Borgo di Gete 2006 Colli di Salerno igt


Borgo di Gete 2006

Indovina indovinello, in Costiera qual è il vino più bello? Facile la risposta, difficile trovarlo: è il Tintore, meno di diecimila bottiglie e appena qualche ettaro diviso tra quattro produttori. Di questa uva si era persa quasi memoria, confusa in passato nel Gragnano nelle «traffiche» consumate a dicembre sul Valico di Chiunzi dove si incontravano produttori e grossisti. Poi, piano piano, la voglia insopprimibile di mettere alla prova quelle vigne centenarie a piede franco sparse qua e là nel mitico areale di Tramonti, il grande polmone agricolo dei Monti Lattari.
Una storia recente, di ieri. Iniziata di fatto ufficialmente nel 2005 con il Borgo di Gete di Luigi Reale nato dalla collaborazione con il giovane enologo irpino Sebastiano Fortunato. Lo abbiamo riprovato martedì alla Cantina degli Astroni dove sì è tenuto il Tintore Day organizzato in collaborazione con Ais Napoli e Ais Costa D’Amalfi al quale hanno partecipato le aziende Reale, Monte di Grazia (il cui enologo è Gerardo Vernazzaro, proprietario di Cantine Astroni e che qui fa l’unica consulenza esterna) e Tenuta San Francesco.
Un vino fresco, pieno di carattere che nel corso degli anni ha ben digerito il legno. A maggior ragione sarà la stessa cosa con il 2006, in commercio tra qualche settimana, molto più fresco e vibrante, capace di annunciare al palato il carattere di questa uva tipica del territorio, sicuramente parente dell’Aglianico ma dal quale si distingue nettamente. Gete è il borgo dove si ritrovano tutte e tre le aziende per quella strana chimica pensata dal Fato, qui potrete bere l’ultimo rosso di Gigino e Fortunato sulla cucina dell’Osteria Reale, una certezza semplice di territorio, compiuta espressione della tradizione contadina della Costiera Amalfitana ancora fuori ad ogni circuito turistico nonostante siamo a meno di dieci chilometri da Amalfi. Il costo in uscita supera i 15 euro, quindi sopra la media dei rossi campani, compresi i Taurasi. Ma per un vino unico, meno di duemila bottiglie, nato in un terroir assolutamente fantastico e onirico.
Ovviamente le condizioni di produzione aiutano a comprendere il costo, ma la qualità nel bicchiere è poi la spinta decisiva al consumo e vi assicuriamo di essere di fronte ad un rosso delle grandi occasioni, una festa, una ricorrenza. Lo berrete su arrosti, formaggi stagionati, una autentico ragù napoletano. Da conservare per tutti gli anni che vorrete.