Best Italian Wine Awards| I migliori 50 vini italiani da un’idea di Luca Gardini e Andrea Grignaffini: primo il Trebbiano di Valentini!
Best Italian Wine Awards nasce da un’idea di Luca Gardini, il “palato” per eccellenza, e Andrea Grignaffini, esperto enogastronomico e creative director della rivista Spirito diVino, che si sono avvalsi della collaborazione di alcuni tra i più importanti opinion leader del panorama enologico italiano ed internazionale: Enzo Vizzari, Daniele Cernilli, Tim Atkins, Raoul Salama, Pierluigi Gorgoni che hanno incrociato i loro migliori cento vini italiani. Dalla selezione è stata creata un superbatteria di eccellenze degustata alla cieca per due giorni e questo è stato il risultato. Oltre ai magnifici cinque, della giuria fanno parte anche Antonio Paolini, Marco Tonelli, Federico Graziani, Marco Pozzali, Albero Cauzzi, Elio Ghisalberti, Andrea Battilani.
La cerimonia di premiazione e l’assegnazione dei premi speciali avverà lunedì a Milano
Classifica 50 migliori vini d’Italia 2012
Posizione | Produttore | Vino | Annata |
1 | Valentini | Trebbiano d’Abruzzo | 2007 |
2 | Mascarello Giuseppe e Figlio | Barolo Riserva Monprivato Cà d’ Morissio | 2004 |
3 | Tenuta San Guido | Bolgheri Sassicaia | 2009 |
4 | Conterno Giacomo | Barolo Riserva Monfortino | 2004 |
5 | Quintarelli Giuseppe | Amarone della Valpolicella Classico | 2003 |
6 | Giacosa Bruno | Barolo Le Rocche del Falletto | 2007 |
7 | Mastroberardino | Radici Taurasi Riserva | 2005 |
8 | Marco De Bartoli | Vecchio Samperi Ventennale | s.a. |
9 | Ferrari | Giulio Ferrari Riserva del Fondatore | 2001 |
10 | Casanova di Neri | Brunello di Montalcino Cerretalto | 2006 |
11 | Montevertine | Le Pergole Torte | 2008 |
12 | Elio Grasso | Barolo Gavarini Vigna Chiniera | 2008 |
13 | Travaglini | Gattinara Riserva | 2006 |
14 | Dal Forno Romano | Amarone della Valpolicella di Monte Lodoletta | 2006 |
15 | Fattoria Zerbina | Albana Di Romagna Passito Scaccomatto | 2008 |
16 | Lis Neris | Tal Lùc | 2008 |
17 | Palari | Rosso del Soprano | 2008 |
18 | Cavallotto | Barolo Bricco Boschis | 2008 |
19 | Zidarich | Carso Vitovska | 2009 |
20 | Poggio di Sotto | Brunello di Montalcino Riserva | 2006 |
21 | Massolino | Barolo Riserva Vigna Rionda | 2005 |
22 | Rizzi | Barbaresco Pajorè | 2008 |
23 | Produttori del Barbaresco | Barbaresco Riserva Ovello | 2007 |
24 | Biondi Santi Tenuta Greppo | Brunello di Montalcino Riserva | 2006 |
25 | Miani | C.O.F. Sauvignon Saurint | 2010 |
26 | Case Basse | Brunello di Montalcino Riserva | 2005 |
27 | Pietracupa | Greco di Tufo | 2010 |
28 | Voerzio Roberto | Barolo La Serra | 2008 |
29 | Castello Banfi | Brunello di Montalcino Riserva Poggio all’Oro | 2006 |
30 | Ca’ del Bosco | Cuvée Annamaria Clementi Rosé | 2004 |
31 | Tenute Sella | Lessona Omaggio a Quintino Sella | 2006 |
32 | Villa Bucci | Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva | 2007 |
33 | Monte Rossa | Cabochon Rosé Riserva | 2005 |
34 | Ar.Pe.Pe. | Valtellina Superiore Sassella Rocce Rosse | 2001 |
35 | Podere Il Carnasciale | Il Caberlot | 2008 |
36 | Barone Ricasoli | Chianti Classico Castello di Brolio Colledilà | 2008 |
37 | Vodopivec | Vitovska | 2007 |
38 | Il Pollenza | Il Pollenza | 2008 |
39 | La Fiorita | Brunello di Montalcino Riserva | 2006 |
40 | Rinaldi Giuseppe | Barolo Cannubi San Lorenzo-Ravera | 2008 |
41 | Garofoli | Verdicchio dei C. di Jesi Gioacchino Garofoli | 2006 |
42 | Polvanera | Primitivo di Gioia del Colle 17 | 2009 |
43 | Tenuta dell’Ornellaia | Masseto | 2008 |
44 | Montevetrano | Montevetrano | 2010 |
45 | Borgo del Tiglio | Collio Bianco Ronco della Chiesa | 2010 |
46 | Bellavista | Franciacorta Gran Cuvée Pas Operé | 2006 |
47 | Le Macchiole | Messorio | 2009 |
48 | Antinori | Solaia | 2009 |
49 | Marisa Cuomo | Furore Bianco Fiorduva | 2010 |
50 | Fino Gianfranco | Primitivo di Manduria ES | 2010 |
36 Commenti
I commenti sono chiusi.
incredibile…
come si puo mettere un messorio 2009 che potra essere bevuto solo dopo 10 anni in un wine tasting…. e come mettere una bimba di 10 anni in miss universe…. e pedofilia enologica…. per non parlare del masseto 2008… o del soldera casebasse 2005 al 26mo posto…. e primo un trebbiano… che per quanto favoloso rimane sempre un trebbiano….
insomma per cortesia… per rispetto del vino vero e chi lo fa… non fate queste cose…. suvvia e vero che bisogna scrivere su interenet e blog… ma quel minimo di decenza professionale…… o siamo tutti berluskoniani… che la parola decenza lan cancellata dal dizionario… ???
Curiosità: perché non vengono menzionate tutte le denominazioni dei vini? Franciacorta e Trento per l’Annamaria Clementi Rosé ed il Giulio Ferrari ad esempio, o Costa d’Amalfi per il Fiorduva. Anche perché visto che questa classifica farà (almeno sul web) il giro del mondo sarebbe comunque sempre bene stare attenti a certi particolari… ;-)
In bocca al lupo Luca. In gamba!
ci dev’essere un errore. Non é possibile che il migliore vino rosso italiano 2012 secondo il parere delle varie guide sia finito cinquantesimo in classifica e che sia arrivato ultimo. Ci deve essere un errore di stampa, deve assolutamente essere nei primi tre… Prego controllare
ahahah Bravo Luciano!!
però nel panel tasting c’era un notorio super fan del vino arrivato ultimo…
Luciano questa classifica é folle e inaffidabile, non comprende nemmeno un vino del Re del vino italiano, Angelo Gaja…
Temo che Grignaffini,e parlo seriamente e con rammarico, si sia lasciato trascinare in un’operazione molto discutibile, perché non sono chiari i criteri di selezione dei top 50 e questa cosa ha tutta l’aria di un’americanata stile Wine Spectator…
Ogni classifica è opinabile, non dubito sulla serietà dell’impostazione e delle degustazioni. Credo,a occhio, che sia invece una classifica molto datata anni ’90:tanto legno, anche se ben gestito per carità, effluvi dolci, troppa Toscana dei bei tempi che furono.
Per il resto idea divertente, farà parlare
Mi spiace non vi sia alcun Fiano di Avellino DOCG e che di Taurasi ci sia solo quello di Mastroberardino.
… inquietante…
…gli spunti sarebbero molti, ma visto che è domenica vado a pregare in chiesa e così mi confesso in privato.
Peccatori! Confessate!
Classifica senza commento…………………………………….
Per chi ha degustato qualche vino(e parlo in generale) non può essere affidabile………………
Maremma cinghiala :-) , ma come può un TREBBIANO D’ABRUZZO, per carità il miglior TREBBIANO D’ABRUZZO esistente, essre il vino che meglio rappresenta l’enologia nazionale ??? Da oggi dovremmo far girare nel mondo questa notizia ??? Per oltre 50 anni siamo stati cosi’ stolti da non aver capito niente di vino ?
Da oggi nel Chianti, come nelle Langhe procederanno ad estirpare i vigneti storici per IMPIANTARE TREBBIANO ! Sempre meglio tardi che mai…abbiamo scoperto il nostro miglior vino…
Probabilmente la giuria di eminenti esperti del settore, nel ruolo superpartes dell’evento avranno tenuto conto di valori e condizioni organolettiche che noi normali esseri umani non possiamo comprendere. Di per se la classifica accumuna tipologie di vino diverse: bianchi-rossi-bolilcine-rosè mescolati tutti insieme. E se ciò non dovesse bastare a disorientare il comun lettore, anche le annate a confronto sono completamente diverse: come puo’ un vino 2010 esser paragonato ad una riserva 2001 ????? ?????
Ogni volta che esce una classifica ci sono sempre malumori e valutazioni diverse…manca uno, uno che c’e’ ma non dovrebbe starci etc…etc… ma in questo caso siamo completamente alla follia enologica !!!!!!!!!!!!!!!
Ps: Speriamo che domani arrivino spiegazioni sui criteri impiegati per la selezione.
Se l’hanno fatta, e in questo modo, e cioè mescolando tipologie, colore, zone, annate distanti e altro ancora, avranno avuto i loro buoni motivi; non è certo gente stupida quella citata; poi, i meno noti che si sono infilati , secondo me hanno fatto bene a partecipare, tutta formazione che gli potrà servire in futuro e senza sporcarsi troppe camicie bianche . Sui nomi più noti credo che molti di noi appassionati che li seguiamo ( ognuno ha avuto il suo guru ) cominceremo a fare una bella radice quadrata di considerazione. Se invece è solo marketing teso a qualche altro fine prendiamone atto come per tante altre cose che ai puri fanno venire l’orticaria. Del resto, noi qui a commentare, stiamo facendo la loro gioia e di chi l’ha pubblicata.
L’idea mi piace, forse un po’ anni 90 i vini, ma di certo non sono vini cattivi.
in questo post il mio punto di vista sul Best Italian wines awards: http://www.vinoalvino.org/blog/2012/09/e-il-presunto-miglior-vino-rosso-italiano-arrivo-ultimo.html
Grazie Franco, per la segnalazione e il contributo alla discussione
Il bello dell’enogastronomia è che non esisterà mai una classifica in grado di mettere tutti d’accordo. E meno male che è così.
Di questa mi piace molto che a vincere sia stato un bianco itaiano del Sud che è immenso.
Immenso un vino fatto con uva trebbiano, quindi neutra che non ha aromi varietali, che non esprime territorialità, un vino che è solo opera di un grande enologo, grande cura nel vigneto, grande uso di tecnologia enologica in cantina e legno a perfusione per farlo bere anche fra cinquantanni !!??
Si impara sempre qualcosa: ero convinto che l’Abruzzo facesse parte del Centro Italia, non del sud. Nonostante sul web ci si accapigli un po’, prevale la fazione sudista. Si capiscono meglio certe cose di Seneca Bocchetti:-)
l’abruzzo era Regno delle 2 Sicilie a tutti gli effetti!!!credo si riferiscano a questo dato storico per inglobare le regione nel sud
L’Abruzzo è talmente Sud che l’ultima fortezza a cadere è a Civitella dove sono più Borbonici che a Napoli:-)
Anche per l’Europa è Sud pieno, rientra nell’Obiettivo 1
Lascia stare il povero Seneca che ancora non sa come ammettere che avevamo ragione. Forse se lo dice davanti allo specchio di mattina ma non lo ammetterà mai in pubblico:-)
…tanto che è sud, l’Abbruzzo, che ha imparato a fare un ottimo Fiano…che poi ha chiamato trebbiano!!! ;-))))))))
P.S. …per i soliti fraintenditori, non voglio assolutamente dire che il trebbiano d’ Abbruzzo sia fatto con uve Fiano…sto solo scherzando, “te capì”???
L’Europa ha messo l’Abruzzo fuori dall’Obiettivo 1 (oggi chiamato Obiettivo Convergenza) da almeno 15 anni, ponendolo nell’Obiettivo Competitività in quanto dotato di un Pil superiore al 75% della media UE. Quindi, da questo punto di vista, l’Abruzzo non è assolutamente sud.
E’ nord, allora? Neanche.
In merito alla ripartizione della prossima tranche 2014-2020 del Fondo Sociale Europeo, l’Europa lo dovrebbe inserire in un gruppo di regioni (come Molise e Basilicata) “in transizione”, cioè quelle dotate di un Pil tra il 75 e il 90% della media UE. Sotto il 75 si andrà nell’Obiettivo Convergenza, sopra il 90 in quello Competitività. Vedremo…;-)
Boh, a me i Verrigni non sembrano borbonici:-) del resto io non mi sento bergamasco.comunque riguardo alla classifica francamente non me ne frega nulla. Di quei 50 ne bevuti 48 e me ne sono piaciuti 45, compreso il Valentini. S’e qualcuno e’ curioso, a parte Tornatore , posso dirvi i 3 che non mi sono piaciuti, tanto per fare audience:-)
In effetti pure a me sembra molto una classifica stile winespectator. come fa il miglior franciacorta o il miglior trebbiano d’abruzzo essere messo nella stessa classifica di un Primitivo di Manduria? un nebbiolo paragonato con un aglianico? non voglio criticare il miglior sommelier del mondo, ma sarebbe stato piu’ serio fare classifice separate per spumanti, bianchi, rossi, vini speciali, etc.. Poi il sassicaia 2009 3rzo è gia’ indice di scarsa affidabilità.
Mi piacerebbe capire il senso del tuo esempio. Franciacorta e trebbiano nella stessa classifica con il primitivo ti dà noia perchè si mischiano bianchi e rossi, o perchè il primitivo non ha titolo in assoluto a stare in classifica? e, al netto delle (meravigliose) differenze, perchè due grandi vitigni come aglianico e nebbiolo non possono essere paragonati?
Allargando il concetto (ma magari mi sbaglio e comunque non mi riferisco direttamente a te), sembra che questa classifica (estemporanea e di gusto molto americano, concordo) sia un utile pretesto per regolare conti e conticini, per rimuovere pietruzze, per “mettere a figura” quel vino o quel giornalista o quel blog…
forse mi sono spiegato male io ! certo che il primitivo merita di essere in classifica! ma non si puo’ dire che il miglior barolo sia migliore del migliore primitivo, che il miglior trebbiano sia migliore del miglior franciacorta, etc…
Ecco, sono proprio queste convinzioni granitiche che vanno almeno ripensate. In Italia si è cominciato davvero a fare vino dopo la crisi del metanolo. La gerarchia a cui fai riferimento è formata in questi ultimi due decenni.
Il punto non è cosa sia migliore o peggiore di partenza, ma accettare la diversità e la capacità di interpretarla. Ti faccio un esempio di mio gusto personale: sono convinto che il miglior primitivo non poassa essere più buono del miglior barolo, non posso dire altrettanto del trebbiano con i Franciacorta.
Rispetto ai pre-giudizi, c’è un solo metodo: dare voti in assoluto alla cieca. Un intervento sopra parlava del legno nel Valentini. Esatto, un modo così divino di interpretare il trebbiano con il giusto legno e i giusti tempi ne fanno un monumento
Ma è quello che piaceva di più al Maffi…;-))
Lello: direi di no Lello, anche se io andavo a Sassicaia quando tu andavi a metanolo, e per di piu’ autoprodotto:-)
Domani sera qui a Spezia verrà presentato il film di Giulia Graglia “Senza Trucco”, con Giulia presente e con lei sei vini delle protagoniste del film. Una di loro, Nicoletta Bocca, in una scena dice che le classifiche della serie “i migliori di…” siano vini, donne del vino, territori, enologi o simili, sono finte, sono esterne al problema, nascondono un che di pornografico, non testimoniano dell’amore che c’è dietro un’attività., dietro un vino. Con la pornografia ci si può anche divertire, ma in fondo mi sembra vero il fatto che qualsiasi classifica non rende conto della fatica e dell’amore, della passione, di Valentini o di Fino, per non dire del cinquantunesimo o del novantanovesimo. Insomma pornografia per pornografia avrei preferito quei cinquanta in ordine sparso, senza numerelli, sapendo che tutti hanno la stessa dignità, e che dignità, come qualsiasi vino fatto per bene, perché tutti rappresentano sogni, aspettative, desideri, incazzature delle persone che li hanno voluti e pensati. Qualcosa che ha a che fare con la libertà: dai modelli, dalle mode, dagli obblighi mercantili. Ovvio però che anch’io, che sono vizioso, ho letto e riletto quella lista, con il piccolo tarlo che alla fine non me ne frega niente. Come la pornografia.
Bah, Fabrizio. Io saro’ diventato cinico ma la vedo diversamente. Perfino chi fa poesia e la mette in carta lo fa per soldi , o almeno per titillare l’ego. Figuriamoci chi fa vino, pomodori o scarpe. Valentini, cito il primo ma gli altri sono uguali- e sia chiaro che l’adoro- ci mettera’ tutta la passione del mondo ma se non lo vende s ‘incazza pure lui. E’ pornografia pure quella, patinata, ma sempre pornografia. Poi ci sono quelli che lo fanno, lo bevono o lo offrono. Ma quelli sono santi.
Ci mancherebbe altro. Non stiamo mica a pettinare le bambole. Anche un grande vino ha da essere venduto. Mi ostino però a pensare che tutti quei vini citati non siano nati solo per essere venduti: altrimenti non esisterebbe il Vino, con la V maiuscola. Ci deve essere qualcos’altro: che non è classificabile, che non può esser messo in fila, che non rende un produttore “migliore” di un altro. Non c’entra la poesia, c’entra quello che uno ha dentro, la voglia, il talento, le idee: anche perché con la poesia mica fai il vino. Buono per giunta. Solo che qui fuori abbiamo tutti bisogno di un qualcosa di sintetico, nel senso di facile ma anche di plastica, per fare prima: e non saprei dire, per i motivi suddetti, quanto il produttore, al di là del gioco e della considerazione, sia alla fine interessato all’articolo.
Aggiungo che una cosa mi piace di questa classifica (che c’è e come tale va rispettata): che mette tutti insieme dei “vini”. Non fa selezioni, categorie, annate, terroir (brutta parola), vitigni e tutte le belinate del manuale dell’enosborone. Tutti insieme, facciamo a chi piace di più, alla cieca. Come tra amici. E questo mi piace.
Quoto Fabrizio Scarpato!
Non sono d’accordo, Fabrizio. Con la poesia fai il TUO vino, TE lo bevi, LO offri agli amici e non lo commercializzi. Ce ne sono, pochi ma c’e ne sono. Io ne conosco uno, in Franciacorta. Fa un prodotto fantastico. A degustazione cieca i grandi della zona non li ha neanche visti e ha pareggiato con il clos des goisses. Ma chi lo produce fa altro nella vita, si era stancato di cercate in’annata impossibile di dom perignon e ha deciso di farselo da solo. Pazzia, poesia. La passione serve a fare uno di questo 50 ma magari anche l’ultimo degli ultimi. Il fine resta uno: venderli.
[…] le intenzioni/velleità di internazionalizzazione dell’iniziativa) , di cui si è scritto qui e anche altrove, facendo riferimento, più che alle prime o ultime posizioni, ai componenti la top […]
[…] le intenzioni/velleità di internazionalizzazione dell’iniziativa) , di cui si è scritto qui e anche altrove, facendo riferimento, più che alle prime o ultime posizioni, ai componenti la top […]