Critica che non sa criticare e pizzaioli e che non accettano critiche: arriva la soluzione
di Tommaso Esposito
Promosso da APN Associazione Pizzaiuoli Napoletani con la collaborazione di Luciano Pignataro Wine Blog e Scatti di Gusto si è svolto nella sala di Santa Maria La Nova un interessante workshop dal titolo: “La Comunicazione della pizza al tempo del web 2.0”.
Ha introdotto i lavori Vincenzo Pagano di Scatti di Gusto sottolineando come oggi bisogna saper distinguere bene tra chi fa comunicazione professionale e chi la fa in modo dilettantistico creando una serie di problemi e di fraintendimenti che creano danno proprio agli stessi operatori del settore.
Luciano Pignataro è entrato subito nel vivo dell’argomento tracciando in breve la storia della comunicazione gastronomica affidata un tempo soltanto a pochi esperti e a pochi strumenti tradizionali, come le Guide e i giornali, mentre oggi è tra le mani di chiunque sui blog come sui social media. Ha indicato pure una sorta di vademecum per distinguere tra chi informa e chi semplice comunicazione.
Il professionista che informa ha il dovere di rispettare un codice deontologico, quello del giornalista, ha l’obbligo di metterci la faccia senza nascondersi dietro l’anonimato, deve assumersi tutta la responsabilità di quello che scrive. Cosicché il pizzaiuolo, lo chef, il paninaro ha chiaro l’orizzonte entro cui la recensione è stata elaborata e pubblicata.
Sono stati affrontati pure altri argomenti come la compilazione delle graduatorie che oggi al tempo di TripAdvisor, dove si nascondono anche concorrenti malintenzionati e manipolatori dei consensi, devono essere redatte nel modo più trasparente possibile per essere credibili e convincenti. E come la competenza dei giornalisti che scrivono di cibo.
Insomma quella di oggi è stata la prima occasione di un incontro tra stampa e mondo della pizza.
Ne seguiranno altre in cui si affronteranno, qualcuno ha lanciato la proposta, temi come la formazione degli assaggiatori. Ossia creare un vero e proprio albo come quelli degli assaggiatori di olio, formaggi e vino.
Seguiremo con attenzione l’evoluzione del dibattito.
Una nota che ci è piaciuta: il grande applauso che è stato fatto in sala a Davide Civitiello per la vittoria al contest #pizzaunesco
2 Commenti
I commenti sono chiusi.
Serve la conoscenza pratica della materia, ma serve sopratutto applicarla con modestia, buon senso e chiarezza espositiva. Troppo spesso qualità (anzi, prerequisiti) dimenticate a favore dell’espressionismo linguistico, dell’autoreferenzialità e della decontestualizzazione. La critica è prima di tutto comprensione del proprio limite. Solo secondariamente, descrizione e interpretazione canonica dell’oggetto. Se si riesce a trasmettere al lettore (e al “criticato”) questa sincerità metodologica, non c’è polemica che tenga. Oltre la competenza tecnica, dovrebbe dunque essere la consapevolezza della complessità della sfida ermeneutica, il rispetto per la responsabilità del proprio ruolo, ad essere correttamente insegnata.
La soluzione (la cura) è peggiore della malattia. La soluzione è di fermarsi, di fare più pause, di lasciare da parte il marketing e di riscoprire dei valori ancora validi. Basta con le sceneggiate intorno alla grande pizza classica napoletana.