Benvenuta alla Biancuzita 2011 di Torre a Oriente
di Mimmo Gagliardi
Ricevo la telefonata di Giorgio Gentilcore e Patrizia Iannella mentre mi sto districando nei problemi della politica e della burocrazia del mio lavoro che mi invitano a degustare la loro nuova Falanghina del Sannio D.O.C. “Biancuzita”, annata 2011, dell’Azienda Agricola Torre a Oriente di Torrecuso (BN). Stranamente non mi viene dato appuntamento in cantina ma a San Giorgio La Molara (BN), un comune situato nel cuore del Fortore, un territorio unico, vario, al confine tra il Molise e la Puglia.
Sulla strada mi precedono e mi seguono molte auto. Si dirigono a Pietrelcina per andare nei luoghi di Padre Pio, percorrendo un loro personale percorso di fede, più o meno come me, finché un incrocio non divide le nostre strade. Così rimango da solo con i Led Zeppelin a guidare nelle curve che attraversano campi dorati di cereali appena falciati fino a raggiungere il luogo scelto da Patrizia e Giorgio per la degustazione: il Lago Mignatta, un specchio d’acqua alimentato da una falda naturale e circondato da belle zone alberate.
A dispetto dei 30°C del termometro dell’auto il clima è mite, complice la bassa umidità nell’aria, e siamo piacevolmente carezzati dal vento che qui spira costantemente, tanto che il paesaggio è punteggiato dai generatori eolici. Casualmente abbiamo incrociato la festa della trebbiatura di San Giorgio La Molara, quindi le grida di gioia e i canti rurali ci hanno piacevolmente accompagnato durante la giornata.
All’ombra degli alberi apparecchiamo la tavola per gustare le bontà preparate da Patrizia con i prodotti del loro orto e che saranno abbinate alla Biancuzita: Zucchine arrostite, cipolle e broccoli sott’olio, insalata di farro e verdure, frittata di spaghetti con uova, pancetta e zucchine, crepes rustiche con ripieno di ricotta e zucchine. Sorrido sornione perché ho il mio asso nella manica: un bel pacco di mozzarella di bufala DOP fatta con latte del casertano e una ciotola di seppie alla brace che ho preparato la sera prima e lasciate marinare con olio extravergine di ortice beneventano (quello di Torre a Oriente), pepe, qualche erbetta e pochissimo aceto balsamico.
Al pari nostro la Biancuzita 2011, in bottiglia da meno di un mese, non si è avvilita alla vista di tutto ciò e, come da copione, si è rimboccata le maniche per stupirci confrontandosi con gli abbinamenti proposti.
Bello il colore, uno splendido giallo paglierino con qualche lievissimo riflesso verde, vivo e brillante.
Al naso i sentori prevalenti sono erbacei, a tratti ricordano essenze balsamiche, cui seguono sentori di frutta bianca fresca, non ancora completamente matura, e sensazioni minerali.
Il sorso è ricco, pieno, soddisfacente al palato e rivela uno spiazzante equilibrio tra l’alcol (13,5%) e l’acidità; è questo connubio a rendere piacevole la beva fino al finale, che viene lasciato alle sensazioni minerali, saline, con un po’ di frutta nel retronasale.
L’uva viene vendemmiata da metà ottobre e vinificata con tecnica tradizionale, senza criomacerazione e con brevissimo tempo di contatto con le bucce. Il mosto fermenta e si affina in inox per quasi tre anni prima di poter essere imbottigliato.
Ovviamente è un vino che si farà, anche se stiamo parlando di una falanghina del Sannio del 2011, ha bisogno di riposare ancora un pò in bottiglia per completare l’armonia ma appare già pronto da bere.
Ah, non ho bisogno di dirvi che la Biancuzita si è perfettamente abbinata con tutto, come se ce ne fosse bisogno. Siamo noi che abbiamo perso il confronto…
Torre a Oriente ha sede a Torrecuso (Bn) – Loc. Mercuri I, 19 – Tel. 0824874274 – 3402526591 – www.torreaoriente.eu – [email protected]