Ara Mundi e i segreti di Telaro


2 ottobre 2003

Questo rosso è un grande vino ancora escluso dagli applausi sfrenati della critica. Merito di Luigi, Arduino, Pasquale, Roberto e Massimo Telaro che pensano soprattutto a lavorare sodo nell’azienda di famiglia. Quaranta ettari di proprietà più dieci in conduzione, campi sperimentali coltivati per conto dell’assessorato regionale all’Agricoltura, viti e olivi, ospitalità e ristorazione nell’agriturismo aziendale La Starza: una realtà solida che insieme a Prattico costituisce il presidio della doc Galluccio, l’ultima nata in Campania ma già forte di ottime interpretazioni sia per i bianchi che per i rossi. Ara Mundi è un aglianico, costa tra i 10 e i 15 euro, fermenta in acciaio e poi si eleva in barrique di rovere per un anno e mezzo. Sottovalutato dalla guida Slow Food Gambero Rosso, non premiato da quella dei Sommelier, fuori dai riflettori, è questo il dolce destino di uno dei migliori rossi della Campania e del Mezzogiorno, a testimonianza che gli esperti vanno ascoltati ma non sempre seguiti ad occhi chiusi. Di questo bicchiere ci piace la tipicità e l’eleganza, una versione forse moderna dell’antico vitigno che non cede però alla moda del vino da masticare. Va abbinato senz’altro ai piatti forti della cucina campana e partenopea, primi con il ragù oppure agnelli e capretti. Tra le 450.000 bottiglie di Telaro segnaliamo anche le Falanghina Roccamonfina Igt e la Vendemmia Tardiva dove il vitigno autoctono campano si accompagna al sauvignon in un clima gotico fatto di boschi di castagno, nebbia attorno al vulcano spento, buone escursioni termiche. Tra i rossi ricordiamo il Calivierno, un Galluccio Riserva doc da aglianico e piedirosso e il Monte Caruso, ancora aglianico e piedirosso ma unico dei tre top wines dell’azienda ad avere un corretto rapporto con il prezzo: siamo infatti tra i 5 e i 10 euro, quanto cioé dovrebbe costare anche il più prezioso dei rossi campani e meridionali. Sguardo nel resto del Sud per apprendere come si fa a resistere sul mercato globale, please.