Beviamoci Sud 2022: il report di Antonio Di Spirito
di Antonio Di Spirito
Erano trascorsi oltre due anni dall’ultimo “Beviamoci Sud”, l’evento enogastronomico per eccellenza organizzato nella capitale dall’Agenzia Riserva Grande di Marco Cum, in collaborazione con Andrea Petrini, blogger di Percorsi di Vino, e con il giornalista Luciano Pignataro. Questa del 14 e 15 maggio scorso era la quarta edizione dell’evento dedicato ai grandi vini del Sud Italia; la prima edizione era dedicata esclusivamente ai vini rossi; successivamente fu liberalizzato anche ai vini bianchi. In questo evento gli appassionati wine lovers ed operatori del settore possono degustare tutte le eccellenze vinicole che gli oltre 70 produttori delle regioni del centro sud (isole comprese) vengono ad esporre.
La manifestazione, distribuita su due giornate, si è tenuta in una ammodernata location l’Hotel Villa Panphili, nel cuore verde della capitale, la famosa Valle dei Casali. Una location non certo centrale, ma adeguata all’evento: dotata di ampi parcheggi, spazi espositivi enormi e tutti i servizi necessari all’evento. Ai banchi d’assaggio non c’è mai stato sovraffollamento e le Master Class, a numero necessariamente più limitato del solito per rispettare le necessarie distanze, erano sempre piene. D’altronde, la qualità dei vini proposti in degustazione ed i conduttori dei seminari erano un richiamo troppo forte per lasciarsi scappare l’occasione!
Parto proprio da alcuni seminari.
Assovini Sicilia si è accaparrato i due seminari della prima giornata, uno dedicato ai vini bianchi ed il secondo ai vini rossi.
Ambedue i seminari sono stati condotti da un duo d’eccezione: il Master of Wine Gabriele Gorelli e l’insuperabile Daniele Cernilli. Sulla carta poteva sembrare un abbinamento da scintille, ma l’intelligenza dei due personaggi ha portato in commento tutte le migliori esperienze, completandosi a vicenda!
Ho partecipato al secondo seminario, quello dedicato ai vini rossi ad una selezione dove, attraverso vini e vitigni tipici, sono state messe in evidenza le caratteristiche principali dei vari terroir.
Frappato 2021 – Valle dell’Acate
I vigneti sono ad Acate, tra Vittoria e Gela e questo vino è una fra le migliori espressioni della denominazione: si presenta al naso con note eleganti e floreali, con profumi di piccoli frutti di bosco, lamponi, arancia sanguinella e tabacco; ha sapori fruttati, è asciutto e fresco, ma con lievi note mordenti e piccanti, che ravvivano il lungo sorso, molto piacevole. Versatile negli abbinamenti.
Etna Rosso 2017 – Barone di Villagrande
Vino prodotto nel versante Est del vulcano. Ha profumi floreali, di marasca matura, di frutti neri e more; al palato il frutto è croccante e saporito, il tannino è ancora un po’ polveroso, ma scorrevole, speziato e fresco.
Etna Rosso 2017 Contrada Blandano – Terra di Costantino
Versante Est del vulcano, ma nell’estremità più a Sud; altro vino molto floreale e fine, profuma di frutti di bosco; al palato il tannino è levigato, molto fruttato e fresco, buona la speziatura in chiusura: molto fine.
Piano dei Daini 2019 – Tenute Bosco
Passiamo ora al versante Nord del Vulcano. Molto floreale al naso con piccoli frutti di bosco maturi; in bocca è fruttato, si avverte ancora il passaggio in legno per la maturazione, ma offre molti sapori; ha tannino levigato, il sorso è speziato, lungo e freschissimo.
Etna Rosso Scalunera 2019 – Torre Mora
Ancora sul versante Nord. Questo vino ha bisogno di tempo per aprirsi; inizialmente non è molto attrattivo al naso, manifesta note di cuoio e pellame; poi si apre e regala tanta frutta rossa di bosco; al palato, comunque, è ben vivo; è fruttato e fresco, ha un tannino ben levigato, il sorso è speziato e lungo.
A Mar Auto 2018 Cerasuolo di Vittoria –Tenuta Santo Spirito
Nel comprensorio di Vittoria c’è l’unica DOCG Siciliana. Frutto di un blend di frappato e nero d’Avola, questo vino ha profumi intensi di frutta scura succosa, come amarene ed arance rosse; al palato è molto fruttato; il sorso è vellutato e fresco, offre note iodate e speziate; molto persistente.
Doppio Zeta 2017 Sicilia Noto Rosso – Zisola
Nero d’Avola in purezza, coltivato ad alberello nella zona di Noto. Al naso è fruttato di ciliegia, ha note di cardamomo e qualche nota mineral-ferrosa; al palato è fruttato, croccante, ha un ottimo tannino; è fresco, speziato, abbastanza lungo e piacevole.
Nero d’Avola 2019 – Saia
Ancora un nero d’Avola, questa volta nel vertice più estremo della Sicilia, vicino Pachino. Al naso offre frutta rossa, spezie piccanti e note ferrose; al palato è piacevolmente fruttato ed ha tannini levigati; asciutto, ma fresco, speziato, sapido e lungo.
Domenica 15 Maggio ore 12.00 Giancarlo Moschetti, Professore Ordinario di Microbiologia Enologica e Accademico della Vite del Vino, ha tenuto una “Lectio magistralis sull’uso dei lieviti nella storia del vino italiano: l’evoluzione sull’uso dei lieviti dal dopoguerra ad oggi con lo scopo di spazzar via molte fake news sui c.d. “vini naturali”.
Al termine della lezione sono stati degustati, alcuni vini partiti dallo stesso mosto, ma fermentati con lieviti differenti; lo scopo di questa degustazione era quello di voler dimostrare l’influenza del lievito su una stessa tipologia di vino.
Altra Masterclass a cui ho partecipato era dedicata ai vini di Cantine Del Notaio; in particolare ad una verticale di sei annate di Aglianico del Vulture “La Firma”; in particolare tre vini del primo decennio di questo secolo e tre vini del secondo decennio.
La degustazione è stata guidata da Luciano Pignataro che ha introdotto il vino di punta dell’azienda, partendo dalla descrizione del territorio del Vulture, del suolo vulcanico e del suo vitigno principe: l’Aglianico. La Firma (100% aglianico) è un vino sontuoso nato da uve vendemmiate tardivamente. Ha tracciato, inoltre, il profilo innovatore di Gerardo Giuratrabocchetti, non solo in vigna, ma anche in cantina: nei primi anni si è avvalso della collaborazione del Prof. Moio ed è stato il primo nel Vulture ad utilizzare le barriques per la maturazione del vino.
Gerardo è proprietario, agronomo ed enologo dell’azienda, racconta la sua storia e quella dell’azienda e di quanta sperimentazione opera tuttora in vigna. Quindi, passa a descrivere le peculiarità del vino ed il protocollo seguito nella vinificazione: dopo la fermentazione alcolica e, possibilmente in contemporanea, la fermentazione malolattica, si fanno i classici cinque travasi, e, quindi, il vino va in barriques nuove per un invecchiamento di almeno 12 mesi. Ma il dato di fatto scaturito dai dati analizzati negli anni e proiettati nell’occasione, si riassume nel seguente assunto: la bontà dell’annata non è influenzata dall’innalzamento termico o dall’intensità del caldo, bensì dalla quantità delle precipitazioni (piovosità annuale) e dall’entità delle escursioni termiche. Il tutto favorito dalla natura tufacea del suolo che trattiene come una spugna e rende quantità di acqua alle piante con continuità.
La Firma 2015
In quest’annata l’andamento climatico è stato abbastanza regolare, mentre l’apporto idrico delle piogge c’è stato ad inizio primavera e nel mese di ottobre. Il vino ci regala profumi di frutta rossa matura e carrube, note minerali metalliche (vulcaniche) e balsamiche; al palato porta sapori fruttati croccanti, è fresco, sapido, ha spezie dolci, tannini setosi ed una chiusura amaricante.
La Firma 2014
Andamento climatico regolare, mentre la piovosità pur non essendo stata elevata nell’intero anno, si è materializzata soprattutto in primavera ed in autunno, anche se non ha lesinato tra giugno e luglio. Il vino nel calice emana profumi di rosa, frutta rossa croccante e note fumé e iodate; al palato offre frutta matura, tannini importanti ed ancora un pò polverosi; sorso asciutto, sapido, speziato e scorrevole.
La Firma 2013
Andamento climatico regolale, con picchi da 40°C ad agosto e minime fino a 15°C; la piovosità si è manifestata in primavera, tra luglio ed agosto e, poi, a novembre. Floreale al naso con frutta rossa e note iodate, boiserie, marmellata a pezzettoni, una nota verde di erbe aromatiche; gustativamente il sorso è molto equilibrato, sapido, freschissimo e speziato; il tannino è ancora un po’ duro e polveroso, ma l’acidità e la sapidità confezionano un sorso composto, scorrevole e piacevole.
La Firma 2005
Temperature medie non elevate: fino a 30°C in agosto e minime fino a 20°C; le piogge si sono manifestate tra febbraio e marzo per ricomparire tra ottobre e novembre. Frutta rossa matura e profumi di rosa all’olfattiva; ha sapori tipici alla beva con tannini un po’ ruvidi; note iodate e speziatura intensa con qualche nota di liquirizia in chiusura di sorso.
La Firma 2003
Temperature calde da giugno ad agosto con picchi oltre i 30°C e minime oltre i 20°C; piovosità scarsa da marzo a settembre. Questo andamento climatico lo ritroviamo nel calice con note poco vibranti; troviamo, infatti, frutta rossa tra i profumi, accompagnata da cenere, carrube, note cioccolatose e iodate; al palato offre sapori morbidi ed aggraziati, buona la sapidità e la speziatura, finale di liquirizia e leggere note amaricanti.
La Firma 2001
Temperature calde da giugno ad agosto con picchi poco oltre i 30°C e minime sui 20°C; piovosità molto scarsa per l’intero anno (meno di 650 mm). Al naso offre frutta rossa, cenere, cuoio, carrube ed arancia sanguinella; al palato manifesta ancora tannini poderosi insieme a note fruttate e minerali; il passaggio in legno è ben integrato; in chiusura regala note di liquirizia e spezie.
Un veloce giro ai banchi d’assaggio per salutare i tantissimi amici produttori e rinfrescarsi la memoria con i loro grandi vini. Ne ricordo qualcuno.
MAMOJA’ – Ghirada Garaunele 2020 Barbagia Rosso IGT
Molto profumato al naso, quanto minerale al palato; il sorso è setoso e dolce, ma fresco e speziato.
CANTINE IANNELLA – Falanghina del Sannio DOP Taburno
TORRE DEL PAGUS con un trittico di rossi di elevata piacevolezza: Vianova Barbera IGP (Camaiola), Taburno DOCG (Aglianico), Maiardi DOP (Aglianico) ed Impeto IGP (Aglianico
NIFO SARRAPOCHIELLO – Alenta Falanghina del Sannio DOC (da sballo)
PASO DELLE TORTORE – Bacio delle Tortore (Fiano d’Avellino DOCG) e Le Arcaie (Greco di Tufo DOCG)
VADIAPERTI – Torama (deliziosa Coda di volpe), Aipierti (Fiano di Avellino) e Tornante (Greco di Tufo)
TENUTA SCUOTTO – Oi Nì 2017 (Fiano di Avellino): indimenticabile, comincia ad essere godibile!
VILLA MATILDE – Vigna Camarato Riserva 2011: monumentale
VILLA RAIANO offre una raffica di vini bianchi di alto livello; voglio ricordare solo due Fiano di Avellino: Alimata e Ventidue.