Atena Lucana, Locanda San Cipriano: recuperare il passato ecosostenibile per entrare nel futuro
LOCANDA SAN CIPRIANO
Galleria Serrone – Atena Lucana
Tel. 0975 511447
Cell. 366 9036347
Aperto: a pranzo e a cena
Chiuso: lunedi e martedi a pranzo
www.locandasancipriano.it
Una bella storia di migrazione di ritorno, quella di Antonio e Sandra. Partiti entrambi dal Sud circa venti anni fa, compagni di università a Firenze prima e compagni di vita a Modena poi. Coltivano con lo studio e l’esperienza l’amore per il buon cibo e la cucina fino a quando, dieci anni fa, decidono di investire la loro idea di futuro nel Vallo di Diano, in provincia di Salerno.
E partono portandosi dietro due capitali preziosi: l’aceto balsamico di Modena e il loro primo figlio.
Nasce così il progetto della Locanda San Cipriano, osteria di campagna a ridosso del centro storico di Atena Lucana, paese di poco più di 2000 anime, tra gli insediamenti più antichi del Vallo di Diano, come testimoniano i resti delle mura megalitiche del IV secolo a.C.
Una bella costruzione circondata dagli olivi, con diverse salette in pietra disposte su più livelli, un arredo semplice e rustico, personalizzato da antichi utensili contadini ma anche da qualche chicca di modernariato, come il jukeboxe di Antonio (perfettamente funzionante!).
In una piccola stanza, poi, è stata sistemata l’acetaia, organizzata e condotta professionalmente, secondo il disciplinare dell’aceto balsamico di Modena e coccolata amorevolmente da Antonio e Sandra.
Al piano terra, una delle sale guarda ai fornelli e al forno a legna (la sera si fa anche la pizza). Sandra in sala, con la passione del vino (è appena ripartito il corso di sommelier curato da Maria Sarnataro, proprio in Locanda) cura la sala e la piccola cantina, mentre Antonio si occupa della cucina.
Il menu è un trionfo di prodotti locali. E se è vero che non si piantano bandierine solo in Campania, perché si mette a frutto l’esperienza toscana ed emiliana, è innegabile che zuppe, minestre, pasta fatta a mano, carni e formaggi sono la fotografia dei piatti rurali del Vallo di Diano. Non mancano poi le suggestioni della vicina Lucania, come il peperone crusco che colora e insaporisce molte pietanze oppure della Puglia, con la focaccia con i pomodorini.
I piatti da non perdere sono davvero tanti, speriamo di non dimenticarne qualcuno: la minestra con le verdure di stagione, profumata e corroborante; la zuppetta di fagioli e ceci locali oppure di trippa e patate, molto gustosa. E poi la pasta fatta in casa, con le tagliatelle irregolari con i funghi o il ricco piatto di cavatielli al sugo di pezzentella, serviti nella vecchia grattugia di alluminio, con un pezzetto di pecorino locale. Grossi, carnosi e appaganti, vero piatto della festa contadina.
E, ancora, il soffritto o il baccalà, per decenni l’unico pesce delle zone interne, qui proposto in diverse varianti. Noi l’abbiamo provato con l’uva passa e l’alloro, antica ricetta dell’Ottocento tramandata dalla nonna del macellaio del paese.
Discorso a parte merita il pane, buonissimo, di diverse tipologie, vanto di tutta la squadra della Locanda: quest’anno per far fronte ai tempi duri del lockdown, Antonio ha convogliato forze, risorse umane e sacrifici nell’apertura di un forno, giù all’ingresso del paese. Il Forno di San Cipriano oggi vende pane, biscotti, pizza e dolci in una bottega di moderna concezione (sembra di stare in un paese dell’Europa del Nord!), attenta alla qualità e provenienza delle farine, con una cura certosina delle misure ambientali ed energetiche e della comunicazione.
E, naturalmente, è questo il pane che finisce sulla tavola della Locanda, dal misto integrale di tradizione cilentana al multicereale, fino alle focacce e ai taralli.
Insomma, una cucina che rispetta la storia e la memoria contadina ma che sa come affrontare il futuro, a partire da una sana cultura associativa di rete con gli operatori della zona.
Un’esperienza dunque che consigliamo vivamente di fare: Atena Lucana, oltretutto, è ben collegata, al centro di una terra che offre paesaggi spettacolari ancora poco antropizzati ma, allo stesso tempo, siti turistici di pregio, dalle grotte di Pertosa alla Certosa di Padula, a interessanti passeggiate e percorsi di trekking.