Antica Trattoria Garibaldi 1919, cento anni di ristorazione là dove scorre il fiume, in centro a Monza
di Marco Galetti
Antica Trattoria Garibaldi Monza
Il pane, trovarlo fresco a tavola, come oggi, non è una rarità ma nemmeno così scontato, meditiamo sulle fondamenta di un pasto e sui fondamentali dell’accoglienza
La minestra di orzo e ceci con formaggio di rinforzo, piatto confortante come il fatto di trovare un brodo in carta…
Spaghetti al ragù, col sugo che si vede e si sente
Spaghetti misto mare
Filetto di orata al vapore, pesce fresco non mento, anche se d’allevamento
Insalata di polpo
Vitello tonnato
Carote alla parisienne
Patate prezzemolate
Patate, fagiolini e pendolini, nessuno di questi contorni mi ha fatto pensare a piatti preparati un secolo prima, tutto mi sembrato semplice&fresco, due belle parole
Polpettone con purè, il menù cambia quotidianamente e il purè di patate non mente
Carne marinata alla siciliana, il piatto che non ho assaggiato, ma profumi e aromi sono arrivati fino a me
Costata di scottona, un gradito fuori carta a euro sedici spesi benissimo
Patate arrosto
Millefoglie euro 4
Cannolo siciliano euro 2,50 così che tutti possano permettersi un dolce al ristorante ad un prezzo fermo nel tempo e nello spazio di un secondo è finito il cannolo che si è fatto ricordare ma non risentire nelle ore successive
Tiramisù euro 4
Prezzi gesso su ardesia ove si evince, anche per chi non sa far di conto, che la bilancia resa-spesa, anche alla luce delle immagini, pende a favore del viandante
1925, i soci della cooperativa Garibaldi, foto di Fabrizio Radaelli
Sembra passato un secolo, sembrano altri tempi, eppure veniamo tutti da lì, basta tornare indietro di un nonno e di un bisnonno, contesti e momenti diversi eppure gli stessi luoghi, gli stessi gesti di gente che si ritrova per stare insieme con i piedi sotto il tavolo… è passato poco più di un secolo da quando Garibaldi arrivò a Rapolano, il 14 agosto 1867 con la sua famiglia giunse in treno da Siena e si stabilì presso il conte Pietro Leopoldo Boninsegni, nella villa chiamata Boninsegna, tutte le mattine soleva recarsi alle terme (oggi il nome del paese è Rapolano Terme) per curare la ferita riportata in Aspromonte, ci andava con una carrozza guidata dal vetturino Giuseppe Pasqui, il mio bisnonno
Questo luogo, nasce al di là del fiume come circolo, diventa punto di ritrovo e ristoro per generazioni di monzesi e oggi, a distanza di un secolo, prosegue la sua attività di ristorazione negli spazi dell’Oasi San Gerardo, il monzese che divenne Santo e che trasformò la propria abitazione in ospedale, il primo a Monza, anno di fondazione 1174, che diede assistenza a malati, poveri e orfani.
L’ex presidente del circolo, Giovanni Zizzi, è l’attuale gestore del locale che apre tutti i giorni tranne la domenica con orario continuato nove-quindici e trenta, viandanti occasionali ed ex soci del Circolo, circa un centinaio, possono trovare in via Gerardo dei Tintori, una trattoria buona e alla buona per rifocillarsi ma anche un luogo per giocare a carte, a biliardo o semplicemente per parlare e stare in compagnia, piatti popolari a prezzi popolari, la cucina di casa per chi non vuole stare in casa perché è solo e per chi lavora e ne ha ormai abbastanza di bar e di panini, un luogo di ritrovo che se fosse aperto anche la sera sarebbe riferimento e punto fermo.
Ci si ferma volentieri, piatti e prezzi senza sorprese, la sorpresa è in chi scrive nel constatare che di sorprese non vogliono farne, giocano il Jolly sul quotidiano ben eseguito, sulle certezze, sul rigore più che sullo stupore, dagli undici metri a undici euro non sbagliano o commettono pochi errori, ininfluenti, perché quando giochi in casa (è il caso di dirlo) e sei sul due a zero dopo un primo e un secondo con contorno…
L’insegna in via Gerardo dei Tintori, cosa ci insegna questa parabola…
… che non è necessaria un’antenna o una parabola satellitare per decodificare luoghi e piatti, quando, come in questo caso, quel che vedi attorno e quel che ti ritrovi nel piatto è comprensibile, accoglienza è vedere un anziano del circolo che mangia da solo, indisturbato, gentilmente accolto, servito bene e senza che gli venga dato il benservito alla consegna del caffè, i prezzi popolari invitano alla sosta che non è vietata ma altamente consigliata in questo luogo che serve piatti semplici, ben eseguiti, gustosi e digeribili, nelle mie due recenti visite ravvicinate l’unico appunto che mi sento di fare (e non dovrei visti i costi) è che gli spaghetti al ragù erano un po’ avanti di cottura, l’ultimo dei problemi che non può intaccare minimamente il giudizio complessivo di un locale che serve piatti capaci di superare le mode, di resistere agli attacchi frontali e sfrontati dei venditori di fumo senza arrosto che sanno catturare una clientela sprovveduta e distratta che dopo lo stupore iniziale si ravvede e torna alle confortanti origini, 1919-2019, cento anni di minestre, di pasta asciutta, di risotti, di bistecche e d’arrosti, senza fumo, che lascio volentieri a chi ha bisogno di un “aiutino” per stare bene, se un secolo d’insegnamento non basta…
Antica Trattoria Garibaldi dal 1919
Via Gerardo dei Tintori 18
Monza MB
https://anticatrattoriagaribaldi.business.site/
Antica Trattoria Garibaldi Monza
10 Commenti
I commenti sono chiusi.
Il gemellaggio continua.Anche noi abbiamo S.Gerardo Maiella protettore delle partorienti a Materdomini frazione di Caposele in provincia di Avellino.Ma torniamo a Monza dove c’è chi va per il Gran Premio e chi a ristorare anima e corpo con una cucina di semplice lettura ma gustosa e sicura per freschezza e stagionalità.L’unica cosa che non capisco è come si fa a sorvolare su un goloso polpettone per atterrare velocemente sul purè certamente campione di onestà ma senza il secondo da solo di certo non ce la fa’ a soddisfare chi invece ha tanta voglia di mangiare. PS.In pasticceria a Roma i cannoli siciliani costano in media 3 €.FM
Partendo da Sud:
il cannolo, mi è stato detto, è fatto in casa, o meglio in trattoria;
non fiocchi di patate imbustate ma un purè coi fiocchi;
mi aspettava una costata, il polpettone l’ho solo assaggiato, si è difeso bene in consistenza, farcitura di verdure adeguata, debole quanto a sapidità, ma il mio termine di paragone è il polpettone alla toscana di chi mi mise a tavola e al mondo…
per me solo fagiolini e patate…dieta matta e disperata.
Se gli effetti sono quelli che ho visto in foto, la dieta matta casalinga&disperata potrebbe essere veicolo adeguato perché il mio fiduciario preferito possa trovare una compagna di fiducia e se non è proprio l’altra metà della mela le pere andranno bene lo stesso… questo è un altro di quei posti che se da te ben indirizzati nella scelta di qualche prodotto interessante potrebbero dare ulteriori soddisfazioni
Mi è piaciuto tutto.
Il luogo, il locale, la cucina.
La storia.
E come è stata raccontata.
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Posti sempre più rari in un’Italia profondamente cambiata. È la sensibilità di Marco Galetti a illuminare, per noi, (anche con altri lodevoli articoli) queste realtà diverse della ristorazione italiana.
Il nostro Marco inviato speciale al Nord è sempre impareggiabile. A breve avremo la gioia e la fortuna di ospitarlo nel nostro Cilento. Alé.
Sono io che ho avuto, per merito tuo, la grande fortuna di poter scoprire il Cilento, centellinandolo come i vini che mi hai fatto conoscere…
Ringrazio, in inevitabile imbarazzo, anche lucab
Piuttosto si “sbarazzi”del superfluo che la prova costume si avvicina e ,purtroppo per lei,anche diverse sedute a tavoli con cucina.FM
Gentili Ciceroni Campani, ho perso diversi chili, ho già superato la prova costume, sono una specie di Contursi dopo la dieta, un po’ meno meridionale ma ugualmente agguerrito, sappiate che in Cilento mi consento anche la bufala a colazione e che, come tutti gli umani, mi nutro due volte al giorno, una a pranzo e una a cena, quanto sopra per potervi consentire una pianificazione adeguata e non sproporzionata, certo che mi vorrete risparmiare la merenda e lo spuntino di mezzanotte, con una certa preoccupazione di fondo mi metto nelle vostre agende…
Quoque tu,Brute,fili mi.Anche Cicerone sapeva della congiura ma non disse nella.PS.Il primo none di Cicerone era Marco:vi dice niente?FM