Asti DOCG: stili e abbinamenti a tavola
di Chiara Giorleo
Per qualche contorsione tipica del mondo del vino facilmente colorato da mode e tendenze, non sempre gli spumanti dolci sono apprezzati come i secchi nonostante le migliori espressioni offrano vini deliziosi e intriganti per abbinamenti sorprendenti.
Il nostro patriottico Asti DOCG (per maggiori dettagli, clicca qui Consorzio dell’Asti DOCG) in entrambe le tipologie: Spumante e Moscato d’Asti – spumante quindi con bolla più decisa il primo, frizzante quindi gentilmente brioso e tendenzialmente più dolce e leggero il secondo – ne sono l’esempio più eclatante. Le versioni più classica si rendono compagni perfetti dei lievitati che negli ultimi anni hanno conquistato le tavole delle feste più popolari come panettoni, colombe e simili, non solo per la concordanza tra assaggi giustamente zuccherosi ma grazie all’armonia tra le sensazioni burrose, le note tipiche della lievitazione, di canditi e aromi agrumati con la fragranza di frutta, erbette e fiori freschi del Moscato.
Fermarsi a questo accostamento, seppur popolare e consolidato, sarebbe limitativo e ci precluderebbe scoperte altrettanto valide.
Innanzitutto, è da ricordare che trattasi di vino da uve Moscato che si caratterizza per il fascino dei profumi più che per la struttura. I piatti non eccessivamente elaborati, leggermente speziati, con lieve tendenza dolce sono la risposta più adatta a un vino che diverte per la vivace aromaticità. A questo si collega la preferenza di consumo: “the fresher the better” direbbero gli inglesi, non è un vino da conservare ma di cui godere nell’immediato.
Inoltre, è importante distinguere tra le due tipologie soprattutto rispetto ai diversi dosaggi di zuccheri che contengono.
Lo Spumante ha una maggiore presenza di CO2 e quindi una capacità sgrassante superiore ma soprattutto si presenta con diversi dosaggi, come tipico per gli spumanti: dal più basso che lo rende secco fino alla tipologia dolce ma non per questo abbinabile solo ai dessert.
Dunque, le tipologie Extra Brut o Brut dal dosaggio di zuccheri medio/basso si accordano alla perfezione con piatti di media struttura e presenza di grassi: torte rustiche, pesce di lago, primi vegetariani, zuppe di legumi o carni bianche non molto elaborate così come ricette che prevedono l’uso del Moscato stesso. Non solo, mi spingerei al sushi o ai piatti mediorientali a partire dagli stessi falafel fino ad arrivare a stuzzichini a base di agnello.
Lo spettro cambia e si amplia notevolmente con le versioni dolci dell’Asti Spumante e con il Moscato d’Asti. Oltre ai lievitati già citati che sublimano la fragranza peculiare degli Asti DOCG, si può spaziare dalla frutta cotta o caramellata come pere e mele cotte guarnite con salse leggere alle creme al cucchiaio. La presenza delle bolle funge da sgrassante meccanico per dessert con componente leggermente più grassa come torta della nonna o alla frutta secca e cheescake. Ma non solo, i profumi e la rotondità di questo vino si accordano perfettamente anche a piatti salati come il crostino burro e acciughe, le tipiche ricette indiane speziate specialmente se a base di verdura e certi formaggi freschi o di media stagionatura.
E visto il successo della pizza su scala mondiale, mi piacerebbe aprire una finestra su questo piatto tanto amato che nell’aprirsi a continue sperimentazioni non perde l’appeal della classicità. Sia le versioni più secche dell’Asti Spumante di cui sopra sia quelle più dolci concorrono all’assaggio perfetto. Penso innanzitutto alle ricette più moderne sulle quali spesso son presenti creme dalla nota dolce come quella alle zucchine (per esempio sulla pizza “alla Nerano”) o alle patate (dolci o viola); e ancora le gourmet con gamberi crudi o pizze bianche con salumi delicati e leggermente pepati.
Sempre più diffuse, tra l’altro, sono le pizze dolci guarnite con confetture, fichi o creme cui si aggiungono quelle con tendenza dolce, ad esempio a base di formaggi, noci e miele: l’Asti Spumante prodotto da metodo classico con dosaggio medio o, a seconda della ricchezza della composizione, le versioni propriamente dolci, incluso lo stesso Moscato d’Asti, rispondono perfettamente.
Provare per credere.
Un commento
I commenti sono chiusi.
Mio padre accompagnava ogni pasto a cominciare dall’abbondante e robusta colazione con un bicchier di vino.La mia invece prevede, nei mesi caldi e sopratutto dopo una corsa o una rinfrescante nuotata all’alba, frutta lievitati dolci e salati ed un bicchiere di Asti che con la sua carica zuccherina ed il basso grado alcolico rigenera le forze per affrontare il resto della giornata.Per me il vino dell’estate e quindi non solo sul panettone a Natale che ci sta ma spesso al suo posto, in occasione delle festività di fine anno, viene spacciato ogni tipo di liquido più o meno aromatico che con il nobile Asti poco o nulla ha a che vedere.FRANCESCO