Aniello Iovine e il Gragnano per la pizza
E poi comprendi che c’è ancora qualcuno che non blatera soltanto di territorio ma che lo vive davvero con consapevolezza, rispetto e sincero orgoglio. Trovata finalmente la giornata giusta per salire a Pimonte arriviamo all’azienda Iovine. Aniello ci accoglie con un bel sorriso aperto e pronta disponibilità. Un benvenuto che predispone il cuore proprio bene a godere dei racconti e delle esperienze di chi appartiene a quattro generazioni del vino. Fino a un paio di giorni fa c’era la neve ed, in effetti, sulle vette più alte si scorge ancora un panorama tutto imbiancato.
di Sara Marte
Aniello Iovine è l’enologo aziendale e si occupa anche della programmazione commerciale. Scelse dapprima gli studi in giurisprudenza quasi negando quella strada che però lo chiamò a sé così visceralmente che non poté fare a meno di rispondere. Oggi la sua “famiglia-azienda” asseconda le attitudini di ciascun membro: assieme ad Aniello, fratello maggiore, ritroviamo Giuseppe, cantiniere infaticabile e Raffaele che segue le vendite ed è l’occhio critico della cantina. Già pronta la generazione futura, che, come Luigi, figlio di Aniello, comincia a piccoli passi a dedicarsi alle faccende del vino.
“Una storia che parte del basso – ci racconta l’enologo – è utile, perché aiuta a superare i momenti difficili; in fondo hai visto di peggio e sei pronto a rimboccarti le maniche e a lavorare in qualsiasi momento“. Ricorda quando, fin da ragazzo, nei giorni di festa si dedicava alla cantina e schiariva poi le mani con la candeggina per tornare a scuola. L’emozione che questi racconti trasmettono è forte perché sono un flusso naturale ed intenso di memorie che spontaneamente vengono offerte in condivisione. C’è generosità in tutto questo.
Le vigne più alte dell’azienda si scorgono dalla cantina, perfetta posizione nel cuore di Pimonte. Collocate su terrazzamenti dai 250 ai 450 metri sul livello del mare, vanno da Castellammare e Gragnano fin su Pimonte. I terreni sono principalmente di riporto vulcanico ed argillosi. Ben ventilati, permettono quasi esclusivamente l’utilizzo di rame e zolfo. L’età media delle piante, allevate a pergola sorrentina, è di circa 30 anni e, sia chiaro, tutte a piede franco.
Il nonno Aniello cominciò con la produzione di botti di castagno utilizzate per il trasporto e la vendita del vino e fu anche mediatore. Il mercato, quasi fisiologicamente, perdendo interesse per le botti li indirizzò al vino e nacque così la scelta definitiva del padre Luigi di dedicarsi alla cantina.
Alle volte quando si usa dipingere bella gente, semplicità e territorio si rischia d’investire i vini di un clima rabberciato e di retaggi contadini che non sempre corrispondono all’impegno e al mestiere che invece si profonde. Beh! È proprio questo il caso in cui la produzione è attenta e seguita, pensata e sperimentata. Insomma ci vuole tanto amore ma pure programmazione, cognizione e precisione e qui ci sono. Da questa ben riuscita dicotomia scelgo tre bottiglie che mi hanno incantata.
Un Pompeiano IGT Frizzante. Non confondiamoci, non è uno spumante! Qui non si fanno i prodotti per moda. Si fa ciò che in fondo è in piena sinergia col territorio. Possiamo definirlo, poco tecnicamente e molto popolarmente un “gragnano bianco”. Fatto in autoclave, concorrono le uve falanghina, greco e un vitigno locale detto “cacamosca”. Non provate a chiedere le percentuali! Dopo tre anni di sperimentazioni non riuscirete a estorcerle ad Aniello. Assaggiato questo bicchiere, confessiamo di aver pensato che fa proprio bene a mantenere il riserbo! Delle 5.000 bottiglie prodotte, non ne troverete in giro nemmeno una, dobbiamo aspettare la prossima annata in commercio tra poco più di un mese. Colore vivacissimo e luminoso si accompagna a un naso di freschezza verticale, con un soffio discreto di mineralità ed un approccio completo. La frutta a pasta bianca, i fiorellini di campo in un bouquet delicato ed elegante, oli essenziali di buccia di agrumi. La bocca ha una bella struttura resa agile dalle bollicine fini e dalla freschezza. Sapete quanto costa? 7 euro circa e ho detto tutto!
Passando di qui il Gragnano base è tappa obbligata, anelata e meritata. Piedirosso 60%, Aglianico 30% e Sciascinoso. Ti godi questo colore intenso, luminoso e fitto senza quelle spume fittizie e smodate. Tutta frutta croccante, lievemente vinoso, ha una bocca dal palato equilibrato e succoso. Il tannino sottile, ha una sua presenza che lo aiuta a sveltire un palato ricco e consistente, lungo e rinfrescante. Che bel bicchiere che richiama il territorio e tutta la sua cucina saporita e semplice. A cominciare dalla pizza napoletana, si intende:-)
Arriva poi il colpo di grazia, quello per cui saresti tentato di piazzarti per sempre al camino della bella sala degustazione e non andare più via. Mentre in principio tutte le uve atte a divenire Gragnano erano vinificate insieme, decidono di diversificare la produzione. Otteniamo così una bottiglia base, come la precedente, da uve provenienti da Castellammare e Gragnano, mentre una bottiglia alta cui le uve vengono esclusivamente da Pimonte e da piante con un resa per ettaro più bassa.
Quest’ultima è la nostra: “Terra del Gragnano”, annata 2010, rifermentazione in bottiglia. Otteniamo così un prodotto unico, eccezionale, coinvolgente. L’antica domanda che chiede se il Gragnano si possa bere dopo più di un anno è categoricamente risolta con un grosso sì. Il naso è ricco e verticale, con fiori nel cuore della primavera, frutta succosa: ciliegia croccante e ancora la viola. Tutto è ben fuso e rigenerante. Il palato ha una struttura avvolgente, che lambisce ogni angolo della bocca con morbidezza, materia, freschezza, tannino lieve ma che reclama il suo spazio, buona sapidità ed un finale lungo e pulito.
Aniello Iovine, con la sua filosofia dei piccoli passi e grande cura ci insegna che ha imparato a non vivere per forza da primo della classe, perché, come ci spiega, c’è sempre margine per migliorare.
Io spero solo che vi troviate a passare di qui e possiate godere di un’esperienza unica non solo per il vino ma per l’incontro che vi regalerà un uomo capace, alto e sincero con i suoi vini di famiglia e di territorio e gli occhi che sorridono.
Sede a Pimonte, via Nazionale, 23. Tel. 081.8792123, fax081.8749043. [email protected] .Enologo: Aniello Iovine. Ettari, 3 di proprietà. Bottiglie prodotte: 100.000. Vitigni: piedirosso, aglianico, sciascinoso, falanghina e greco.
8 Commenti
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Il Gragnano di Iovine è una cosa seria! Io lo bevo, lo cerco e lo apprezzo. E’ un onore per la nostra Campania avere produttori così. Bravi! sono felice che ne abbiate parlato di nuovo con tanto trasporto e precisione. Quest’azienda se lo merita.
Buona giornata a tutti.
Francesca
Questo è uno di quei vini del cuore cui non puoi fare a meno. Parliamo di Pimonte, di una storia antica e di un vino altrettanto antico e “in sinergia col territorio” come dice lei. E’ vero che , anche per me con la pizza questo vino trva il suo abbinamento perfetto…ma avete mai pensato a quanto sta bene con un morso di provolone?
Mammamia che bontà! Ci voleva una storia così! Grazie!
Nicola
Questo è il gragnano più buono che c’è! Potrete dire che non ne capisco niente, però per me quello di Iovine è IL GRAGNANO. Non ho mai provato il Pompeiano bianco frizzante . Proprio per questo vi ringrazio per la segnalazione..Se corrisponde alla descrizione ho una nuova bottiglia da bere quotidianamente. Così , tanto per cambiare. Aspetterò questo mese per trovarla in commercio e intanto vi faccio i complimenti per la bella descrizione non sono della cantina ma di Aniello Iovine.
Splendida giornata a tutti!
La tradizione del Gragnano è rossa, lo so, ma il bianco di Iovine è di quelli per cui perdere la testa ed inventarsi ogni possibile scusa per stare lì a goderselo. Spero di non diventarne eccessivamente dipendente.
Complimenti
Ammetto che di vino capisco poco , ma ho una grande passione: Il Gragnano. Per essere precisi questo Gragnano è il compagno ideale per le migliori cene tra amici, per stare in allegria e mangiare semplice. Base o Terra del Gragnano non importa, sono due bellissime bottiglie. Non ho mai provato il Bianco Frizzante, leggo che è un vino da provare e a questo punto lo farò! :)
Sono daccordo che il Gragnano Iovine sia il migliore in assoluto, ma anche gli altri vini della cantina Iovine non sono di meno, anzi qui in USA tutti quelli che hanno avuto il piacere di assaggiarlo, lo hanno consideraato un ottimo vino che in ogni occasione fa piacere gustare.
Il Gragnano è il GRAGNANO , il Gragnano è la storia, la tradizione, il profumo. la schiettezza della nostra terra, della nostra gente; il Gragano è poesia, è colore,Il Gragnano è un amico sincero che nei momenti più tristi ti tira su con l’inebriante profumo e la freschezza delle sue bollicine Viva Il Gragnano!!!!!!!!!!!!
Dopo un buon piatto di Pasta di Gragnano ,bere un bicchiere di Gagnano è il Massimo!!!!!!!!!!!
Bene bene Sara, sai gia’ cosa penso del Gragnano sulla pizza, ne riparliamo a breve. :) Sono bei prodotti, questi di Iovine. Terre del Gragnano sconfessa l’idea che questo sia solo un vino abboccato e divertente. Nel suo genere e’ molto molto serio. A presto.