Aquila del Torre nome in codice AT
di Monica Bianciardi
Firenze, giornata fresca con un aria più simile ad un ottobre avanzato che a metà Maggio un ristorante elegante con un menù curato e interessanti vini Friulani.
Il tema del giorno verte su di una panoramica dei vini aziendali di Aquila Del Torre con piatti abbinati e realizzati per l’occasione dallo Chef Gabriele Andreoni del ristorante Gurdulù.
L’azienda Aquila del Torre nasce nel 1996 con il padre di Michele Ciani che dopo anni passati con una attività di officina meccanica ad Udine, vende l’attività e decide di spostarsi con la famiglia nel verde delle colline del Friuli. La proprietà che decide di comprare è nella parte più Settentrionale della Doc Friuli Colli Orientali a Savorgnano del Torre, in piena campagna. Fin da gli anni 30 la proprietà aveva oltre ad una parte boschiva terreni cultivati con viti ed alberi da frutto, erano gli anni della mezzadria con il vino venduto sfuso ed una produzione agricola composta da varietà miste da vari prodotti del terreno. Ciani intuendo da subito la potenzialità dei vini della zona inizia con il recupero dei vecchi vigneti a cui dopo qualche anno ne vengono aggiunti di nuovi. Tra i nuovi vitigni introdotti oltre agli autoctoni Friuliano e Picolit, si inseriscono Riesling Renano e Sauvignon Blanc.
Per i vitigni a bacca rossa l’autoctono Refosco, a cui più tardi si aggiungerà il Merlot. Il terroir Friulano ben si presta per i vini a bacca bianca. Infatti i terreni ricchi di marne arenarie (Flysch depositi di origine oceanica) ed un’altitudine che varia dai 175 ai 350 metri s.l.m. sono caratterizzati da forti escursioni termiche che contribuiscono alla fissazione degli aromi primari dai quali i vini risultano profumati, dotati di acidità e struttura.
La tenuta inizia ben presto ad espandersi fino a raggiungere i 20 ettari vitati di oggi con altri 66 mantenuti a bosco. Oggi l’azienda è gestita dai figli di Ciani che danno continuità agli sforzi del passato attraverso sperimentazione sia in vigna che in cantina. Dal 2013 biologica certificata con successivo affiancamento di pratiche biodinamiche utilizzando le risorse naturali di inerbimento e sovescio. Le uve che adesso provengono da vigneti la cui età media è circa 40 anni, vengono raccolte manualmente e vinificate separatamente con la preparazione di pied a cuve con lieviti spontanei per la fermentazione.
Tasting Notes
Il primo vino ad introdurre la degustazione dei vini aziendali è affidata al Friuliano 2017. Sceltoper la freschezza e la vivacità di profumi, che vertono su note di agrumi, fiori gialli, susina, mandorla fresca. Una buona struttura contornata da acidità e finale sapido lo rendono perfetto per l’aperitivo, abbinato ad un assaggio di filetto di maiale marinato ed asparagi.
Con l’antipasto il vino scelto è il Riesling con due differenti annate 2015 e 2012.
Riesling 2015
I vigneti si trovano nella parte più alta della tenuta, i grappoli vengono selezionati e raccolti a mano in cassette. Per questa annata sono stati usati lieviti indigeni. La 2015 Nei Colli Orientali, de Friuli è risultata essere una vendemmia che si è svolta in condizioni meteorologiche ottimali. Vino che si apre su toni di frutto bianco, agrume, erbe spontanee, pesca bianca e sentore marino. Elegante e vivo il palato è teso da molta freschezza, chiude con agrumi e scia sapida finale.
Riesling 2012
L’andamento climatico 2012 nei Colli Orientali del Friuli è stato determinato da una primavera fresca con un’estate dal cuore molto caldo. Il colore è brillante con sfumature dorate ed i profumi vertono su toni maturi e burrosi; seguono note di idrocarburi, albicocca e ananas alternate a sensazioni marine di conchiglie tritate. Il palato è morbido con la parte sapida che si avverte in modo netto, ma equilibrata da corpo e acidità.
Il piatto, seppia, lattuga ravanello, bottarga di albicocca e coriandolo.
Oasi Bianco 2016 e Picolit DOCG 2013
Oasi 2016 vino inconsueto date le basse rese di questo particolare vitigno totalmente vinificato con uve Picolit. Si è puntato molto su questo vitigno autoctono che usualmente regala grandi vini da dessert in questo caso declinato in versione secca dal 2010.
L’espressione olfattiva lascia pensare ad un vino dolce con floreale di zagare e rosa gialla, buccia di pompelmo, miele di tiglio e cera di api. Il gusto secco è avvolgente in cui la componente alcolica scalda. Struttura e freschezza sono accompagnate da spalla sapida e un finale in cui ritorna il miele.
Piatto in abbinamento, tortelli di patate ed erbette al ragù di coniglio.
Picolit DOCG 2013
I vecchi vigneti di Picolit la cui età media si aggira intorno ai 40 anni ha prodotto un vino dolce ricco ed elegante dai profumi di albicocca disidratata, lattice, cera , frutta secca. Palato ricco ed avvolgente stemperato da freschezza e sapidità.
Per il secondo piatto a base di anatra pastinaca, certfolio e scalogni si è scelto un antico vitigno autoctono il Refosco dal Peduncolo Rosso .
Refosco 2015
Fermentazione spontanea in acciaio e passaggio in cemento. Frutti neri e rossi mora, ribes, lampone spezie piccanti si alternano a tocchi di cipria e nuances del sottobosco. All’assaggio avvolgente e sapido, dotato struttura e tannini fitti e rotondi.
Refosco Riserva 2012
Fermentazione e macerazione in tini di rovere Francese, malolattica in cemento. Il passaggio in legno è presente nelle tonalità speziate di cannella, pepe, foglie di tabacco, piuttosto austero il frutto maturo e nero esce in un secondo momento insieme al mallo di noce. Al palato risulta caldo e volumico con tessitura tannica che asciuga, sapidità finale.
Sauvignon 2015
Un fuori programma ci aspetta prima del finale con un Sauvignon 2015 proveniente da vigneti di circa 20 anni. Raccolte manualmente le uve vengono poi pressate con il grappolo intero ed il mosto viene immediatamente separato dalle bucce. La fermentazione avviene in carati di legno in cui sosta per 12 mesi sui lieviti.
Carattere e giusta dose di eleganza contraddistinguono questo Sauvignon dai profumi agrumati in cui pompelmo e mandarino si amalgamano a note più mature di passion fruit, foglia di pomodoro e lievi le note erbacce tipiche del vitigno. Pieno e succoso all’assaggio è energico e sorretto da acidità dai rimandi salini sul finale.
Picolit 2010
Non poteva mancare un giusto abbinamento finale con il dolce base di una selezione di pasticceria secca. Il vino ha un serie di sfumature odorose caramellate, moù, frutta secca, miele, cera d’api, mandorla albicocca disidratata, e nota iodata. All’assaggio il palato ricco e glicerico è teso da vena acida, sapore che termina in un finale in cui ritorna una nota brulée.