga
Sottobosco e moca, more e gelsi, carne grigliata. Potente e concentrato, caldo e avvenente, con discreto piglio acido sul fondo e tannino disinvolto. Molto godibile.
Tenuta San Giorgio Ugolforte
Fiori rossi in apertura, poi terriccio e caffè, alloro, cenni più scuri di tabacco da pipa. Buono il piglio acido che sostiene la struttura robusta; tannino non troppo impegnativo,rimandi fruttati golosi che riecheggiano anche nel finale appena sfocato dall’alcol.
Tenute Silvio Nardi
Austero: sa di spezie scure, erbe officinali, violetta e ribes immaturi. E’ denso e massiccio, con tannino arrembante – ma composto – e buon respiro balsamico di fondo che completa un sorso in via di assestamento. Molto buono.
Tenute Silvio Nardi Poggio Doria
Mirtilli selvatici e giuggiole, viola e iris, tabacco mentolato e cioccolato fondente, accenti ematici e speziati. E’ quasi arcigno in questa fase, ma evidenzia una materia non da poco. Il tannino è travolgente, ma senza sbavature, la spinta acida data dal mesoclima fresco snellisce il sorso e prolunga un finale snello, accattivante, balsamico e sottilmente floreale. Eccellente!
Tiezzi Poggio Cerrino
Accento selvatico e mela rossa, cenni catramosi e fuligginosi. Buona materia appena compressa dal tannino irruente, che allenta la presa in un finale intrigante al sapore di nocciola e terra bagnata. Valido.
Tiezzi Vigna Soccorso
Creme de cassis e pot-pourri di fiori rossi, lavanda, erbe aromatiche, un cenno di sottobosco e di affumicatura. E’ disteso, grazioso e succoso, ma anche dotato di energia minerale di fondo che lo rende integro, accattivante, incisivo. E’ tra i pochi 2017 che metterei tranquillamente a riposare in cantina.
Tornesi
Fruttini neri e lavanda, fiori rossi in appassimento. Al naso intrigante corrisponde un sorso abbastanza equilibrato, con sapidità a supporto della massa e rintocchi di cacao e giuggiole nella persistenza di discreta durata. Valido.
Uccelliera
Gelatina di ribes, kir royal, sandalo e incenso, caffè e vetiver delineano il profilo esuberante di un’etichetta classica in grande spolvero. Il corpo è robusto e cremoso, il respiro alcolico si fa sentire, ma tutto è messo a bada dalle giuste durezze tanniche e acide e dalla verve speziata che vivacizza il sorso. Straordinario.
Verbena
Classico con fuliggine e ribes rosso, cacao, grafite e ruggine, un cenno di spezie da rovere che non stona. Struttura morbida e di bella suadenza: progressione fine e succosa con rimandi balsamici a siglare la chiosa. Molto buono.
Verbena Le Pope
Viola mammola, mirtilli e more, sandalo, noce moscata, polvere di cacao e humus. E’ garbato e goloso, appena arrotondato dall’apporto ben integrato del rovere, ma sempre disinvolto ed energico, sostenuto da un tannino di rara finezza e mentolato nel finale aggraziato. Eccezionale.
Villa al Cortile
Macchia marina, sottobosco, pomodorino confit, scatola da sigari. E’ abbastanza agile, scorrevole, ma il tannino fuori asse lo rende astringente e ammandorlato in chiusura.
Villa Le Prata
Bel naso con humus e cioccolato, more e gelsi, sottobosco, violette e mentolo. Sorso sinuoso e sanguigno, con frutto appena sovramaturo sul fondo, tannini fitti ma ben integrati e rimandi all’arancia rossa che rendono il finale tonico e molto godibile. Ottimo.
Villa Poggio Salvi
Lampone e cacao amaro, macchia mediterranea, pastiglia alla viola. Frutto dolce in apertura e poi guizzi di erbe aromatiche; tannino ben estratto, cenni floreali che rendono fine e spensierata una progressione abbastanza semplice, ma coerente e gradevole. Valido.
Villa Poggio Salvi Pomona
Meno concessivo del base, con tratti boschivi e lampi di frutti rossi stra-maturi. Parte fine e balsamico, ma poi vira su note fruttate dolci che lo rendono un po’ monotono.
Voliero
Ribes rosso, mora e cenni rugginosi, erbe aromatiche, humus. Sorso espansivo e cremoso, calibrato da un tannino insistente che molla la presa nel finale piccante. Raffinato e sfizioso.