Askos Malvasia Nera Salento Igt 2012 | Voto 88/100
Masseria Li Veli
Uva: malvasia nera
Fascia di prezzo: 13,00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 26/30 – Palato 26/30 – Non omologazione 31/35
Chissà perché, ma la malvasia nera del Salento mi fa venire in mente il pallagrello e il casavecchia del Casertano. Forse perché i tre vitigni hanno in comune la recente riscoperta e la valorizzazione dopo gli anni trascorsi nel dimenticatoio. Ed a pensarci bene, la malvasia in un certo senso ha attinenza anche col piedirosso, perché entrambe le specie in passato sono state impiegate quasi esclusivamente a supporto di altri vitigni. Insieme col negroamaro per la composizione del Salice Salentino, per quanto riguarda il vitigno pugliese, e nel classico blend campano insieme con l’aglianico per il piedirosso. Negli ultimi tempi, invece, la situazione è cambiata e così i due ceppi sempre più spesso sono vinificati in purezza, con risultati più che lusinghieri.
Proprio com’è il caso dell’azienda brindisina Masseria Li Veli di Cellino San Marco, che propone un’etichetta declinata soltanto con la malvasia nera. Nell’ambito del progetto Askos (nome che evoca una sorta di decanter greco ante litteram del I secolo a.C.), nato nel 2009 con lo scopo di selezionare antichi vitigni quasi dimenticati, si producono vini di grande carattere e di altissima qualità.
L’azienda, che appartiene alla famiglia Falvo, ha visto la luce nel 1999 e dispone di 33 ettari vitati, quasi tutti interessati dal tipico allevamento ad alberello. Il corpo principale aziendale è formato da una masseria che sorge su un antichissimo sito messapico che domina tutta la fertile piana salentina.
La Malvasia Nera Salento Igt 2012, dopo aver effettuato la fermentazione e la malolattica, è transitata in botti di rovere da 50 ettolitri per nove mesi e poi è stata imbottigliata, trascorrendo alcuni mesi per l’ulteriore affinamento. Il tasso alcolometrico è 14 gradi.
Il colore che si riverbera nel bicchiere è già consolidato da un rubino vivace e luminoso. L’avvolgenza aromatica che attacca le narici è complessa, composita e godibilmente fruttata di melograno, di lampone e di marasca. Si colgono poi anche sensazioni olfattive speziate e minerali e deliziose sfumature floreali. In bocca si manifestano una piacevole sapidità, un’ottima struttura, una discreta spalla acida ed una tannicità primitivamente pungente.
Andando a scavare nel profondo, si evidenziano anche libidinose percezioni di piccoli frutti del sottobosco, una lineare morbidezza che accarezza il palato, effetti mentolati e balsamici, pieghe eleganti e contorni di liquirizia e di cioccolato fondente. Finale doviziosamente palpitante e pervasivo. Ottimo vino da abbinare a paste asciutte, spiedini di capretto e/o a formaggi stagionati.
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede a Cellino San Marco (Br) – S.P. Cellino – Campi, Km 1 Tel. 0831 618259 – Fax 0831 616657 [email protected] – www.liveli.it Enologo: Stefano Chioccioli
Ettari vitati: 33
Bottiglie prodotte: 320.000
Vitigni: negroamaro, primitivo, malvasia nera, susumaniello, aleatico, verdeca e minutolo.
4 Commenti
I commenti sono chiusi.
Senza tema di smentita,guarda caso,il primo articolo 14 riguarda la Puglia.Anche quest’anno ,quindi,ti riconfermiamo nostro inviato speciale in Apulia.Grazie e…..di nuovo buon anno Enrico.FM.
E noi Pugliesi ringraziamo di cuore il buon Enrico , chissà se un giorno si potrà organizzare un’ incontro oppure un gemellaggio fra i grandi vini e prodotti dell’Irpinia e Cilento insieme alle eccellenze enogastronomiche della Puglia.
Grazie a te Francesco, per il tuo puntuale e sempre interessante intervento. Ebbene sì, lo ribadisco per l’ennesima volta: con la Puglia negli ultimi tempi sto percorrendo una corsia preferenziale. Ma come puoi constatare però non abbandono assolutamente il Cilento ed altro ancora. Peccato che tu sia già andato via, perché stasera avresti potuto partecipare ad una serata molto interessante in un locale vicino casa mia, dove si parlerà appunto di vini e gastronomia del Cilento. Penso di ricavarne un report e poi spero che lo leggerai. Buon anno anche a te.
Caro Giulio, sono d’accordo con te, anzi direi che personalmente auspico fortemente un trigemellaggio enogastronomico Cilento – Puglia – Irpinia. Sono sicuro che ne vedremo delle belle. Vediamo se qualcuno accetta l’invito!