Arriva Festa a Vico 2017: Noi chef non siamo in un altro mondo!
Gli chef sono star? Alcuni si, e vengono imbottiti di selfie. Ma la maggioranza deve far quadrare conti. Eccoil tema di Fesra a Vico, la grande kermesse organizzata da Gennaro Esposito e David Aiello.
Pronti? Via
Ecco il tema
Non possiamo negarlo. Diventare personaggi mediatici ci ha inorgoglito e reso consapevoli che il successo è stato frutto del nostro impegno, del nostro lavoro e, permetteteci di dirlo, del nostro talento.
Ma i giornali, le televisioni, gli eventi, il glamour sono soltanto la copertina di quello che realmente siamo. Figli di un popolo silenzioso, che non rilascia interviste, totalmente immersi quotidianamente nella realtà di piccoli artigiani eccellenti, a loro volta generati da un territorio che sa essere molto generoso ma anche avaro e talvolta ostile. La realtà che ci circonda non è solo edonismo gastronomico o quella che, un pò pomposamente, viene definita arte culinaria. Il cibo ha una cifra universale estranea a tutto ciò e ce ne rendiamo perfettamente conto.
A tutti quei giovani che iniziano adesso il loro percorso vogliamo dire che la formula magica è ” Fare bene il proprio mestiere “, che vale per noi, ma evidentemente per tutti, senza risparmiarsi, senza pensare che quel viottolo, quella scorciatoia che passa nel bosco faccia arrivare prima, perchè, invece, nel bosco ci si perde.
L’onda lunga dell’Expo ha funzionato proprio per sottolineare due aspetti fondamentali del rapporto con il cibo: la necessità che una parte maggiore dell’umanità sia sufficientemente alimentata e l’idea primaria che, attraverso, la ristorazione e le coltivazioni, si esprimano culture diverse ma ugualmente nobili. Il contributo che noi cuochi fortunati possiamo dare viaggia in tre direzioni guida e precisamente la lotta agli sprechi, l’aspetto salutare degli alimenti e l’attenzione alle iniziative sociali, come ad esempio , lo sviluppo dei refettori. Tutto ciò premesso, non dimentichiamo che Festa a Vico è un incontro, solo apparentemente disordinato e caotico, ma gioioso, allegro e scanzonato, come deve necessariamente essere una parte non secondaria della nostra vita.