Asprinio d’Aversa Spumante
Oggi molte aziende spumantizzano i propri vini, in Campania si è ormai superato il milione di bottiglie, ma il papà delle bollicine regionali è sicuramente l’Asprinio d’Aversa brut di Grotta del Sole che Gennaro Martusciello iniziò a provare appena rientrato da Conegliano nella seconda metà degli anni ’80. Erano i tempi della Vinicola Flegrea, all’inizio del ’900 a Pozzuoli. Quando la famiglia Martusciello lanciò il progetto Grotta del Sole, prima vendemmia 1991, quelle fantastiche bollicine, fresche e agrumate, erano già nel catalogo.
Ogni cosa ha bisogno non solo di tempo, ma anche di tempo giusto. Garibaldi nel 1860 fu osannato dagli stessi contadin che avevano inforconato Pisacane appena tre anni prima. Così questo prodotti di qualità non ha avuto la fortuna che meritava perché, forse, haanticipato troppo i tempi.
Ancora oggi, con le sue tremila bottiglie, è una chicca per amatori che viene esibita però con orgoglio dai ristoratori più preparati dei Campi Flegrei, come è capitato a noi una sera all’Abraxas di Nando Salemme quando abbiamo preso un’aperitivo a bordo forno con alici e focacce.
Si tratta di un prodotto di grande valore a cui sono molto affezionato perché mi ricorda la bella figura di Gennaro, enologo pioniere in Campania, ma anche perché contribuisce ad evitare l’estinzione dell’Asprinio d’Aversa, uva di cui si è parlato tanto ma che si beve molto poco perché spiazzata dalla Trimurti Fiano, Greco e Falanghina. Non si tratta di un millesimato, ma di una cuvèe di diverse annate e vi assicuro che il tempo fa molto bene a questo spumante di concezione classica, molto ricco e fresco allo stesso tempo. Adatto per esempio a questi due mesi di caldo che ci attendono per sopravvivere al Ramadan italiano che tanto fa arrabbiare la Merkel.
Sede a Quarto, via Spinelli, 2. Tel 081.8762566. www.grottadelsole.it. Ettari: 43. Bottiglie prodotte: 700.000. Enologo: Francesco Martusciello jr