Alepa di Paola Riccio, verticale Palenio 2003-2008


Paola Riccio

di Tonia Credendino

“Descrivere vuol dire tentare delle approssimazioni che ci portano sempre un po’ più vicino a quello che vogliamo dire, e nello stesso tempo ci lasciano sempre un po’ insoddisfatti per cui dobbiamo continuamente rimetterci a osservare e a cercare come esprimere meglio quel che abbiamo osservato” (I.Calvino- Le Città Invisibili.)

Italo Calvino sintetizza chiaramente lo spirito d’approccio a una verticale che si dichiara essere, per forma, “l’elogio dell’imperfezione”, che segna la tappa del venticinquesimo anno di vita dell’azienda Alepa fondata per l’appunto nel 1986 da Eugenio Riccio.

Siamo sulle colline caiatine, in quel che è stato giustamente definito il “Bonsai delle Alpi Svizzere”, un paesaggio che sembra dipinto, perfetto, sinuoso, là dove la piana fluviale è incastonata tra poggi deliziosi e là dove vitivinicoltura e olivicoltura convivono da sempre.

Uno scorcio del vigneto

Incontro Paola, regina di casa Alepa, grande Signora del Vino, lei che il vino lo fa per davvero, spigliata, competente, semplice, dallo sguardo sincero e rassicurante.

Alepa

Appuntamento ore 18:30 con l’enologo Maurizio De Simone in videoconferenza da Vienna, alle prese con linguine agli scampi e scamorza in padella, assente per impegni nel suo ristorante, introduce la verticale con dettagli tecnici, amico più che consulente della famiglia Riccio, fa trasparire tutto l’affetto e l’attaccamento al progetto di Alepa con la quale mette in pratica una viticoltura estrema favorita dall’essere una “vigna sotto casa”.

Da sinistra: Tonia Credendino, Paola Riccio e Michela Guadagno

La verticale volutamente informale si svolge nella cantina, la degustazione frizzante e dinamica è condotta dagli amici Alessandro e Salvatore in un’altalena di sensazioni ed emozioni dal 2003 fino ad arrivare al 2008, per un viaggio nel tempo a spasso con gli amici di Alepa.

La verticale

I silos

Il Palenio Terre del Volturno, blend di aglianico e cabernet sauvignon, dalle uve di vigneti di 25 anni impiantati attorno alla casa padronale dimostra da subito un’autorevole struttura, erogatore di valenti empiti energetici, in una silhouette aromatica, trascinante e raffinata, naso aperto e prepotente con puntelli fruttati e speziati, clamorosa e inaspettata apertura aromatica al gusto, caldo e deciso al sorso, ha tannicità scalpitante e persistente tracciata da sapori di frutta nera e pepe come un filo conduttore in tutte le annate, regala, inoltre,  sensazioni di equilibrio ed estrema piacevolezza.

Il vigneto

Centrata ed esaltante la metafora suggerita dal giornalista Vincenzo D’Antonio che ha immaginato la verticale come un “trofeo baracchi”, una cronometro a coppie in cui cabernet e aglianico si rincorrono in un’amichevole competizione, dove per dirla tutta con un aggettivo ha definito la 2003 “Volenterosa”, di grande personalità, piena e avvolgente, la 2005 “Intrigante” nella quale l’aglianico predomina a differenza della precedente,  e che svela un sorso gradevolmente dolce e vivace dopo alcuni minuti di ossigenazione.

Aglianico 2009 in purezza

La 2006 si è mostrata alquanto “Gagliarda” per la capacità di suscitare emozioni totalmente diverse tra noi, un bicchiere difficile e alquanto ermetico, la 2007 al contrario mette tutti d’accordo, è proprio “Ruffuiana”, potente e morbida al sorso, fine trama tannica, saporita la freschezza.

Un'altra vista del vigneto

La 2008, poi, semplicemente “bella e impossibile” con un grandioso futuro davanti a sé, corredata da un buon supporto acido-tannico e piacevole persistenza fruttata, in due parole “l’erede perfetto”!!

I Palenio degustati

Prima di salutarci, Paola ci regala un momento di raccoglimento attorno ad una tavola imbandita per presentarci l’ultima arrivata Maria Carolina (moglie di Ferdinando di Borbone e donna reazionaria), un’etichetta ricercata, pallagrello bianco in purezza, affinato a lungo prima in tonneaux e poi in bottiglia, è l’omaggio di Alepa a una grande regina della Nostra Terra.

Maria Carolina

L’azienda produce anche Riccio Nero e Bianco, da pallagrello nero e bianco in purezza, il Santojanni blend di falanghina e greco, inoltre, c’è l’olio extravergine d’oliva.

Il Santojanni

L'olio extra vergine di oliva

Sede a Caiazzo, Via Baraccone 2, tel. 0823/862755 – 335/537614 Fax. 0823/355642 www.alepa.it [email protected] Ettari: 5 di cui due vitati. Vitigni: aglianico, cabernet, falanghina, pallagrello bianco e pallagrello nero. Bottiglie Prodotte 10.000. Enologo Maurizio De Simone

7 Commenti

  1. Tutto bello, a parte la mia assenza fisica…….RIMEDIERO’. Ma scrivo per sottolineare una bellissima foto che ritrae il cartellino alla vasca di “AGLIANICO MAI STATO IN BOTTE” ebbene si, la prossima sfida di ALEPA sarà proprio quella vasca che contiene l’ultima frontiera della sperimentazione aziendale, imbottigliare l’aglianico solo acciaio a tanti anni dalla vendemmia……VEDREMO io ci credo.
    Ci piace così, informali e sinceri.

    1. L’abbiamo assaggiato Maurizio! La sera in cui siamo andati con Salvatore e fare una chiacchierata con Paola per preparare la verticale. E dopo, non sapendo che ci fosse già l’idea, le abbiamo proposto la stessa cosa: perché non lo imbottigli così com’è? Ci piace l’idea – ma anche questa è già una (contro)tendenza, per quanto molto minoritaria – di vini importanti che parlino esclusivamente di uva senza interferenze “migliorative” di legno e sentori/sapori derivati. Chissà… i risultati potrebbero essere sorprendenti!

  2. Sono contenta, sono riuscita a trasmettere il senso del nostro agire, Tonia lo ha colto perfettamente e lo ha trasmesso, e per questo la ringrazio.
    Ringrazio anche Maurizio, che prima di essere il mio enologo è il mio mentore e un grande amico, and last but not least, ringrazio anche Salvatore Landolfo e Alessandro Chianese, che mi hanno supportato in questa esperienza.
    Un bel regalo per il 25° compleanno ce lo siamo fatti.

  3. un aglianico a lungo invecchiamento ma senza legno? in giro se ne fa pochissimo, e dunque sarò curioso di provarlo.
    p.s. Calvino col vino secondo me è un binomio perfetto! Nelle Lezioni americane ha espresso i concetti di una nuova idea, molto moderna di bellezza che ben può applicarsi a tutti i settori che hanno a che fare con il giudizio estetico. Come sul vino.

    1. Sì, Calvino col vino ci azzecca proprio assai e i rimandi dall’uno all’altro sono moltissimi. C’è da dire che l’imbeccata in questo caso è stata di Armando Castagno, nella magistrale lezione sulla comunicazione del vino tenuta al corso di aggiornamento regionale AIS.

  4. paola e maurizio sono due persone splendide, sincere, schiette, socevoli, con gli occhi veri, e spiccatamente votati PER SCELTA, alla terra, che non è poco.
    Tutto quello di cui si abbia bisogno nel nostro casertano, a mio modestissimo avviso, per fare un ottimo vino, un vino che sia diverso, che si identifichi in chi lo fà, che parli di tutto ciò che cirdonada un’azienda, i profumi, la terra, il territorio le persone che in prima persona lavorano ad una bottiglia… e nei vini di Paola si sentono le emozioni di un anno di “fatica” di voglia di misurarsi, di cocciutagine ad inseguire una propria strada senza farsi prendere da facili mode del momento. Tutto ciò per comunicare a Paola che Voglio assaggiare il Maria Carolina!!! :) Brava!

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