Birrifici campani crescono: Birrificio Irpino a Manocalzati


Stefano Doria e Roberto Moschella

di Paolo Mazzola

Nasce nel luglio 2010 a Manocalzati, la cittadina dai cinque colli, in provincia di Avellino, un nuovo brewpub :  il Birrificio Irpino.

La parte birraria del pub è gestita da Roberto Moschella che si occupa degli aspetti commerciali ed amministrativi e  da Stefano Doria che, sotto la sapiente guida di Luigi Serpe, cura la produzione di birra. L’idea parte da lontano, da un viaggio realizzato in Lombardia nel 2000 da Roberto e dal fratello di Stefano , durante il quale visitano il birrificio di Como e restano colpiti dall’idea del brewpub. L’idea prende corpo accumulando esperienza con il pub DWine ad Avellino, dove verificano la concreta possibilità di proporre un’azienda birraria in un mondo dove impera la cultura del vino con le DOCG di Taurasi, Greco e Fiano  e che sta investendo molto nel settore enologico che trae origine dalle proprie tradizioni Irpine.

Birrificio

Il progetto di microimpresa è approvato e parte nel dicembre 2009. Alcuni  mesi per le pratiche burocratiche e per realizzare la struttura e l’impianto e il 7 luglio 2010  si inaugura con la prima  birra “Toppole Anniversario”.

Bottiglie

L’impianto è realizzato da una rinomata azienda umbra “Spadoni” e prevede una capacità in cottura da 6hl/cotta e 3 fermentatori da 10 hl l’uno. La produzione nell’anno 2011 sarà pari a circa 150 hl.

Il brewpub

Alla parte birraria è stata affiancata la ristorazione, a cura di Carmine Della Bruna, che gestisce “La Giraffa” ad Avellino, grazie ad uno spazio ampio nel brewpub, che prevede 120 posti all’aperto e 30 all’interno, estendibili a 60.

Impianto a vista

La cucina scelta si adatta all’offerta birraria e spazia da una scelta “leggera” di fritti , salumi o formaggi, a piatti più impegnativi come  risotti, carne declinata in varie tipologie, tra cui spiccano le specialità alla  brace, per finire con la “cucina alla birra”:stinco con “Toppole”, tagliata di maiale alla “Ramera”, cosciotto di pollo e picana con porcini e “Toppole” e un gustosissimo tiramisu “Birramisu” preparato con aggiunta di “Ramera”.

La sala del brewpub

Le birre sono state realizzate da Luigi Serpe, bravo birraio irpino, proprietario di “Malto Vivo”, interpretando  desideri e indicazioni di Stefano e Roberto.

Una visita all'impianto a vista nel brewpub

Il logo è una b con sopra  un piccolo arco di colore verde, a richiamare il colore  tipico dell’Irpinia.

Vista dall'esterno

I nomi delle birre sono ispirati a  luoghi, episodi e storia del territorio Irpino.

Volendo sintetizzare  i profili delle tre birre prodotte in poche parole: la” duemiladieci” bevibile ed originale, la “Ramera” maltosa ed equilibrata, la “Toppole” fruttata, alcolica e speziata.

Impianto a vista

“Duemiladieci” . Nasce come birra chiara di buona bevibilità e buona personalità, con ricetta originale che si differenzia  dall’offerta comune che si trova sul mercato.

Belgian Pale Ale di 13 gradi Plato e 5,2°alcolici, chiara con 20-22 IBU unità d’amaro.

Colore giallo dorato, si presenta all’olfatto con delicate sensazioni speziate, di pepe e di coriandolo, seguono sensazioni di erba tagliata da luppolo,  maltose, da cereale cotto ,e infine un  leggero fruttato. Al gusto si presenta secca, con un finale caratterizzato dal coriandolo e dal luppolo, dosato in un insieme equilibrato e di ottima bevibilità. Per dare questa sensazione secca è utilizzato un lievito neutro ; luppoli l’Hallertau Hersbrucker da amaro e l’East Kent Golding, pulito, nitido e speziato da aroma.

“Ramera”. Il nome viene dal ricordo di Roberto di un vecchio opificio di San Potito, chiuso negli anni ’70, che produceva rame.

La birra è una Pale Ale di 13 gradi Plato, 5,2 °alc., e sensibilmente più luppolata della precedente,  35 IBU unità d’amaro.

Ambrata, all’olfatto presenta la sua maltosità, con note di caramello e tostate a cui contribuisce una percentuale di malti affumicati , chiudono sensazioni erbacee provenienti dal luppolo . Abbastanza secca al gusto, anche in questo caso per ottenere questo profilo è stato usato un lievito più o meno neutro,  con un predominio della nota maltata ed affumicata ed una chiusura dove le sensazioni del luppolo  bilanciano quest’effetto e ci danno una gradevole persistenza.

Anche qui Hallertau Hersbrucker da amaro e East Kent Golding da aroma.

“Toppole” . Dal dialetto irpino, che indica la parte più alta del paese.

Prodotta in due versioni, normale e  “anniversario”, più ricca di spezie. Birra chiara, più corposa ed alcolica, 17 gradi Plato, 7°alc.  25 IBU d’amaro.

Birra preferita dai giovani e da coloro che cercano gusti particolari, mentre la Duemiladieci è preferita d’estate e da chi predilige una buona bevibilità e la Ramera è   particolarmente gradita in cucina e negli abbinamenti con il cibo.

In questo caso è l’azione dei lieviti a prevalere e a regalarci un olfatto ricco di sensazioni fruttate, di caramella mou, vaniglia e pesca, seguito da sensazioni speziate di pepe, coriandolo e cannella. Sostenuto il corpo e la maltosità, con morbidezza prevalente a cui la chiusura luppolata e speziata dona equilibrio ed eleganza  ed evita derive troppo dolci e stucchevoli.

Prosit Sas di Doria Stefano & C.
Via San Prisco 3 – 83030 Manocalzati (AV)
www.birrificioirpino.it
[email protected]
340 5289325 / 0825 1886696

3 Commenti

  1. Eccellenti prodotti, bella l’idea di usare tutti prodotti irpini. La loro prima cotta, durante Anteprima Taurasi, mi colpì molto. Complimenti.

  2. Bravo Paolo, per l’articolo e per l’andarsi a ricercare queste esperienze così interessanti. Ma soprattutto molto bravi questi due ragazzi irpini che hanno avuto il coraggio e la volontà (e, a quanto pare e in particolare, anche la qualità) per scommettere sulla cultura birraria-alimentare in un paese come il nostro dove aprire un’attività viene correttamente definito “IMPRESA”.
    Mi sembra veramente un bel messaggio.

I commenti sono chiusi.