Barolo en Primeur 2023: Enosis Meraviglia racconta l’unicità di Vigna Gustava, tra clima, suoli e competenza umana
di Simona Paparatto
Grande attesa per la terza edizione di Barolo en Primeur, l’asta solidale internazionale unica in Italia, voluta e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, in collaborazione con la Fondazione CRC Donare ETS ed il supporto del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, che tornerà il 27 ottobre 2023, consolidando il legame tra Barolo (ed il suo territorio), arte, finanza e solidarietà.
Protagoniste dell’asta benefica, sono le barrique della prestigiosa Vigna Gustava, che sorge di fronte al Castello di Grinzane Cavour, nell’omonimo comune, già appartenuta al Conte Camillo Benso ed ora di proprietà della Fondazione CRC Donare.
Il geologo Francesco Lizio Bruno ha condotto un approfondito studio della conformazione dei terreni
che insistono sulla vigna, individuando sei diversificazioni che la suddividono in altrettante parti, attraverso l’apertura dei profili pedologici, che sono stati descritti, strato per strato e campionati.
Composti da Marne di Sant’Agata Fossili, con poca sabbia ed una percentuale importante di sedimenti fini, limo e argilla,
i suoli risalgono al Tortoniano, periodo geologico (compreso tra 11.6 e 7.2 milioni di anni fa) in cui l’intero territorio era occupato dall’antico Bacino Terziario Piemontese (mare dell’EraQuaternaria). Le parcelle si differenziano, non solo per la diversa concentrazione degli elementi costitutivi, ma anche per la profondità del substrato marnoso, un elemento particolarmente rilevante per la coltivazione del Nebbiolo, le cui radici possono raggiungere i 7 metri di lunghezza.
L’analisi svolta conferma, quindi, la vocazione della Vigna Gustava alla zonazione, e dà ancora più forza alla scelta dell’enologo Donato Lanati di parcellizzarla,vinificando in maniera separata le barrique, in base all’altitudine, all’esposizione ed età delle viti,
per evidenziare e dare rilievo alla differente personalità di ogni singola parcella.
“La valorizzazione di Vigna Gustava, proprietà della fondazione, è un aspetto primario, ma dal punto di vista del consorzio è fondamentale per un’ulteriore valorizzazione delle denominazioni Barolo e Barbaresco e soprattutto per far crescere il nostro territorio con questo tipo di manifestazioni, che in Francia sono già sviluppate da parecchi anni” spiega in un intervento Matteo Ascheri, Presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani.
Il Barolo di vigna Gustava viene battuto all’asta un anno dopo la vendemmia, en primeur, quando è ancora in barrique
(il Disciplinare di produzione richiede un minimo di 38 mesi di invecchiamento, a decorrere dal 1° novembre dell’anno di vendemmia, di cui 18 in botti di legno).
Antonio Galloni, noto critico enologico e CEO di Vinous, che valuta ogni anno la qualità e le caratteristiche di questo Barolo, ha coniato un NFT (Non Fungible Token), certificato di autenticità digitale, garantito tramite blockchain, annesso ad ogni singola barrique a cui, fino ad ora, ha attribuito valori sempre superiori a 90 punti.
Per incrementare l’asta e dare ad essa valore aggiunto, lo scorso anno è stato chiesto alle aziende di donare un numero limitato di bottiglie di grandi formati di loro prodotti e sono così state battute,
oltre alle 15 barrique della fondazione, anche 10 lotti comunali (sette per il Barolo e tre per il Barbaresco) con la partecipazione di 72 produttori che quest’anno saranno oltre 100, a dimostrazione del crescente interesse dell’evento.
Con notevole soddisfazione da parte della fondazione, nel 2021 sono stati raccolti 660 mila euro e nel 2022, 834 mila, per lo sviluppo di progetti sociali e culturali a scopo benefico: un risultato davvero eccezionale.
L’enologo dottor Donato Lanati, guida tecnica che garantisce l’eccellenza del progetto, ci ha dato l’opportunità di poter essere, il 19 giugno scorso, a Enosis Meraviglia (Centro di Ricerche Applicate allo Sviluppo Enologico) di Fubine- AL (nel quale opera con competenza, eseguendo studi e sperimentazioni sui vitigni, coadiuvato da un gruppo di esperti), dove ha condotto un importante incontro d’avvicinamento al Barolo en Primeur, poiché, attraverso una degustazione tecnica, si è assaggiato il vino già in maturazione, messo nelle botti un anno fa per la raccolta dell’anno precedente: una degustazione tecnica improntata sulle annate 2022, 2021 e 2020 delle viti storiche (S), delle particelle della parte più alta (A), della parte intermedia (M) e della parte più bassa(B).
Prima della degustazione, prezioso è stato l’intervento della professoressa Dora Marchi, Direttore Tecnico e Responsabile del Laboratorio Controllo Qualità di Enosis, chiamata a fare il punto sul cambiamento climatico in corso, dando rilievo agli effetti che questo comporta nel vino partendo dal vitigno Nebbiolo da Barolo.
La temperatura media è aumentata a partire dal 1960, ma in modo particolare dagli anni 2000
sono aumentati i periodi con temperature elevate ed incremento di CO2.
Le precipitazioni sono diminuite, con fasi siccitose alternate a forti acquazzoni, soprattutto durante invaiatura e maturazione dell’uva. Sono aumentati anche i venti estremi, con diminuzione della sostanza organica ed aumento della luminosità, quindi dei raggi UV. Ciò nelle uve si traduce in anticipi di fioritura e di tutte le fasi fenologiche, con accorciamento del ciclo: maturazione veloce dell’uva, con anticipo di vendemmia,diminuzione dell’acidità totale dei mosti e dei vini e dell’aumento del PH e
degli zuccheri nell’uva, quindi del grado alcolico, passando per un disaccoppiamento dei vari tipi di maturità (fenolica, aromatica, tecnologica). Nelle annate calde il contenuto di colore è basso perché gli antociani vengono metabolizzati, con tonalità che vira verso l’aranciato.
I flavonoidi tendono a restare sempre alti, ma sono tannini che danno secchezza in bocca, rendendola asciutta. L’aumento della luce del sole facilita il passaggio di elettroni da un tannino all’altro, rendendoli astringenti: in cantina quindi gli affinamenti dovranno avvenire in presenza di poco ossigeno, togliendo il vino dal legno prima dei tre anni canonici, diventati ormai quasi improponibili. I vini sono pronti in breve tempo, a discapito della longevità. I rimedi ci sono soprattutto a livello agronomico:
” Ritengo che sia fondamentale intervenire sulle tecniche agronomiche in termini di: concimazione oculata, studio di tecniche che rallentino l’accumulo zuccherino senza penalizzare le altre componenti e il ricorso all’utilizzo di reti, evitando la sfogliatura.
Inoltre, sarà sempre più indispensabile ricorrere a rapide analisi della maturità delle uve, possibilmente, direttamente in campo, così, come restano fondamentali il tempismo di raccolta, la gestione e il monitoraggio della macerazione e dell’affinamento, nonché lo studio chimico-fisico dell’acidità dei vini. In ultimo, ma non ultimo, considererei anche i selettori ottici per la scelta delle uve”, conclude la eno-biologa.
Vigna Gustava è un vigneto particolare: il vino che ne deriva non esprime forza, potenza e concentrazione, ma è più immediato e piacevole, con diverse caratteristiche, legate alle sue differenti parcelle: la vite si sviluppa per 80% sottoterra: nelle Langhe le radici instaurano una simbiosi mutualistica con micorrize (cordoni feltrosi di batteri, funghi e lieviti), che si concretizza in un trasferimento bidirezionale: i funghi colonizzano le radici senza causare danni, ottenendo dalla pianta gli zuccheri che non sono in grado di sintetizzare, mentre le piante ricevono le sostanze nutrienti essenziali per sviluppare le attitudini qualitative delle uve, quindi dei vini.
Oltre al territorio, sono gli uomini qui a fare la qualità: ogni vigneto viene coltivato in un certo modo ed il Nebbiolo da Barolo esprime valori di colore e gusto completamente differenti in ogni vigneto, dotato com’è, di mille sfaccettature.
“La qualità viene fuori da un percorso, da una filiera, con una squadra attenta ed intuitiva: non può essere improvvisata.
Vigna Gustava vanta una storia tutta sua: un tempo apparteneva al Presidente del Consiglio, nonché Ministro dell’Agricoltura: un imprenditore lungimirante che ha passato gran parte della vita in questo vigneto, apportando innovazione tecnologica e concretizzando grandi risultati. Per questo il suo vino esprime più di altri, l’emozione della singola annata, attraverso una grande qualità, fatta di piccoli dettagli.” afferma Lanati.
Assaggiando i prototipi di Barolo di Vigna Gustava, abbiamo cercato di cogliere le differenze di aspetto, gusto e longevità delle differenti annate, in funzione delle posizioni parcellari, indicate attraverso lettere e numeri.
La prima batteria riguardante l’annata 2022, ha profumi concentrati perché la produzione è stata bassa, anche se questi non sono emersi in tutti i campioni.
S – 19 – Profumi di frutta rossa (dovuti ai benzenoidi, importantissimi nei primi anni). Verticale. Decisamente fine ed elegante, soprattutto nei tannini: fitti, anche se ancora acerbi.
A – 22 – Dal profumo meno intenso e mediamente fine. Tannino molto ruvido (scorbutico), avrà bisogno di un affinamento differente rispetto al primo.
B – 26 – Poco colorato. Sottile, elegante. Effluvi balsamici, mentolati. Il gusto è elegante, continuo, ovvero dalla buona persistenza.
M – 25 – Colore dall’ottima luminosità. Giovanissimo, è allappante. Dal gusto importante, intenso e dal finale ammandorlato.
Nell’annata 2021 si alza il livello dei norisoprenoidi, molecole che rappresentano maggior interesse nei vini di lungo affinamento, anche se non si percepiscono perché poco volatili. Aumentano anche terpeni e benzenoidi.
S – 4 – Il profumo è già abbastanza formato. Si sente l’intervento del legno. I sentori di frutta rossa sono meno percettibili rispetto alla precedente annata, a favore dei profumi di rosa (ma si manterranno più a lungo per via del PH alto). Buonissimo, dai tannini quasi impalpabili, sottili, amalgamati, omogenei. Il tempo ed il legame tra le molecole darà più grassezza.
A – 15 – Colore luminoso. Profumo intenso: si sente ancora l’apporto del legno. Il gusto è ampio, quasi superiore al precedente: una buona combinazione anche di tannini. Delizioso, lungo, equilibrato.
B – 6 – Più corto e delicato rispetto al precedente, ma molto piacevole.
M – 11 – Ancora leggermente duro (ma dipende dal contenitore e del passaggio di ossigeno in esso).
I Barolo 2020 sono stati appena imbottigliati:
S – 101 – Profumazioni di fiori essiccati e poi di frutti rossi. Fresco, sapido, speziato,elegantissimo ed appagante.
A – 104 – Dai sentori leggermente mielosi. Il tannino non è ancora perfetto, quindi necessita di affinamento in bottiglia, ma già tra qualche mese, inizierà una grande progressione.
B – 103 – Balsamico, speziato, penetrante, intrigante, curioso, invita alla continua beva.
M – 105 – Dai profumi suadenti, fresco, sapido, è dotato di un certo equilibrio e di lunga chiusura, che rimanda ancora al frutto.
Concludendo I vini della parte bassa della vigna hanno doti di finezza e armonia subito percepibili, quindi saranno presto pronti. Quelli della parte alta e di quella media si presentano con maggiori durezze e certamente esprimeranno le loro caratteristiche qualitative in uno spettro temporale più lungo, avendo bisogno di maggior tempo per evolvere.
Le viti storiche offrono vini più sottili, ma certamente nel tempo daranno risultati eccellenti, per intensità del profumo e per lunghezza del gusto.
Le parcelle più vocate sono quelle che risentono meno del cambiamento climatico e le viti vecchie sono quelle che hanno maggior capacità di adattamento.
L’annata 2022 sarà ricordata nelle Langhe come la più sorprendente e precoce. Nonostante un clima secco e mite durante l’inverno e una primavera soleggiata, le uvenebbiolo hanno dimostrato la loro straordinaria adattabilità. Le viti, hanno iniziato la loro crescita in linea con gli anni precedenti, ma con una settimana di anticipo: le temperature elevate e la scarsità di piogge, hanno accelerato il loro processo di sviluppo, portando alla fioritura circa dieci giorni prima della media. Nonostante un’estate calda, le uve hannoraggiunto la maturazione ottimale verso il 20 di settembre, segnando l’inizio della vendemmia, che si è conclusa a inizio ottobre. Le dimensioni delle bacche sono più ridotte rispetto alla norma, con una predominanza della buccia rispetto alla polpa, fattore che dovrebbe favorire l’estrazione delle sostanze tanniche e aromatiche, supportate anche da un elevato tenore alcolico. L’annata 2022 promette, quindi, vini corposi con un notevole potenziale di affinamento a lungo termine.
Il professor Lanati, per cogliere la luminosità del colore ed esaltare le sensazioni olfattive, ha ideato il Calice Meraviglia, soffiato a mano, dalla forma sinuosa con un Anello di Saturno plasmato su una coppa studiata per far si che i noresoprenoidi, i profumi più importanti dei vini affinati nel tempo (come il Barolo, ma anche Brunello, e Riesling), che sono i meno volatili, vengano esaltati. Dopo 20 secondi dalla mescita, i profumi si stratificano secondo il loro peso molecolare: gli esteri (fiori) salgono più in alto, i benzenoidi (frutta rossa) appena sotto, seguiti dai terpeni (agrumi) e più in basso i norisoprenoidi.
Il bordo leggermente chiuso trattiene i profumi e l’Anello di Saturno favorisce il loro flusso, verso il centro del calice, dove è possibile percepirli, cogliendone i movimenti.
Fondazione CRC – Via Roma n. 17 – 12100 Cuneo
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Un commento
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Non ho esperienza di questo calice ma una cosa è certa e cioè che il degustatore attento sentirà sempre più spesso l’esigenza di uno strumento il più appropriato possibile per ogni tipologia di vino che,come giustamente detto, per ora ha un destino segnato:pronto in tempi più brevi ma inevitabilmente meno longevo.Quelli del secolo scorso possiamo goderli ancora dopo 50 anni questi del nuovo millennio,anche nelle migliori espressioni dei territori più vocati non arriveranno mai a tanto.PS Sinceri e sentiti complimenti per questo post godibile ma al contempo scientificamente preciso che fa capire quanta tecnica impegno e studio necessitano i grandissimi vini mai frutto di improvvisazione o svolazzi poetici ma sempre figli della vera scienza qui degnamente rappresentata dal dottor Lanati.FRANCESCO