Ambruco 2008 Pallagrello nero Terre del Volturno igt |Voto 87/100


Manuela Piancastelli (foto Monica Piscitelli)

Vista: 5/5. Naso: 25/30. Palato 25/30. Non omologazione 32/35

TERRE DEL PRINCIPE

Uva: pallagrello nero
Fascia di prezzo: da 10 a 15 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno

Con l’annata 2008 il Pallagrello dei cari amici Manuela e Peppe vira nuovamente verso la freschezza e toni un po’ ruspantelli che lo caratterizzano sin dalla nascita, poco più di una decina di anni fa.

Il tono del bicchiere rivela sempre grande eleganza, ossia profumi puliti e netti di frutta fresca, corredo di note balsamiche non eccessivo, buon bilanciamento tra note dolci e lievi accenni fumé che fanno capolino qui e là. In bocca lo ritroviamo con un attacco inizialmente dolce sulla punta della lingua, una strada possibile appena accennata perché poi la beva è dinamica, fresca, discretamente sapida, con una chiusura finale giustamente amara che lascia il palato pulito e senza alcun problema.
Mi piacciono molto i tannini di questo rosso, una degli aspetti della costruzione enologica su cui Moio ha concentrato sin da principio i suoi sforzi obbligato dai problemi dell’Aglianico. Qui sono ben presenti e te ne accorgi soprattutto se decidi saggiamente di accompagnare il bicchier al cibo, così come abbiamo fatto tutti ieri nel corso della bella giornata organizzata a Le Campestre dalla famiglia Lombardi.
Non è dunque un bicchiere autoreferenziale, ma pensato per l’abbinamento.
Sono molto curioso di studiare l’evoluzione di questo Pallagrello che nella edizione 2008 appare dunque particolarmente felice e dinamico.
Un bicchiere dell’amicizia e della gioia della convivialità non ingessata da rituali pesanti e inutili.

Sede a Castel Campagnano, contrada Mascioni
Tel 0823.867126
www.terredelprincipe.com
Enologo: Luigi Moio
Bottiglie prodotte: 65.000
Ettari: 11 di proprietà
Vitigni: pallagrello bianco, pallagrello nero e casavecchia

5 Commenti

  1. Grande vino, in quest’annata 2008. Concordo. Ricordo che in un assaggio prima che venisse messo in commercio, Manuela seduta davanti al suo bicchiere disse “sono davvero contenta di questo Ambruco”. Forse troppo spesso dimentichiamo che il vino è un percorso, che va affinandosi con l’esperienza e che patisce l’effetto di variabili non controllabili. Questo vale tanto più quando si lavora con un vitigno “nuovo” e vecchissimo coem questo. Il bello del vino è anche che si può cambiare etichetta della stessa azienda negli anni. I Mancini, i principi come li chiamano giocando sul nome della azienda, più li conosci, e più rimani colpito dalla loro regale semplicità. L’ambruco ha centrato questo tratto: vestito di velluto nero e sorriso schietto.

      1. E’ una di quelle dispute destinate a non sciogliersi mai. Sicuramente il casavecchia è più elegante mentre il Pallagrello ha un comportamento più simile all’Aglianico. Questione di gusti e papille…
        Inutile dire io da che parte sto:-)

        1. Cari amici, sono d’accordo con Luciano: impossibile che uno dei due vitigni vinca la disputa e ne siamo molto felici. Perché nel tempo, nelle diverse annate, nell’affinarsi di un preciso stile aziendale, resta sempre profonda e riconoscibilissima la differenza fra Casavecchia e Pallagrello Nero. Il Casavecchia, a dispetto del suo nome, è una giovane donna accattivante e seducente che colpisce al primo sguardo, il Pallagrello nero un’affascinante signora, colta e riservata,che più conosci più ne sei rapito. Due diversi modi di essere, due personalità forti condotte in bottiglia con mano sempre più consapevole perché negli anni stiamo imparando tutti insieme a conoscere sempre meglio luci ed ombre di entrambe le uve, e quindi dei vini. Il bello della differenza, mi viene da dire. A proposito, per gli amanti dell’Ambruco: abbiamo appena saputo di aver vinto con il 2008 il Decanter Award in una degustazione sui vini meridionali che apparirà sul numero della prestigiosa rivista inglese distribuita al Vinitaly!!!!

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