Vale la pena cenare in un ristorante stellato? L’Esperienza unica all’Antica Osteria Nonna Rosa di Peppe Guida
Antica Osteria Nonna Rosa di Peppe Guida
Via Laudano, 1, 80069 Vico Equense NA
Tel: 334 391 7950
di Ornella Buzzone
Quando si parla di ristorazione di alta classe, la domanda che spesso ci poniamo è: “Vale davvero la pena andare a mangiare in un ristorante stellato?” Dopo aver visitato vari di questo calibro, posso dire con certezza che un’esperienza culinaria in tal sensoè molto più di un semplice pasto; è un viaggio sensoriale che coinvolge il palato, la vista e l’anima.
Giorni fa ho avuto il privilegio di cenare all’Osteria Nonna Rosa, una stella Michelin dal 2007, guidata dallo chef Peppe Guida. Questo non è solo un luogo dove si mangia, ma un ambiente dove si respira l’essenza della nostra terra.
Ogni piatto racconta una storia, una narrazione che celebra la tradizione culinaria e l’eccellenza degli ingredienti locali.
L’atmosfera è accogliente e calda, un rifugio dove gli ospiti possono sentirsi a casa, ma al contempo coccolati da un servizio impeccabile. In questo contesto, l’accoglienza di Rossella, figlia di Peppe, gioca un ruolo fondamentale. Con la sua professionalità e la sua passione, Rossella è in grado di interagire con i clienti in modo unico, consigliando i piatti e le degustazioni perfette per ogni palato.
La sua capacità di trasmettere la filosofia del ristorante e il legame con la tradizione culinaria rende l’esperienza ancora più speciale.
La passione per la materia prima è palpabile e si riflette non solo nei piatti, ma anche nella cura e nell’attenzione riservate a ogni dettaglio. Dall’olio extravergine d’oliva, scelto con cura, ai pomodori coltivati localmente, ogni ingrediente è selezionato con meticolosità, creando un’armonia di sapori che delizia il palato. Peppe è un amante del pesce e questa passione è evidente in ogni piatto. La sua cucina tende a valorizzarlo senza distruggere la materia prima, mantenendo integro il sapore e il prodotto stesso. Parte da una cucina povera, per trasformarla in un’esperienza culinaria davvero ricca e prelibata.
Ho scelto il menù “Peppe fai tu”, dove lo chef si diverte a creare piatti, spesso al momento, o comunque scelti dal suo estro. Tra le delizie che ho avuto il piacere di assaporare, uno dei miei piatti preferiti è stato gli spaghettini all’acqua di limone, olio e provolone, un’armonia di freschezza e sapidità che ha catturato il palato. I gamberi “da sud a nord”, è un piatto che celebra la ricchezza del mare, e la seppia ripiena di crema di Friarielli napoletani, un abbinamento audace e sorprendente che ha esplorato sapori tradizionali in una chiave nuova.
I dessert sono affidati alla grande sensibilità e professionalità del figlio Francesco Guida, maestro pasticciere particolarmente nei grandi lievitati, in questo periodo imperdibile il suo panettone.
La cucina di Peppe Guida è in perfetto equilibrio tra innovazione e tradizione. Ogni piatto è una reinterpretazione della cucina campana, in cui il rispetto per le ricette classiche si sposa con la creatività moderna. È un invito a riscoprire i sapori autentici, presentati in modo elegante e sorprendente.
Ma cosa rende davvero speciale un’esperienza in un ristorante stellato come l’Osteria Nonna Rosa? È la capacità di trasmettere emozioni attraverso il cibo. Ogni portata è un’opera d’arte, non solo in termini di presentazione, ma anche per la storia che racconta. Mangiare qui non è solo nutrirsi, ma è vivere un momento di pura gioia, dove il tempo sembra fermarsi e ogni morso è un’esperienza.
Una domanda che mi pongono spesso i miei lettori è: “Si esce sazi da un ristorante stellato? Una cena da una stella Michelin riesce ad appagarci?”
È un interrogativo legittimo, soprattutto considerando che i piatti nei ristoranti di alta classe sono spesso presentati in porzioni più piccole rispetto ai ristoranti tradizionali. Tuttavia, la risposta è sì: si esce sazi, ma non solo fisicamente. L’appagamento viene anche dall’esperienza complessiva, dall’armonia dei sapori e dalla varietà di piatti che si possono degustare, nonché dalla squisita accoglienza di cui Peppe è maestro.
In un ristorante stellato, spesso si ha la possibilità di scegliere un menu degustazione, che offre una selezione di portate pensate per guidarvi attraverso un percorso culinario unico. Anche se le porzioni possono sembrare contenute, l’intensità dei sapori e la qualità degli ingredienti fanno la differenza. Ogni piatto è concepito per essere un’esperienza a sé e il numero di portate consente di assaporare una gamma di gusti e consistenze che soddisfano sia il palato che lo spirito.
In conclusione, la risposta alla domanda se valga la pena andare a mangiare in un ristorante stellato è un deciso sì!
L’esperienza di Peppe Guida all’Osteria Nonna Rosa è un esempio lampante di come la cucina possa essere un’espressione d’amore e passione per la terra e le sue tradizioni. Un viaggio culinario che, ne sono certa, rimarrà impresso nella memoria e nel cuore di chi ha il privilegio di viverlo.
Se avete l’opportunità di visitare un ristorante stellato, non esitate: è un regalo che meritate di concedervi.
Scheda del 13 aprile 2014
Antica Osteria Nonna Rosa di Peppe Guida: il cuoco stellato che cucina per i clienti
di Antonella Amodio
Se c’è uno chef che nel corso degli anni ha rispettato e valorizzato la tradizione gastronomica, portandola ai massimi livelli con le ricette di famiglia e della tradizione napoletana e sorrentina, quello è Peppe Guida. Orto, mare e pastorizia dei Monti Lattari della costiera sorrentina sono gli ingredienti principali della cucina dell’Antica Osteria Nonna Rosa a Vico Equense.
Ritorniamo sempre con il cuore aperto e il palato pronto ad assaporare quei gusti delle ricette che rischiano di scomparire dai menu dei ristoranti, soprattutto quelli più di recente aperture, dove il concetto di “fine dining” spesso si traduce in cucina sperimentale, contaminata da altre culture o in piatti sorprendenti. Può anche essere così, ma la “cucina cucinata” – come sottolinea Peppe Guida stesso – è qualcosa che si sta gradualmente perdendo, con gli chef sempre più concentrati sull’inventare piatti per stupire anziché recuperare, creare e soprattutto cucinare. Peppe Guida si dimostra un vero maestro nell’arte dell’equilibrio tra tradizione e contemporaneità, riuscendo a navigare tra i due mondi con eleganza e maestria, conquistando i palati di chiunque si sieda al tavolo della sua casa Antica Osteria Nonna Rosa.
L’ispirazione gastronomica della sua cucina è quella contadina, dalle radici profonde che si nutrono dai terreni vulcanici che influenzano i sapori delle materie prime, come le verdure, i legumi, la frutta e l’olio extravergine, che arrivano per la maggior parte dagli orti biologici di Montechiaro. E poi c’è il pescato di quel mare incantevole che si lascia ammirare dalle coste frastagliate di Vico Equense, ingrediente che si fonde con i sapori della terra e che ricorda a tratti anche la cucina di recupero. La pesca locale, dunque, fresca e sostenibile, diventa protagonista nei piatti di Peppe Guida, che sa valorizzare offrendo un’esperienza gastronomica autentica nell’elegante sala di Nonna Rosa.
Peppe Guida, stella Michelin dal 2007 con il suo ristorante Nonna Rosa a Vico Equense, ha trasformato la tradizione e la semplicità in lusso autentico della ristorazione. Oggi, più che mai, il ristorante si impegna a valorizzare i prodotti locali, anche attraverso la cantina che presto offrirà una selezione dedicata esclusivamente alla Campania ad eccezione fatta per la lista di Champagne. Scelta che sottolinea ulteriormente il legame con il territorio e la ricchezza produttiva della regione che il mondo intero ci invidia.
Dal menù degustazione “Peppe fai tu” di cinque portate e dessert a mano libera € 130,00 esclusi i vini:
Nonna Rosa è anche un luogo di soggiorno con il B&B Villa Rosa La Casa di Lella, un’oasi di tranquillità e bellezza in collina, nella frazione di Montechiaro, che regala non solo pace ma anche una vista mozzafiato sul Golfo di Napoli. Riaprirà le sue porte ad aprile, dopo la pausa stagionale, e non vediamo l’ora di tornarci per gustare la leggendaria colazione contadina.
Antica Osteria Nonna Rosa
Via Laudano, 1, 80069 Vico Equense NA
Tel: 334 391 7950
Aperto la sera, sabato e domenica anche a pranzo. Chiuso mercoledì
REPORT DEL 27 NOVEMBRE 2022
Antica Osteria Nonna Rosa di Peppe Guida
Via Laudano, 1
Tel. 334 3917950
Aperto la sera, sabato e domenica anche a pranzo
Chiuso mercoledì
Se vete letto il mio ultimo pezzo Cercasi Cuoco disperatamente certamente potete intuire dalle foto che Peppe Guida non rientra nella categoria dei cuochi che cucinano per instagram. Anzi, alcuni giovani chef alzano le spallucce quando si parla di lui perchè fa, a loro dire cose troppo scontate.
La controprova è un locale pieno come un uovo e una cucina leggibile, immediata, pop, che ha le sue radici nella memoria e nella memoria collettiva della Terra delle Sirene.
Ci mancavamo da tempo e vi lasciamo il resoconto di una cena perfetta, senza inutili orpelli, di grandissima materia prima: piatti che raccontano la storia del trritorio, la riscoperta di antichi formati che si mangiavano da bambini, il sapor perfetto delle salse e dei sughi.
Un locale da non perdere, una sicurezza dove posso entrare tutti. E una carta straordinria.
Dagli 80 ai 100 euro.
31 dicembre 2021
Antica Osteria Nonna Rosa a Vico Equense, chiudiamo qui quest’anno straordinario con una cena consolatoria da Peppe Guida in gran forma: sala rinnovata, la figlia Rossella ne è la regina mentre Francesco spacca a fine pranzo con una goleada pazzesca, dal panettone da iscriversi ai più buoni d’Italia sino alle zeppole di patate calde passando per i dolci tradizionali del Natale napoletano.
La cucina di Peppe Guida è comfort food di valore assoluto, pesca nella tradizione terragna della Penisola Sorrentina in cui inserisce il pesce che parla nel piatto. Il valore di questa proposta è mantenere la golosità assoluta del vegetale e la capacità di sfruttare al massimo il valore della pasta secca. Ogni piatto trova consenso in un momento in cui il pubblico cerca semplicità e torna a quei gusti antichi che le nuove generazioni non hanno mai conosciuto perchè ormai non possiamo più parlare di cucina della nonna, ma della bisnonna.
Bella sala piena come sempre, piatti che vanno e vengono, una citazione per Bottura con il provolone del monaco al posto del parmigiano, spettacolare zuppa di pomodoro San Marzano con spaghetti spezzati dentro. Nella cucina napoletana c’è sempre posto per la pasta.
Chiusura dolce strepitosa, assolutamente classica, definitiva.
Al centro della cucina la gioia del cliente senza il contorno dell’ego dello chef.
Sugli 80-100 euro.
Il menu dell’Antica Osteria Nonna Rosa
I dolci di Francesco Guida
report del 15 Ottobre 2021
Il menu vegetariano di Peppe Guida
Dopo due anni in cui l’Antica Osteria Nonna Rosa è stata praticamente chiusa, a parte una decina di giorni lo scorso ottobre, adesso ha riaperto i battenti. Certo Peppe Guida non è stato certo fermo, il lavoro a Villa Rosa – La casa di Lella è stato notevole e pieno di apprezzamenti da parte del pubblico ed anche da parte della critica, tanto da posizionalo al terzo posto nella guida di 50 Top Italy nella categoria migliori Trattorie/Osterie in Italia. Mesi in cui lo chef vicano ci ha intrattenuto piacevolmente con i suoi consigli di cucina attraverso le dirette sui social, ma anche mesi che sono serviti a ripensare la sua proposta gastronomica per l’Antica Osteria Nonna Rosa. Se da un lato troverete i classici, che hanno scritto il suo percorso in questi anni, Peppe è tornato con la voglia di mettersi in gioco, con un menu tutto vegetale. La proposta “Peppe fai tu” a mano libera dello chef che in questi anni aveva caratterizzato la proposta della stagionalità e della sensibilità prende una forma nuova, tutta impostata alla valorizzazione del mondo vegetale e dell’orto biologico di Montechiaro.
I piatti del nuovo menu vegetale di Peppe Guida
La polpetta di pane e crema di noci prende il posto della mitica polpetta della nonna, il finto cornicione bruciato di pizza Margherita, l’oliva al naturale e i cereali alla scapece e verdure dell’orto, cialda di spaghetti aglio e olio, completano l’inizio della cena.
Fichi tardivi e cipolla. L’intingolo è il punto d’incontro tra i due ingredienti, acido, intenso, nei fichi ci si ritrova la parte golosa, nella cipolla viene lasciata intatta la potenza aromatica. Due foglioline rinfrescano il palato. Inaspettatamente parte la prima scarpetta della serata.
Passeggiata nei boschi di Vico: patate, porcini, corbezzolo, ciclamino, muschio, pinoli, castagne, tartufo nero, affumicatura alla torba. Un piatto rotondo, goloso un caldo abbraccio autunnale, magari accompagnato da un brodo caldo lievemente speziato, sarebbe stato ancora più incisivo.
La scarola arrostita, fonduta di caciocavallo, tapenade di olive, foglie di capperi, olio all’acqua di scarole. Parto dal fatto che di questo piatto ho chiesto il bis, ed è senza dubbio il piatto del viaggio. La scarola mantiene intatte tutte le note amaricanti, le olive e soprattutto l’olio all’acqua di scarole, che in realtà è un fondo delizioso e molto intenso che sa di umami, donano continui cambi di ritmo a questo piatto, appena appena mediati dalla golosità della fonduta di caciocavallo.
Minestra di spaghettini spezzati, in conserva di pomodoro in bottiglia, fonduta di provolone e pesto al basilico. La sensibilità di Peppe sulla pasta non la scopriamo certo oggi e non parlo solo nella sensibilità nella cottura e in un abbinamento particolare, ma nello scegliere il giusto formato di pasta per il condimento. In questo caso la maggior parte dei cuochi che conosco avrebbe usato tubetti o pasta mista. Invece la perfezione si raggiunge proprio con lo spaghettino spezzato. Il pomodoro è il vero protagonista del piatto e gli spaghettini spezzati accompagnano, senza mai essere invasivi, fornendo una consistenza appena accennata. Un piatto di tradizione casalinga, nonna me lo preparava spesso, ma in questo caso con le attenzioni e la maniacalità dell’alta cucina. Fantastico.
Pasta e patate, capperi all’aceto, foglie di schinus e polvere di peperone crusco. Quando tocchi la tradizione, la pasta e patate è quasi una religione e provi a cambiare i fattori è sempre complicato. Una pasta e patate che gioca sui cambi di ritmo di acidità e sapidità, ed ovviamente sulla leggerezza rispetto alla versione tradizionale. E’ la prima volta che mi capita di provarla così. Acidità e sapidità che la rendono moderna, buona, di una golosità diversa rispetto all’originale. L’ho divorata, perchè oltre alla bontà, l’ho trovato davvero uno di quei pensieri intelligenti.
Pleurotus alla rapa rossa, arrostito con aglio e olio, friarielli, sale maldon. I funghi prendono la consistenza della carne. La marinatura nella rapa rossa aggiunge un tocco inaspettato e assolutamente piacevole. Il passaggio in aglio e olio allunga la parte gusto olfattiva. I friarielli con la loro parte amarognola fanno il resto. Non è facile per quanta riguarda i secondi stare lontani da carne e da pesce, ma in questo caso non si sente la mancanza.
Fichi, noci caramellate, uva, salsa di loto, menta. Lontano da zuccheri in eccesso, se quelli naturali della frutta, leggerezza, lo sprint della menta. L’ho trovato un modo goloso, intelligente e sensibile di chiudere il percorso.
Conclusioni
Peppe è da sempre uno degli alfieri della cucina mediterranea. Il mare/orto che da sempre caratterizza la sua cucina e quella di tutta la Costiera, oggi prende una nuova forma e dei nuovi sapori. L’orto di Montechiaro ha influito e condizionato molto questa scelta. I temi vegetali sono chiaramente il tema portante dell’alta cucina nel mondo in questo momento e non sempre mi convince, perché spesso si perdono due fattori. Il primo è sicuramente la golosità, che quando parliamo di cucina deve essere sempre e comunque presente. Il secondo è il pensare che vegetale voglia dire non cotto. Il cuoco per antonomasia è colui che domina il fuoco, che attraverso la cottura di un ingrediente lo trasforma. Da Peppe Guida questo rischio non si corre assolutamente. Lo dico senza peli sulla lingua, come da mia abitudine, da Nonna Rosa ho fatto sempre delle ottime cene, ma questa è stata la migliore degli ultimi anni. Ho trovato tutto quello che desidero da una cena. Spunti cerebrali alternati a piatti golosi e rassicuranti, leggerezza, materia prima sopra le righe, la sensibilità di un vero artigiano. Da provare assolutamente.
Senza fonduta sarebbe stato vegano 100%.complimenti allo chef che a differenza di altri ha capito importanza di diminuire se non azzerare consumo proteine animali
Il prezzo di una cena?