Brancato 2011 Fiano di Avellino docg
Fiano Riserva? Per il momento si fa ma non si dice perchè quando è stato scritto il disciplinare docg non si è pensato alla possibilità di codificare anche l’attesa del tempo che regala valore aggiunto al vino.
Pensavo questo sorseggiando il Brancato 2011 di Milena Pepe, appena mille bottiglie di un bianco passato in legno, in misura decisamente meno marcata rispetto alla precedente edizione.
Diventa indispensabile codificare il ritardo, favorirlo, perchè il vino è l’unico mondo rimasto dove questo atteggiamento ha un segno positivo. L’11 aprile il Consorzio formalizzerà alcune proposte, l’obiettivo per il momento è quello dei piccoli passi, mettere a posto alcune incongruenze su cui la burocrazia è pronta a ghermire la preda per fare multe, intimidire, imporre vessazioni a chi fa agricoltura.
Ma oltre al tempo il Brancato di Milena Pepe pone al il tema del legno, il dibattito è aperto. Certo, viene da sorridere quando i puristi affermano di lavorare solo in acciaio, materiale che è noto, viene dai romani che lo usarono per sostituire le anfore. In ogni caso, al di là dei proclami ideologici, davvero una spalla di legno non è assolutamente negativa quando viene gestita con la giusta misura dal produttore perché impone il cammino lungo.
Ecco dunque che due questioni molto distanti fra loro, la correzione di una norma e l’uso di un materiale per gestire la vinificazione, finiscono per incrociarsi proprio sulla gestione del tempo. Sono sempre più numerose ormai le cantine che ritardano i tempi, aspettano prima di mettere in vendita i bianchi. E questo è davvero un aspetto decisamente positivo che noi non smetteremo mai di incoraggiare.
Il Brancato 2011 appartiene a una annata difficile ma non cattiva, una magra fra due millesimii imponenti e che promettono tutto.
Ma proprio questa esiguità materica è quello che mi fa affezionare sempre di più ai bianchi di questa vendemmia. E le premesse per soddisfazioni future ci sono tutte, come dimostra questa bella bottiglia della ragazzina tornata dal Belgio per fare grandi vini e restituire dignità alla Carazita.
Sede a Sant’Angelo all’Esca. Via Santa Vara. Tel. 0827.73766, fax 0827.78163. www.tenutacavalierpepe.it Bottiglie prodotte: 250.000. Ettari: 40 di proprietà. Vitigni: aglianico, merlot, fiano, greco, coda di volpe