Beneventano Falanghina – Insomnia
L’ultima visita alla cantina della famiglia Rapuano risale all’inizio dell’estate. Una bella chiacchierata con Giusy e il suo ragazzo Raimondo, che entrato in punta di piedi è diventato un tassello tra i più importanti del ricco puzzle che compone questa piccola azienda, segnata da una storia già ricca e da tante soddisfazioni. In quell’occasione ho respirato aria di euforia, di fare, di futuro. La stessa che risalta dalle parole pubblicate proprio ieri da Giusy sul suo profilo facebook, in risposta ai ringraziamenti, rivolti ad amici e sostenitori, dall’amico-collega Lorenzo Nifo. Parole cariche di speranza, che trasudano grande amore e forte passione per questa terra: “Stiamo lavorando alacremente, insieme a tanti che ci hanno dato supporto, sia fisico che morale. Non avendo subito irreparabili danni strutturali anche la nostra azienda tornerà presto a lavorare. Che le condizioni meteorologiche ci siano di aiuto per terminare la vendemmia. In bocca al lupo Lorenzo! In bocca al lupo Sannio! Grazie di cuore a tutti!”.
Da noi il grazie per la chicca di questa bottiglia ‘Beneventano Falanghina Insomnia’, un’insolita falanghina che nasce come blend di tre diverse annate. Pochissime bottiglie prodotte (ad inizio estate ne restavano circa mille) fortemente rappresentative della filosofia aziendale. Uve selezionatissime, leggera macerazione delle bucce a cui segue la pressatura soffice mentre la fermentazione, una volta raggiunto il grado di residuo zuccherino del 5%, termina in barrique di acacia per un lunghissimo periodo di contatto con le fecce. Sicuramente un bianco estremo, intrigante per il suo bel giallo dorato, quasi lucente. L’olfatto è intenso e complesso con tratti di fiori bianchi avvertiti a primo impatto (acacia e biancospino) che subito lasciano il passo all’erbaceo del mallo di noce, alla frutta gialla matura e poi biscotto, miele, note eteree e sensazioni minerali. Una perfetta corrispondenza al palato dove il duello tra il volto fresco e quello caldo del vino termina con la piacevole sensazione di mandorla che accompagna lungamente, anche dopo parecchio tempo che lo stesso ha lasciato la bocca. Ovviamente non perdendo mai di vista la nota fresca, che non lo rende mai stucchevole.
Vino che colpisce proprio perché nonostante la lavorazione estrema mantiene sempre integra l’espressione del vitigno e del terroir. Una falanghina da riprovare anche fra qualche anno e che ora possiamo accompagnare con piatti di buona struttura, con il pensiero che va ad un’ottima lasagna bianca con funghi porcini, mentre la degustiamo addirittura su pasta di mandorla.
Intanto anche noi attendiamo la fine della vendemmia dai Rapuano, con la raccolta delle uve aglianico, quelle a cui Giovanni dedica maniacale cura e tanto affetto.
Sede a Paupisi. Via Cirasiello, 20-21 – Tel. e fax 0824.886084 – Ettari: 8 di proprietà – www.torredelpagus.it – Enologo Maurizio De Simone – Bottiglie prodotte 50.000 – Uve: aglianico e falanghina
Questa scheda è di Pasquale Carlo