Bersani e la birra della vittoria secondo Michele Smargiassi su Rep
Non ne ha bisogno visto che è pubblicato su un sito da milioni di clic. Però mi piace sottolineare questa analisi di Michele Smargiassi sul rapporto tra birra e vino nella percezione comune. Meditate gente, meditate:-)
2 Commenti
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Ho dei dubbi che la foto sia stata scattata la notte scorsa: camicia e cravatta diverse. Avrà avuto il tempo di farsi una doccia, visto che non c’era più necessità di emanare profumi di sinistra. Certo che il vino diviso tra fighetti e ubriaconi rimane confinato a uno schematismo sciatto e spiccio. Povera birra, poi, caricata di una responsabilità eccessiva, ridotta a oggetto, desolatamente posta in secondo piano rispetto al contenitore, calice o bottiglia che sia: ‘na biretta. Eppure disperatamente protesa anch’essa verso un fighettismo elitario, criptico e heavy metal, e al tempo stesso così ingenuamente avvinghiata alla bellezza di un momento, alla freschezza di un incontro. Schizofrenie nel bicchiere. Un librettino francese si intitolava “La prima sorsata di birra” e sosteneva proprio come la birra fosse eccitante nell’attesa, rinfrancante al primo sorso, simpatica al secondo, sfinente subito dopo. Altro che conviviale. Non vorrei farne una metafora politica, un lampo che fotografa un momento storico. Proprio non vorrei, ma detesto il giovanilismo da festa di paese. Il bere, vino o birra che sia, è lento, di passo lungo, ed è tutto ciò che sta in mezzo , che tiene lontani e distanti i luoghi comuni più desueti.
Derivo. Bersani odora di sinistra. Fulco Pratesi non si lava ( dice per non consumare l’acqua, giustificazione ambientale ma balenga). Ruby ” emanava cattivo odore” . E Fede?