Azienda Agricola Casebianche – Vini della nuova annata
di Enrico Malgi
L’Azienda Agricola Casebianche di Pasquale Amitrano e Betty Iuorio non è stata tra quelle che hanno partecipato alla rinascita del vino cilentano sin dall’inizio, perché essa è sorta all’alba del XXI secolo, ma è ragionevole collocarla a giusto titolo tra le eccellenze territoriali. Primo perché l’azienda di Torchiara con la produzione dei suoi vini ha contribuito magnificamente a dare risalto alla vitienologia del Cilento, conquistando nel corso degli anni un posto privilegiato nella scala dei valori. Secondo perché con un’intuitiva e singolare performance di tre etichette di bollicine ha fatto conoscere il nome del Cilento in tutto il mondo, come vedremo più dettagliatamente in appresso. Terzo perché proprio con questa sua creazione ha portato una ventata di novità nella statica viticoltura cilentana, che da troppo tempo sembra guardare più al passato che al futuro. A ben considerare le uniche novità cilentane degli ultimi anni sono state appannaggio di Casebianche e di San Salvatore, ed in parte anche di San Giovanni e de I Vini del Cavaliere con l’impiego di vitigni non propriamente autoctoni come il piedirosso ed il primitivo, da cui si ricavano vini in purezza.
Produzione artigianale curata da un grande esperto come l’enologo irpino Fortunato Sebastiano e segnata da una coltivazione naturale delle viti con metodo biologico e biodinamico. Pochi gli ettari vitati collocati alle porte di Agropoli per un numero limitato di bottiglie, ma tutte di grande qualità e contraddistinte poi da un prezzo molto favorevole. Nel frattempo, però, Pasquale e Betty sono intenzionati ad ampliare la cantina e piantare nuove viti.
Nel mio giro tra le aziende cilentane, pochi giorni fa ho fatto visita proprio a Casebianche per testare le nuove annate appena messe sul mercato. Ecco qui le mie impressioni.
Iscadoro Bianco Paestum 2016. Classico blend cilentano di fiano e malvasia in modo paritario e saldo di trebbiano. Le uve vengono lavorate in acciaio, legno e vetro per più di un anno. Alcolicità di tredici gradi. Prezzo della bottiglia in enoteca intorno ai 12,00 euro.
Colore giallo paglierino carico, vivido e già assestato. Bouquet di ottimo impatto di sentori agrumati e di altra frutta fresca che si presentano all’appello, seguiti poi da floreali di gelsomino e di ginestra, di foglia di tè, note speziate e da una parvenza idrocarburica in sottofondo. In bocca entra un sorso vibrante per freschezza e dinamicità e/o per morbidezza, sapidità e sensualità. Gusto lineare, ma profondo. Finale arioso e lungo. Da spendere su frutti di mare e latticini.
Cumalè Fiano Cilento Dop 2017. Fiano in purezza. Solo acciaio e boccia. Gradazione alcolica di dodici e mezzo. Prezzo finale di 11,00 euro.
Si sa che l’annata 2017 è stata molto siccitosa, per cui per preservare l’acidità, soprattutto per i vini bianchi e spumanti, i viticoltori sono stati costretti ad anticipare la raccolta delle uve, con qualche rischio sulla loro piena maturazione.
Il cromatismo del Cumalè è sottolineato da una tinta gialla languida e trasparente. Naso scosso subito da profumi eleganti, fruttati e floreali, che svelano così fragranze di fico, di mandarino, di pesca, di mela, di pera, di ginestra, di tiglio, di acacia e di citronella. Attacco in bocca fresco, delicato, snello, sapido, salmastro, cristallino, leggiadro e soave e contrassegnato poi da una verve giovane ed accattivante. Retroaroma felpato e fruttato. Migliorerà col tempo, come tutte le etichette di Fiano. Da preferire su un piatto di spaghetti a vongole e pesce arrosto.
Dellemore Rosso Cilento Dop 2016. Mix di uve di aglianico al 70% e poi saldo di barbera e briciole di piedirosso. Maturazione del vino in acciaio e parte in legno grande e poi affinamento in bottiglia. Tasso alcolico di tredici gradi. Prezzo finale di 12,00 euro.
Rosso rubino luminoso, con schegge purpuree. Spettro aromatico che colpisce subito per l’ottima e generosa composizione olfattiva, in cui prevalgono essenze profumate di piccoli frutti del sottobosco di rara eleganza, alleate a drupe più grosse come la prugna e l’amarena e fuse poi a credenziali floreali ed a tocchi vegetali. Bocca ricettiva, che accoglie un sorso ampio, voluminoso, acido, fruttato, corposo, glicerico e leggermente speziato. Tannini morbidi. Timbro terroso, per un vino equilibrato ed armonico. Allungo finale appagante. Ideale compagno di salumi e formaggi e/o di un risotto ai funghi porcini.
Cupersito Aglianico Cilento Dop 2015. Aglianico al 100%. Un anno di maturazione in botti di legno e poi sei mesi di elevazione in vetro. Tenore alcolico di quattordici gradi. Prezzo in enoteca intorno ai 15,00 euro.
Rubino intenso, ma con riflessi purpurei di gioventù. All’olfatto il vino si concede placidamente per essere scansionato, con risultati ottimali. Il naso aspira avidamente profumi fruttati di mora, di mirtilli, di ribes e di ciliegia, intrecciati a suadenze floreali di petali di rosa e di violetta. In sottofondo emergono poi ammalianti sospiri speziati di noce moscata, di chiodi di garofano, di vaniglia e di pepe, accompagnati da un coté balsamico, mentolato, cioccolatoso e sapido. Sulla lingua atterra un sorso caldo, ma anche fresco ed asciutto. Tannini presenti ma non graffianti. Sviluppo palatale di grande nerbo, succoso, materico, strutturato, sanguigno, empireumatico e rotondo. Chiusura di piacevole lunghezza. Serbevole per molti anni ancora. Da abbinare su paste al sugo, carne arrosto e formaggi stagionati.
Ed adesso, come accennavo all’inizio, veniamo alla triade di bollicine ancestrali che negli ultimi tempi hanno fatto la fortuna aziendale, frutto di una felice intuizione dell’enologo Fortunato Sebastiano, assecondato in toto da Pasquale e Betty.
S’incomincia ovviamente col primogenito: La Matta Vino Spumante Dosaggio Zero 2017. Un successo insperato di uno spumante naturale ed integrale che ha conquistato il mondo, collocandosi di diritto sulle tavole dei più prestigiosi ristoranti. Vendemmia anticipata a metà agosto, per preservare la giusta acidità. Rifermentazione spontanea in bottiglia, innescata dal mosto conservato a bassa temperatura. Senza aggiunta di zuccheri, di solfiti e di lieviti e nessuna chiarifica. Gradazione alcolica di appena undici gradi e mezzo. Prezzo sui 12,00 euro. Si è proprio così, avete letto bene e lo ribadisco: 12,00 euro, un prezzo favoloso.
Colore giallo velato, con evidenti sedimenti nella bottiglia che ovviamente è una precisa scelta aziendale e non si tratta di un’imperfezione. Le bollicine salgono baldanzose, gioiose e divertenti nella flute, per donare un pizzicorino al naso. Profumi inebrianti che sanno di mela golden, di pera, di mandarino, di limone, di anice, di muschio, di glicine, di lavanda e di camomilla. Sorso spumeggiante, secco nature, floreale, fruttato, genuino, rinfrescante, gradevole, vivace, essenziale e minerale. La chiusura è appagante, dissetante e calibrata. Da consumare a più non posso su tartine, pesce crudo, latticini e varie sfiziosità.
Il Fric Aglianico Rosato Frizzante Secco Paestum Igp 2017. L’acronimo vuol dire Frizzante cilentano. Solo aglianico. A differenza de La Matta il Fric non è uno spumante, ma un vino frizzante perché la sovrapressione di anidride carbonica non supera i 2,5 bar. Il procedimento è sempre quello dell’aggiunta del mosto in bottiglia per la rifermentazione naturale innescata dai primi tepori primaverili. Dodici gradi di alcolicità. Prezzo finale di 12,00 euro.
Colore rosé sanguinello opaco. Bollicine birichine ed impertinenti. Il ventaglio olfattivo regala subito un delicato profumo fruttato di lamponi, di ribes, di mirtilli, di melagrana e di ciliegia. Suadenze floreali di viola, di rosa e di glicine. In bocca scorre un sorso fresco, effervescente, lieve, pulito, elegante, sapido e succoso. Il finale sa di buono ed è vellutato, carezzevole, pungente, fruttato e profumato. Da bere come aperitivo, su un tagliere di salumi e pesce crudo. Da non disprezzare sui dolci secchi. Vi stupirà!
Pashkà Rosso Frizzante Secco Paestum Igp 2017. Blend di aglianico e barbera in parti uguali. Stesso metodo ancestrale de La Matta ed Il Fric, ma con un carico di anidride carbonica di appena 1,80. Alcolicità di dodici gradi. Prezzo finale della bottiglia di 12,00 euro.
Rosso rubino sfavillante. Spuma delicata e vaporosa. Bouquet ricco di piccoli frutti del sottobosco, di fragola e di marasca e poi anche di essenze di viola, di fiori bianchi e di macchia mediterranea. Bocca tesa, asciutta, salivante e leggera. Sorso dissetante, fine, fresco e non troppo frizzante. Tocco morbido, elegante, scorrevole ed affusolato. Slancio finale aggraziato ed appagante. Su pizza margherita, salame di Gioi, tarallini pugliesi e minestre.
Azienda Agricola Casebianche
Via Case Bianche, 8 – Torchiara (Sa)
Tel. 0974 843244 – Fax 0974 841491
[email protected] – www.casebianche.eu
Enologo: Fortunato Sebastiano
Ettari vitati: 5,5 – Bottiglie prodotte: 30.000
Vitigni: aglianico, barbera, piedirosso, fiano, trebbiano e malvasia.