Barolo in 50 etichette per una degustazione completa
di Cosimo Torlo
Parlare di Barolo può essere allo stesso tempo semplice ma anche maledettamente difficile. Un vino che tutti conoscono, almeno il nome, ma spesso ci si ferma lì. Perché il Barolo è un mondo complesso e variegato, al quale ci si approccia con un reverenziale timore, forte del suo essere considerato un vino “alto”, importante e fuori dalla portata dei più. Considerazioni perlopiù sbagliate, frutto di un racconto che è stato fatto molte volte inesatto e supportato spesso da politiche promozionali rivolte ad un pubblico elitario e straniero. E aggiungo che anche la stampa ha dato un suo contributo.
Certo è indiscutibile che esso sia tra i grandi vini del mondo per la sua qualità, sul prezzo è invece inesatto dire che abbia quotazioni esagerate, come in tutte le denominazioni ci sono vini con prezzi altissimi, in alcuni casi non giustificati, ma allo stesso tempo ci sono aziende che producono ottimi Barolo a prezzi quanto mai accessibili a tutti. Perché è chiaro che parliamo di un vino non quotidiano, un vino che però di tanto in tanto si può consumare con gioia e piacere. Nella degustazione che ho fatto su un campione di oltre 50 bottiglie, e ringrazio le cantine che mi hanno supportato, ci sono aziende meravigliose che offrono il loro prodotto a prezzi decisamente interessanti che nel sorso offrono tradizione, terroir e un infinito amore per il proprio lavoro. Famiglie di vignaioli che affondano in alcuni casi le proprie radici a molti decenni fa, quando il Barolo non era questo che oggi ritroviamo nel bicchiere. Nel 1800 ad esempio era decisamente dolce, fatto per pochi, la storia del Barolo paradossalmente è abbastanza recente, cresciuto con dei significativi cambiamenti nel metodo di lavorazione del Nebbiolo, l’uva con il quale è realizzato, un vitigno che offre struttura, splendidi profumi e una corretta acidità che permette al vino di godere di una stupefacente longevità.
Le innovazioni più radicali si sono esplicitate in maniera significativa sul finire degli anni ’80, quando un manipolo di produttori mise mano ad alcune sacre tradizioni produttive che si erano codificate nel corso della metà del secolo scorso. L’impatto fu forte e creò non poche tensioni anche tra gli stessi produttori, nelle stesse famiglie, l’idea di fondo era quella di cambiare, svecchiare, fare un vino più facile da consumare. Tutto questo portò le barrique, e altri sistemi di lavoro in cantina che fecero storcere la bocca a molti, ma se questa mini rivoluzione ebbe un senso, forse il solo fu quello di decretare un successo soprattutto internazionale a cominciare dagli USA. Ma il tempo è sempre un giudice implacabile, e oggi a 30 anni da allora di quella rivoluzione è rimasto poco, e il Barolo continua ad essere lavorato con la massima attenzione filare per filare, affinato in legni grandi, tonneau, e con una conoscenza che un tempo non si aveva in barrique, fatto invecchiare come prevede il disciplinare, il tutto rispettandolo come la sua storia richiede. Il futuro però non attende, e da parte dei produttori c’è la consapevolezza che bisogna lavorare per valorizzare ancor di più e meglio la denominazione, lavorando su alcune chiare direttrici; la prima sono le Menzioni Geografiche, o CRU, una sempre più marcata sostenibilità della lavorazione in vigna e nelle cantine e ultimo ma non ultimo frenare la corsa alla quantità e alla vendita del vino sfuso, che crea come è anche successo di recente un problema di immagine e confusione tra i consumatori.
Il Barolo è poi molte altre cose, oltre al vino e al comune che gli ha dato il nome, un territorio che comprende ben 11 comuni, oltre Barolo, Castiglione Falletto, Cherasco, Diano d’Alba, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Roddi, Serralunga d’Alba e Verduno. Gli ettari di vigneto coltivati a Barolo sono circa 2200, dai quali le oltre 300 aziende produttrici producono qualcosa come 4.500.000 milioni di bottiglie all’anno. Ma il territorio non è solo Barolo, tutte le aziende producono il Nebbiolo, la Barbera d’Alba, il Dolcetto d’Alba, a Verduno il Pelaverga, l’Arneis, mentre a Novello la Nascetta è la piccola chicca locale. Ma ci altri vini con uvaggi interazionali che su quelle colline hanno trovato il loro habitat per esprimersi bene, ricordo in particolare il Riesling oltre all’immancabile Chardonnay. Tutti hanno in comune il loro tratto langarolo così come la meravigliosa cucina che il territorio offre al pari di una cultura ricettiva che è cresciuta di pari passo a quella del vino.
Qui di seguito le aziende coinvolte, i loro vini degustati alla cieca con un giudizio che va da uno a tre Ghiottoni; buono, molto buono, super.
L’annata 2017 si può dire che è stata decisamente precoce, con la raccolta dei nebbioli iniziata già nella seconda decade di settembre per concludersi già all’inizio di ottobre, un anticipo di almeno due settimane sulla norma degli ultimi anni. Un elemento importante che va a favore dell’annata è stata la perfetta sanità delle uve, un gran bel precursore sulla qualità del vino.
Renato Corino; un vignaiolo appassionato e fermo nella sua etica contadina, vini di territorio, senza fronzoli ed effetti speciali, i suoi Barolo sono succosi e profumati.
- Barolo del Comune di La Morra due ghiottoni
- Barolo Rocche dell’Annunziata due ghiottoni
- Barolo Arborina un ghiottone
Podere Einaudi; un nome che fa parte della nostra storia nazionale, una cantina fondata dal primo presidente delle repubblica Luigi, dal 1897 è da sempre di proprietà della famiglia.
- Barolo un ghiottone
- Barolo Vigna Costa Grimaldi due ghiottoni
Parusso; i fratelli Tiziana e Marco sono i titolari di un’azienda cresciuta passo dopo passo, un punto di riferimento per le continue innovazioni in vinificazione che non è solo sperimentazione, ma profonda cultura e capacità di innovare con intelligenza.
- Barolo PerArmando tre ghiottoni
Mauro Molino; Mauro è un uomo appassionato e innamorato del suo mondo, tutto questo l’ha trasmesso ai figli Marina e Matteo e tutti insieme portano avanti un lavoro dove la sostenibilità ambientale ha un ruolo di primo piano.
- Barolo annata un ghiottone
- Barolo Gallinotto due ghiottoni
Massolino; Oltre cent’anni e non sentirli, i fratelli Massolino perpetuano la saggezza e la storia della famiglia e di un territorio prestigioso producendo vini che si esprimono al meglio dopo un po’ di anni, il tempo lieve della bontà del Barolo.
- Barolo un ghiottone
- Barolo Parussi due ghiottoni
- Barolo Margheria tre ghiottoni
Cordero di Montezemolo; Siamo a La Morra, il colle di Monfalletto con il suo antichissimo cedro del Libano è uno dei luoghi più affascinanti di tutte le langhe, così come è splendida la cantina, tra le più antiche del paese e della denominazione.
- Barolo Enrico VI tre ghiottoni
- Barolo Monfalletto due ghiottoni
Palladino; Serralunga è una delle zone più affascianti del Barolo, una storia antica di cui a buon diritto rientra l’azienda di Maurilio che produce bottiglie dalla sicura longevità.
- Barolo Ornato tre ghiottoni
- Barolo Parafada tre ghiottoni
- Barolo del Comune Serralunga due ghiottoni
Fuori sacco il Barolo Riserva San Bernardo 2015 tre ghiottoni
Clerico; una cantina importante di Monforte d’Alba, il suo fondatore Domenico è stato uno dei vignaioli più amati della zona, pieno di entusiasmo e umanità di cui si sente ancora la mancanza, la brava Giuliana, la moglie sta portando avanti nel suo segno il futuro della cantina.
- Barolo Serralunga “AeroPlanServaj” tre ghiottoni
- Barolo Ciabot Mentin tre ghiottoni
- Barolo Pajana due ghiottoni
- Barolo Monforte due ghiottoni
Poderi Colla; una cantina nata a Barbaresco, da sempre punto di riferimento per quel territorio, ma da buoni langaroli la famiglia non poteva esimersi dal possedere una vigna nella zona del Barolo con ottimi risultati.
- Barolo Dardi Le Rose Bussia tre ghiottoni
Elio Grasso; Elio, Marina e Gianluca sono langaroli al 100%, amano definirsi prima contadini e poi vignaioli, gente solida e senza grilli per la testa, un punto di riferimento per il Barolo di Monforte d’Alba.
- Barolo Gavarini Chiniera tre ghiottoni
- Barolo Ginestra Casa Maté tre ghiottoni
Poderi Aldo Conterno; Una delle realtà simbolo del Barolo, Aldo era un vignaiolo intelligente, sensibile, coraggioso, l’uomo che per primo mi ha fatto conoscere l’essenza e l’anima del Barolo, oggi sono i figli a portare avanti la cantina nel completo rispetto della filosofia del padre.
- Barolo Romirasco tre ghiottoni
- Barolo Colonnello tre ghiottoni
- Barolo Cicala due ghiottoni
- Barolo Bussia un ghiottone
Gianfranco Alessandria; piccola realtà di Monforte d’Alba, un’azienda dove tutto sa di famiglia e di quella piacevole allegria che Gianfranco, la moglie Bruna e le due figlie trasmettono nei loro vini.
- Barolo San Giovanni tre ghiottoni
- Barolo annata due ghiottoni
Giacomo Fenocchio; una cantina posizionata nel cuore della Bussia a Monforte d’Alba, Claudio vive la terra e i suoi vigneti come parte integrante della sua esistenza, vini franchi, schietti, tipici del Barolo tradizionale.
- Barolo Villero tre ghiottoni
- Barolo Castellero due ghiottoni
- Barolo Bussia un ghiottone
- Barolo Bussia 90 dì Riserva 2015 tre ghiottoni
Dell’annata 2016 si può dire che è stata una delle vendemmie più lunghe come avveniva un tempo. Ottima la primavera, fresca con la giusta dose di umidità, estate calda ma senza picchi esagerati, ed un ottobre perfetto che ha permesso di portare in cantina uve splendide.
Michele Chiarlo; sono 65 gli anni di vigna che Michele ha accumulato nella sua vita produttiva, nel tempo da Calamandrana ha investito con ottimi risultati in Langa, non solo sul vino ma anche nell’accoglienza di charme a Cerequio
- Barolo Cerequio tre ghiottoni
Scavino; Enrico Scavino prese in mani le redini della cantina dopo il fondatore Paolo, un uomo rigoroso, di poche parole, ma grande sensibilità e lungimiranza nel guidare l’azienda, oggi lo affiancano le due figlie.
- Barolo Carobirc tre ghiottoni
- Barolo Bric del Fiasc tre ghiottoni
- Barolo Bricco Ambrogio due ghiottoni
- Barolo Prapò due ghiottoni
Brovia; azienda storica di Castiglione Falletto, il suo approccio produttivo è quello che fu definito da Giacinto, uno dei padri del Barolo, oggi la sua filosofia è portata avanti dalla figlia Elena.
- Barolo Rocche di Castiglione tre ghiottoni
Vajra; siamo a Vergne, frazione di Barolo, e qui che la famiglia di Aldo ormai tanti anni fa decise di prendere vigna trasferendosi dalla città di Torino per dedicarsi alla terra, ben c’è né incolse a noi, perché il frutto del loro lavoro ha qualcosa di suadente, di morbido e affettuoso.
- Costa di Rose due ghiottoni
Bersano; storica azienda di Nizza Monferrato, fondata nei primi anni del secolo scorso, oggi è di proprietà delle famiglie Massimelli e Soave con proprietà sparse tra le zone più vocate del Piemonte.
- Barolo Nirvasco un ghiottone
Fuori sacco Barolo Badarina 2012 due ghiottoni
- Barolo Badarina Riserva 2012 due ghiottoni
Rocche dei Manzoni; una cantina che è stata, grazie al suo fondatore Valentino Migliorini una delle realtà più innovative della zona di Monforte d’Alba, oggi la guida è nelle solide mani di Rodolfo.
- Barolo Vigna d’Raoul tre ghiottoni
- Barolo Perno Cappella S. Stefano due ghiottoni
- Barolo un ghiottone
Qualche Barolo del 2015
Marchesi di Barolo; l’azienda storica per eccellenza del Barolo, la famiglia Abbona con Ernesto, Anna e Valentina ne è da oltre un secolo alla guida perpetuando l’antica tradizione e la memoria storica.
- Barolo Sarmassa tre ghiottoni
- Barolo Coste di Rose due ghiottoni
- Barolo un ghiottone
Elvio Cogno; Nadia Cogno e Valter Fissore sono il motore dell’azienda di Novello, a loro si deve il rilancio del bianco Nascetta, un vitigno autoctono totalmente langarolo.
- Barolo Ravera due ghiottoni
Marrone; siamo a La Morra, Gian Piero coadiuvato nella gestione dalla moglie e dalle tre figlie porta avanti un’azienda vispa e moderna dando molto spazio all’attività ricettiva.
- Barolo Bussia un ghiottone
Franco M. Martinetti; Franco non è solo un vignaiolo, la sua è una personalità multipla, grand gourmet, esteta della più pura eleganza e profondo conoscitore della viticoltura francese, i suoi vini sono un inno alla longevità.
- Barolo Marasco 2015 due ghiottoni
- Barolo Marasco 2012 Riserva tre ghiottoni
Il territorio degli 11 comuni presenta in due aree particolari caratteristiche che sono molto importanti da sapere e conoscere, la prima riguarda Barolo e La Morra, e in parte Novello, zone caratterizzate da suoli calcarei e fertili, che danno vini più morbidi, fini e morbidi che mediamente maturano più rapidamente. I comuni di Monforte d’Alba, Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba avendo un suolo meno fertile restituisce alle uve materia per vini più robusti e intensi, un po’ chiusi nell’età giovanile, ma sicuramente con una capacità di invecchiamento più marcata.
Chiudiamo con una storia vera sul Barolo con il suo arrivo alla corte sabauda a Torino, che certifica inequivocabilmente sulla sua primeggiatura tratto dal libro ‘Il Paese del Barolo’, libraccolo interessante che oltre alla Storia del Barolo, contiene un’infinità di dati, resoconti e aneddoti su Barolo, Le Langhe ed i Castellani di Barolo di piacevole lettura.
Un giorno che la Marchesa Giulia di Barolo trovatasi a Corte si trovò al cospetto del Re Carlo Alberto che un tono scherzoso le disse: – “Marchesa, sento tanto celebrare il vino delle sue tenute: quand’è che ce lo farà assaggiare? – “Vostra Maestà sarà presto accontentata”, rispose la Marchesa. Difatti, qualche tempo dopo una lunghissima fila di carri tirati da buoi entravano in Torino tenendo tutta la via Nizza, diretti a Palazzo reale. Su ogni carro stava una di quelle botti lunghe e piatte della capacità di sei ettolitri dette ‘carrà’ che una volta si usavano per il trasporto e anche come misura; e ognuna proveniva da una delle tante cascine (poderi) della Marchesa. Erano più di 300, una per ogni giorno dell’anno ed erano l’assaggio del Barolo per il Re”. Da qui il detto Barolo il Re dei vini.
Tutti i riferimenti delle aziende li trovate nel portale:
www.langhevini.it/consorzio-barolo-e-barbaresco/soci/