Ao Yun il vino sopra le nuvole
di Marina Betto
Letteralmente in lingua cinese Ao Yun significa “capace di volare sopra le nuvole” ed è il nome di un vino intenso e particolare che nasce sulle montagne himalayane a 2200/ 2600 m s.l.m . L’aria a quelle quote è densa e respirare diventa difficile per chi non è abituato ma non è la sola difficoltà che si incontra per arrivare dove sono situate le vigne tra i villaggi di Adong, Xidang, Sinong e Shuori dove la luce è più diretta e netta, pura, perfetta per far crescere dell’ottima uva. Ao Yun è un Cabernet Sauvignon che viaggia sui 250/ 300 euro a bottiglia e che su alcune piattaforme di vendita di vino è già esaurito trasudando lusso in tutte le sue sfumature. La produzione non supera le 30mila bottiglie e rappresenta una testa di ponte tra LVMH (Moet Hennesy Louis Vuitton) e l’Oriente.
Un vino elitario che viene percepito dai cinesi come prodotto di lusso francese e dagli europei come lusso d’Oriente. La sua nascita è recente la prima annata è la 2013 e il suo wine maker è il francese Maxence Dulou coinvolto da Moet Chandon nella ricerca del luogo migliore in Cina dove poter fare dell’ottimo vino. La regione scelta è lo Yunnan nella prefettura di Diquing un territorio tibetano vicino Zhongdian la città ribattezzata da Pechino Shangrila ad evocare un luogo paradisiaco, ameno e spirituale. Più di 120 contadini per curare i vigneti, tutti locali, i soli a poter muoversi con disinvoltura tra quelle alture e fare tutto a mano tra i terrazzamenti di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc sparsi tra i villaggi dove scorre il Mekong. Maxence Dulou dopo anni passati a S. Emilion accetta questo incarico da Jean Guillaume Prats alla guida di Estate& Wine la divisione vino di Moet Hennesy che segue oltre ad AO Yun anche aziende in Australia, Nuova Zelanda, California, Argentina e Spagna. Le sole tre annate esistenti di questo vino la 20013- 2014-2015 ( che uscirà sul mercato tra 3 mesi) sono state presentate a Milano da Nobu ( cucina fusion asiatica) alla presenza proprio di Maxence Dulou che ha spiegato quanto il terroir in quella zona sia unico, fatto di piccoli terrazzamenti spezzettati in 314 sezioni di vigne per una superficie di appena 27 ettari. Maxence che ha maturato esperienza a Chateau Cheval Blanc e in diverse realtà francesi, in Cile e Sud Africa si è trasferito lì con la sua famiglia per seguire direttamente tutto il processo produttivo in un clima rarefatto e particolare che gli ricorda Bordeaux con le caratteristiche però dell’alta montagna. Ci sono voluti 4 anni per trovare questo altipiano in Tibet ai confini con l’India sotto la sacra montagna Meili che raggiunge i 6.740m di altezza dove il suolo è ricco di grafite, le precipitazioni scarse in estate e la pendenza del terreno che riduce l’insolazione ma i raggi solari sono comunque più luminosi favorendo un’eccezionale fotosintesi che regala all’uva buccia spessa, concentrazione e quindi vino colorato e intenso e grande freschezza.
AO YUN 2013 Cabernet Sauvignon con un 15% di Cabernet Franc è di un rosso intenso e carico con unghia più pallida, profumo fruttato e balsamico con l’odore della menta e il pepe che predominano senza essere accenti invasivi ma sentori eleganti e fini. Sorso completo, integrato che non frammenta le sensazioni di morbidezza e durezza ma le offre in ottima sinergia con un allungo minerale sempre di grande finezza. Degustato con maiale iberico croccante con spicy miso.
AO YUN 2014 Cebernet Sauvignon, Cabernet Franc e un po’ di Petit Verdot è scuro e profondo nel bicchiere. Più complesso e ricco di sensazioni rispetto all’annata precedente ha un naso opulento di spezie tra cui si riconosce la cannella, la vaniglia, la liquerizia riverberate dalla freschezza della menta e della ciliegia sottospirito, il ribes con accenti scuri di sottobosco e sensazioni che ricordano il cuoio. In bocca un’astringenza calibrata modera le sensazioni di morbidezza vanigliata tra accenti pepati e tannino di velluto. Con cicale di mare e dry miso, ravioli di wagyu e cipolla caramellata sashimi di zucchine salsa nashi pear e burro tartufato.
AO YUN 2015 è figlio di un’annata più calda e una vendemmia più abbondante che si riflette nel bicchiere con sensazioni austere di incenso e sandalo, cenere e pennellate di piccoli frutti rossi ed erbe boschive. Sorso coinvolgente, morbido, dinamico con lungo finale balsamico e aromatico. Ottimo l’abbinamento con branzino cileno e purè di aji amarillo con granita di jalapeno e selezione di sushi.
Considerando l’armonia e l’equilibrio di questo vino, la sua peculiare freschezza siamo sicuri che Ao Yun invecchierà bene parola di Maxence Dulou.