Boschetto Campacci (Castelnuovo Berardenga) – Falanghina e Sangiovese: matrimonio perfetto


di Pasquale Carlo

Nel 2016, dopo dieci anni dedicati esclusivamente al mondo della finanza, il toscano Luigi Frascino (con origini sannite) decide di dare sfogo alla sua innata passione per il mondo del vino con la fondazione dell’azienda Boschetto Campacci. Siamo nel cuore della Toscana, un posto non scelto a caso, ma perseguito con tenacia, proprio come si ricerca un tesoro: Luigi arriva da queste parti dopo aver letto in un documento del 1878, quindi prima dell’arrivo della fillossera in Toscana (1888), che nel podere Santa Caterina (questo il vecchio nome della tenuta) si piantavano vigneti che davano vini eccellenti.

Luigi e Angelo Frascino

Luigi e Angelo Frascino

In questa ricerca Luigi si è avvalso di Riccardo Cotarella, enologo di fama internazionale e di grandissima esperienza, che ha prontamente sposato questo ambizioso progetto, consigliando sull’impianto di nuovi vigneti e sul ripristino di quelli storici, sull’introduzione di nuove tecniche di viticoltura e, soprattutto, dirigendo il minuzioso e attento lavoro di cantina.

Riccardo Cotarella

Riccardo Cotarella

Ben ventidue gli ettari di proprietà, di cui undici vitati, tutti nel comune di Castelnuovo Berardenga, a poca distanza da Siena, nel cuore dell’areale di produzione del Chianti Classico. Vigne che sorgono ad un’altitudine media di 400 metri sul livello del mare. La maggior parte delle vigne ospitano uve sangiovese, come ad esempio i tre ettari del nucleo storico aziendale, con piante che arrivano anche ai sessanta anni.  Al sangiovese si affiancano uve canaiolo e le internazionali merlot. I suoli sono di origine pliocenica, caratterizzati da uno scheletro con forte presenza di galestro, che rappresentano l’essenza e l’unicità del terroir chiantigiano.

Tenuta Boschetto Campacci

Tenuta Boschetto Campacci

Tutto parla di Sangiovese. Eppure, la bella sorpresa al Vinitaly è stata la scoperta di una bottiglia Falanghina del Sannio Dop etichettata Boschetto Campacci. Anche in questo caso tutto è dovuto allo zampino di Cotarella, che ha riacceso il legame della famiglia Frascino con la loro terra di origine facendo leva sulle grandi potenzialità di questo vitigno sannita. Sannita come il vino, che viene prodotto tra le mura della cooperativa ‘La Guardiense’. Con ‘Persano 2022’ ci troviamo di fronte ad una falanghina schietta, tipica, fresca, che si presenta con toni fruttati ma mai dolci, con la beva che si sviluppa energica e armonica, segnata da un esplosivo finale, lungo, sapido, gustoso, che invoglia nuovamente alla beva.

La Falanghina di Boschetto Campacci - 1

La Falanghina di Boschetto Campacci – 1

La Falanghina di Boschetto Campacci - 2

La Falanghina di Boschetto Campacci – 2

In questa prima uscita al Vinitaly, l’azienda ha presentato anche l’annata 2022 del Chianti Classico Riserva ‘Ruello’. Sono 50.000 le bottiglie prodotte, di cui la metà destinate al mercato estero. Un calice che fa bene al Chianti e al cuore. Elegante già alla vista, rosso brillante luminosissimo; al naso avvertiamo un piacevolissimo floreale secco, legno di grande nobiltà e mai invadente, sentori di dolcezza. In bocca spazia per l’avvolgente frutto, fresco, succoso, continuamente sorretto da un tannino fitto e di grande eleganza. Mai stancante, lunghissimo.

Chianti Classico Riserva 'Ruello'

Chianti Classico Riserva ‘Ruello’

Infine, l’etichetta Toscana Igt Passito ‘Il Luigi’, ottenuto da uve sangiovese e da uve di altri vitigni storici a bassa rossa, provenienti dalle vigne aziendali più longeve. Dopo la raccolta manuale e una scrupolosa selezione delle uve, segue la fase di appassimento, con grande attenzione alle   condizioni di umidità e alle temperature, al fine di favorire la formazione di muffa nobile.

La "chicca" Il Luigi

La “chicca” Il Luigi

Al momento della vinificazione si utilizzano per la fermentazione barrique di rovere francese; nello stesso legno avviene l’affinamento, che dura circa due anni e mezzo, a cui segue un ulteriore mezzo anno di affinamento in vetro. Il colore è piacevolmente ambrato, mentre al naso emerge a primo impatto tanta frutta rossa matura, donando al vino un profilo da cherry, mentre piano piano il profilo dolce richiama frutta essiccata e spuntano sbuffi intensi di spezie e foglie di tabacco secco. In bocca domina la complessità sorretta da una spinta acida mai seduta, che conferisce al vino grandi potenzialità di abbinamento.