Barbatella a Ceraso, vineria e degusteria nel cuore del Cilento in un vecchio mulino
Barbatella, vineria e degusteria
Via Mulino 7 Ceraso (SA)
tel 333 767 0059
di Marco Contursi
Siamo Ceraso, a pochi chilometri dalle spiagge di Ascea e Casal Velino, in quello che un tempo era un mulino ad acqua, sul torrente Palistro.
Qui, ora c’è “Barbatella, vineria, degusteria”, e aggiungerei, pizzeria con brace. Infatti l’offerta non prevede primi piatti, ma taglieri, pizze e focacce, bistecche e filetti.
Andato a cena con cari amici, abbiamo provato nell’ordine: focaccia multicereali con verdure e lardo (buonissima), bistecca e controfiletto (molto buoni), vari contorni (buonissimi), e infine bocconcini di pasta di pizza con nutella (molto buoni).
La carne era ben frollata, cotta benissimo ( no fredda al centro, cosa che odio nelle cotture al sangue), ben presentata. Sicuramente saporita, pur avendone provato di migliori. Non mi soffermerei su che razza fosse, chianina, pezzata rossa, o black angus, perché quando è buona, è buona, venduta ad un prezzo onesto e con i contorni compresi nella spesa. Cosa ti frega sapere, quale bovino si è immolato per te?
Discreta la scelta dei vini, un po’ di tutta Italia con qualche eccellenza locale come il Primalaterra 2015 di Salvatore Magnoni, che mi è sembrata la scelta migliore, visto anche l’ottimo prezzo (25 euro) della proposta. C’era anche il Patrinus, aglianico e primitivo di Colle del Corsicano, ma lo riservo per una successiva venuta. Il quid in più? La cortesia, di Giuseppe il titolare, ma soprattutto di Alessio, giovane cameriere di cui ho visto solo gli occhi, causa mascherina, ma che ha accompagnato, con gentilezza e professionalità, il mio tavolo, fino al dolce.
Bravo davvero, e pur se credo che nella vita voglia fare altro ( forse mi sbaglio, ma è stata una mia sensazione), fa molto bene il suo lavoro attuale e contribuisce non poco, a rendere piacevole la permanenza a questi tavoli.
Tutto perfetto? Ni, qualche appunto costruttivo lo faccio. L’olio è superlativo, infatti “Fattoria Ambrosio 1938”, dell’amico Massimo, è azienda di eccellenza assoluta. Ma perché avere le bottiglie senza i tappi, quando l’ossigeno condanna inesorabilmente a morte per ossidazione anche il migliore succo d’oliva?
La carne era buona e cotta bene, ma perché non introdurre un alternativa a quella vaccina, che costituisce oggi l’unica proposta? Un po’ di maiale non guasterebbe, soprattutto se si riesce a comprare un po’ di porcello da chi ancora alleva all’aperto ( Fattoria Biococò a Massicelle). Capitolo dolce, perché non proporre una alternativa locale, a quelli monoporzione di una famosa pasticceria napoletana? Un cannolo cilentano, o una “pizza aroce” sono di facile esecuzione e sicuramente più graditi da chi preferisce in Cilento, provare sapori autoctoni. La tipicità locale, sia essa un piatto, un prodotto, un vino, deve essere vista come una opportunità, soprattutto nei mesi turistici.
Se io sono di Napoli, di Verona, di Catania, voglio trovare sapori diversi da quelli che mangio o bevo abitualmente nelle mie zone. Diverso il discorso dei mesi invernali, quando una clientela squisitamente locale, potrebbe preferire chessò un vino o un piatto foresto da quelli che mangia, spesso, a casa. Ultimo appunto, gentile e apprezzato il gesto di offrire amari ed infusi a fine pasto, ma non lasciamo la bottiglia al tavolo, soprattutto quando si offrono prodotti di qualità come quelli della azienda di Centola, “Theodora”, della brava Elisa Feola. Dico di non lasciare la bottiglia al tavolo, in primis, perché qualche cliente potrebbe finirla, facendo male al suo fegato e alla tasca del ristoratore, poi, perché si dà l’impressione che si mette a tavola un prodotto di “battaglia”, mentre questi sono infusi fatti bene e che hanno un giusto costo, che non è certo 6 euro la boccia da 2 litri di limoncello, che recentemente una pizzeria dalle mie parti mi ha messo davanti e che so per certo non ha mai visto un limone. Quindi, ok offrire un giro di liquori, no lasciare le bottiglie.
Conto onesto, di una serata piacevole, per sapori e accoglienza, e dopo cena, due passi vicino al fiume, a cui si accede dalla piazza Antonini, passando davanti alla bella panchina rossa contro la violenza femminile. Camminare vicino alle acque che scrosciano vivaci, aiuta a digerire e a riflettere.
A me è venuta in mente questa frase che recentemente ho letto, non ricordo più dove: ” Chi non sta bene con se stesso, non starà, mai, bene con gli altri, perché vedrà, prima o poi, nel prossimo, la causa del suo malessere, infatti è più facile dare la colpa a qualcun altro del proprio stare male, che guardarsi dentro, alla ricerca della reale causa”.
Ragione da vendere, no?
Barbatella, vineria e degusteria
Via Mulino 7 Ceraso (SA)
tel 333767 0059
Prezzi pizze da 3.5 a 10 euro, carne 50-65 al Kg,
3 Commenti
I commenti sono chiusi.
che belli questi posti con i nomi antichi, che non hanno bisogno di “lounge”, “steak”, “ranch” e compagnia :)
Senza maiale Contursi ci rimane male e senza pasta secca il Gran Capo manco “s’assetta”.Stupidate a parte nel complesso il posto sembra interessante anche se non riuscirò mai a farmene una ragione di come si possa far convivere l’eccellenza con l’industriale cioè il miglior olio cilentano e non solo con la multinazionale della crema spalmabile.Non capisco ma mi adeguo avrebbe esclamato la marionetta che tanti hanno amato perché era un generale nonostante la critica continuamente lo degradasse a caporale.FM
Squadriglie di rondini pattugliano il lungo fiume celando alla vista un subliminale lasciato sul tavolo come un falso limoncello, mentre il Karma del Mulino colpisce ancora concordo con Virginia, sei uno scopritore di posti veri.