Al Premio Fabula 2023 la pizza inclusiva di Nico Acampora di Pizzaut
Di Carmen Autuori
Quest’anno anche il “supereroe” Nico Acampora, ideatore di Pizzaut, e la favola bella della sua pizza inclusiva sul palco dell’Arena Troisi, a Bellizzi – il comune più giovane della provincia di Salerno – per portare la propria testimonianza ai ragazzi che partecipano a Fabula.
Il Premio Fabula è un’iniziativa culturale nata tredici anni fa, grazie ad Andrea Volpe, con l’idea di stimolare la creatività e la fantasia dei più giovani.
Scrivere una favola è l’unica cosa che si chiede loro per partecipare. Vivono sei giorni di laboratori (scrittura creativa, musicale, teatrale) e incontri con i big del mondo reale e i big dello spettacolo ai quali rivolgono le loro domande senza sovrastrutture né filtri.
Il tema conduttore di questa edizione è stato i supereroi, quelli quotidiani, che combattono l’illegalità, la violenza e le discriminazioni.
Hanno cuore aperto e sguardo lungo, che va al di là dello schermo di un cellulare, riescono ad entrare negli occhi e, di conseguenza, nell’anima di chi hanno di fronte e talvolta a superare grandi dolori trasformandoli in azione per alleviare la sofferenza propria e anche quella degli altri. Così è accaduto a Nico Acampora, ma procediamo con ordine.
Nato a Napoli nel 1971, Acampora vive a Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, dove sin dagli anni Novanta ha portato avanti la sua attività di educatore e di esperto di progettazione sociale collaborando con diverse istituzioni regionali.
Nel 2010 al secondogenito Leo viene diagnosticato l’autismo. Uno tsumani di dolore stravolge la vita di Nico e di tutta la sua famiglia. I primi anni passati tra psicoterapeuti, ospedali ed esperti di questa malattia, sono terribili: Nico sa perfettamente che il futuro di suo figlio sarà, nelle migliori delle ipotesi, ingabbiato dalla solitudine delle pareti domestiche.
<<Per mio figlio volevo un futuro e proprio grazie a questo mio legittimo desiderio di padre – racconta Nico dal palco dell’Arena Troisi, rispondendo alle domande dei giovani intervistatori – mi sono imbattuto nel futuro di tanti che presentavano le stesse problematiche di Leo.
Il progetto Pizzaut – Nutriamo l’inclusione è nato in una notte insonne, una delle tante che mi perseguitavano. Da tempo osservavo che mio figlio si rasserenava quando, insieme alla mamma impastava acqua, farina e lievito per fare la pizza. E questo avveniva molto spesso a casa nostra perché non sempre un bambino autistico è tollerato nei ristoranti o nelle pizzerie e, spesso, purtroppo neanche a casa di conoscenti. Alla luce di ciò, eravamo noi spesso ad avere ospiti a casa. Mi sono svegliato di soprassalto ed ho comunicato a mia moglie di voler aprire un ristorante – pizzeria totalmente gestito da ragazzi autistici. Alle cinque del mattino il progetto era pronto, almeno sulla carta>>.
Seguono tempi difficili per trovare i fondi: nessuno dava credito a questo papà visionario che, anche dalla scienza, veniva etichettato come ‘ il solito padre che non accetta la disabilità del figlio’.
Nico non si arrende e nel 2017 il progetto diventa operativo. All’inizio un pizzaiolo esperto insegna l’arte ai ragazzi che vengono assistiti anche da un responsabile di sala e, grazie alla trasmissione “Tu si que vales”, i giovani di Pizzaut vengono accolti in numerosi ristoranti e pizzerie dove apprendono il mestiere. Poi il lockdown ferma tutto ma non Nico che inventa un food truck inclusivo. Finalmente nel 2021 si arriva all’apertura della prima pizzeria a Cassina de’ Pecchi, a pochi chilometri da Milano e nel 2023 della seconda a Monza.
<< La scelta di aprire una pizzeria deriva dalla consapevolezza che questo tipo di struttura consente l’inclusione di ragazzi che hanno livelli di autismo diverso. C’è per esempio chi non ama il contatto con la materia ed allora diventa una risorsa in sala, e viceversa – spiega il presidente di Pizzaut -. Ci tengo a precisare, però che le nostre pizzerie non sono strutture terapeutiche ma vere e proprio imprese. E’ il lavoro a compiere miracoli, soprattutto dal punto di vista relazionale e comunicativo>>.
Tutte le pizze sono realizzate con la massima attenzione per gli ingredienti “perché i clienti una volta vengono per il progetto, la seconda perché la pizza è buona”, sostiene Acampora.
Si parte da quelle tradizionali che da Pizzaut si chiamano Speciali: Regina Margherita, Bombazza a base di ‘nduja, le classiche per i bambini con patatine fritte fino ad arrivare a quelle gourmet ribattezzate “Gourmaut”. Tra queste la Easy Monza con luganega o la Fiori d’Arancio con fiordilatte, gorgonzola, arancia distesa oppure la CenuscAut con crema d’uovo, pancetta croccante e pepe nero.
Il menù è completato da una buona selezione di taglieri che fanno da antipasto e di fritti. I dolci, invecece, variano di giorno in giorno secondo l’estro dei ragazzi.
Uno dei giovani intervistatori chiede dalla platea cosa significhi essere un sognatore. Il supereroe Acampora non esita a rispondere che un vero sognatore è chi ha la testa tra le nuvole e i piedi ben piantati a terra e chi è capace di amare l’altro, soprattutto se diverso. E coglie l’occasione per invitare i ragazzi ad essere loro stessi supereroi favorendo l’inclusione dei compagni di scuola o degli amici che presentano una qualsiasi disabilità: certe volte basta la condivisione di un gelato per elevarsi al rango di un supereroe.
Nico, però, continua a sognare: nei suoi progetti futuri c’è, infatti, la creazione di una catena a marchio Pizzaut, un franchising della ristorazione sociale, un ulteriore gesto d’amore per Leo e per i tanti ragazzi autistici che, come qualunque essere umano, hanno diritto al futuro.
Pizzaut – Cassina de’ Pecchi
Via Don Verderio, 1
Pizzaut – Monza
Via Philips, 12