Al Bistrot 26 a Teano. Dalla Calabria il Cirò al naturale con cinque produttori
di Franco D’Amico
Nel novero degli incontri extraregionali, di un ciclo di degustazioni dedicato alle produzioni di vini naturali, una serata con cinque aziende vinicole della Calabria con filosofia “al naturale”, collocate nell’area geografica del Cirò in provincia di Crotone con il contributo speciale di Giampaolo Gravina, competente divulgatore e scrittore di varie pubblicazioni del settore vitivinicolo, che al Bistrot 26 ha illustrato, insieme ai produttori, un percorso esclusivo con ben 10 etichette della denominazione Doc Cirò, sia rosato che rosso superiore, abbinati ad altrettante tapas proposte nell’occasione.
Il Bistrot26 di Mario Basco e Diana Iannaccone, titolari della Cantina I Cacciagalli, divenuto non a caso un punto di riferimento importante per la conoscenza dei vini naturali, una sorta di Teano Wine Natur proprio qui nel casertano, già terra dello storico “Incontro”, in un locale che prosegue con impegno gli eventi a tema dopo avere ospitato nelle scorse edizioni i vini della regione Lazio e l’Abruzzo con il cerasuolo, il tutto sotto la direzione di Florestano Iannaccone e del suo giovane e rinnovato staff attuale in cucina.
Nel caso in analisi, siamo nell’area decantata dall’antichità denominata Enotria ”la terra del vino”, il nome antico della Calabria coniato dal laborioso popolo greco, che diventò uno dei più importanti centri di sviluppò e cultura della Magna Grecia, compresa proprio tra il territorio di Cirò e la sua Marina, dove troviamo le tipologie Cirò Classico, Classico Superiore e Classico Superiore riserva, dai vitigni autoctoni come il gaglioppo per la produzione dei rossi, ma anche il greco tra quelli a bacca bianca.
Gran bella serata, tesa alla valorizzazione e condivisione di queste splendide realtà che ci comportano i vitigni autentici con le colture al naturale, realizzate con sapienza dai cinque produttori di qualità della Calabria, che durante il “dibattito” dal vivo realizzato in pieno relax hanno illuminato i contenuti raccontando, nel corso delle degustazioni insieme a Giampaolo Gravina, le loro interessanti storie di questo importante territorio unico e pregevole come quello di un grande vitigno come il Cirò, alla presenza di tanti ospiti e appassionati del biodinamico, sommelier e viticoltori affermati.
FRANCESCO MARIA DE FRANCO – Azienda vinicola ‘A Vita
Dunque la Calabria chiama, dalla zona storica del Cirò dove la vite è coltivata da oltre 2500 anni qui la prima Cantina a tema ‘A Vita, di Francesco Maria De Franco insieme a Laura, con quattro vigne per complessivi 8 ettari coltivati in regime biologico, tra le rive dello Jonio e le montagne della Sila. Pregevoli i vitigni autoctoni calabresi di quest’area vocata, come il Gaglioppo, Magliocco, Greco nero e bianco, avviati con ridotte lavorazioni del terreno per preservarne la fertilità e la biodiversità del suolo.
‘A Vita nel dialetto calabrese indica la vite, la pianta dell’uva con cui i questi vini mantengono un legame profondo.
Due etichette per l’Azienda ‘A Vita:
CALABRIA IGP ROSATO 2017: uve Gaglioppo derivate dalla vigna Fego vicina al mare, con suoli di argilla e calcare, macerato per 12 ore in attesa di fermentazione spontanea e con affinamento in acciaio per 9 mesi sui lieviti. Il risultato è un vero e proprio sorso di mare, un vino sapido e fruttato, elegante e nello stesso tempo strutturato, dalla estrema versatilità gastronomica.
CIRÒ DOC Rosso Classico SUPERIORE 2014: i vigneti collinari, tra le argille marnose, si trovano nella zona classica del Cirò. La raccolta del Gaglioppo è a fine settembre, poi viene macerato per 5 giorni. Le fermentazioni spontanee e l’affinamento in acciaio per 18 mesi pongono in evidenza per questa etichetta frutto, sapidità e struttura, per un giusto equilibrio di un vino territoriale, fine e di carattere.
SERGIO ARCURI – Azienda vinicola Sergio e Francesco Arcuri
I fratelli Arcuri, a Cirò Marina, portano avanti una tradizione vinicola familiare arrivata ormai alla quarta generazione, che risale ai primi del ‘900, quando vengono piantate le prime viti dal bisnonno Arcuri, interrotta dal nonno e ripresa da Giuseppe, padre di Sergio e Francesco, che nel 1974 costruisce una piccola cantina iniziando a produrre vino per venderlo sfuso.
Giuseppe, esperto e appassionato viticoltore mette in pratica il suo bagaglio di tecniche e conoscenze tradizionali basate sul rispetto dei processi naturali della vite. Dal 2009 in poi Sergio e Francesco ammodernano la struttura iniziando la produzione del loro vino, con colture esclusivamente biologiche, di cui due ettari coltivati ad alberello a bassa resa, impiantati nel 1948 e nel 1980, per la produzione del Cirò di grande qualità, unico nel suo genere.
Due etichette per l’Azienda di Sergio Arcuri:
Il Marinetto Rosato, proveniente da un territorio con suolo calcareo/argilloso e da vitigno Gaglioppo in coltivazione biologica, raccolta manuale. Il contatto con le bucce avviene per poche ore in vasca aperta in cemento, svinatura del solo mosto fiore senza pressare le bucce. Fermentazione alcolica in tini di cemento e affinamento negli stessi per 6 mesi. Il vino rosato si presenta al naso fruttato e marino, vinoso e di struttura in bocca.
Cirò DOC Riserva 2011: ancora le argille a temperare il suolo con una percentuale di calcare. Il vitigno Gaglioppo lavorato in biologico da impianti ad alberello, vendemmia manuale. La fermentazione spontanea in palmento, tradizionale vasca di cemento aperta e macerazione sulle bucce per 15 giorni, a cappello sommerso. Segue l’affinamento per 4 anni in vasche di cemento e per 1 anno in bottiglia, per arrivare ad un vino fruttato e marino al naso, bocca austera e sapida di grande struttura e profondità. La vera quint’essenza del Gaglioppo, per la beva sulle carni e salumi importanti.
CATALDO CALABRETTA – Azienda vinicola Calabretta
I Calabretta di Cirò, una famiglia di viticoltori da quattro generazioni, dove Cataldo insieme alle sorelle, dopo la ristrutturazione della vecchia cantina di famiglia, da oltre dieci anni coltiva il vitigno Gaglioppo su terreni collinari e allevati ad alberello, in linea con i dettami dell’agricoltura biologica. Il vino viene affinato in vasche di cemento recuperate durante la ristrutturazione della cantina, fermentazione spontanea e naturale per giungere ad un Cirò quale perfetta espressione del suo territorio.
Cirò doc Rosè 2017
Uve Gaglioppo, allevate su terreni argillosi e calcarei in collina, ad alberello, si presenta bel fruttato al naso, evidenzia frutta rossa e agrume, al palato è sapido, fresco, minerale e chiude con eleganza. Affinamento acciaio 6 mesi.
Cirò Rosso Classico Superiore Riserva 2013: contraddistinto dal colore Rosso rubino con lievi riflessi aranciati. Al naso sentori floreali, note balsamiche e frutta matura. Secco al palato, il tannino è potente ma elegante. Uve Gaglioppo, vendemmia manuale in cassetta, con lieviti non selezionati e dopo una macerazione di 10 giorni avviene l’affinamento in vasca di cemento prolungato per 10 mesi.
Il Gaglioppo è il vitigno tipico utilizzato per la produzione del Cirò rosso e del Rosato. Il clima calabrese secco e caldo, nonché la particolarità del terreno arido, rappresentano le condizioni necessarie per la produzione di questo vitigno caratterizzato da una maturazione precoce, in base alle rispettive zone ed elevata resistenza. E’ un vitigno a bacca rossa, con grappoli di medie dimensioni di forma conica. Il colore del vino ottenuto va dal rosa carico al rosso rubino intenso, con profumi vinosi in evoluzione nel tempo.
Nessun dubbio da parte del conduttore della serata Giampaolo Gravina e dei produttori nel corso delle degustazioni, nel considerare, a fattor comune, le grandi capacità del vitigno Gaglioppo in versione naturale presentato nel corso dell’evento, prospettando un futuro di riguardo nel consumo di queste etichette. Il frutto, sapidità e sentori floreali, uniti ad un tannino importante ma allo stesso tempo elegante, sia nella versione rosato che rosso, hanno contribuito alla conoscenza di questo vitigno storico della Calabria. Il Gaglioppo, vino biodinamico proveniente da un territorio antico e speciale, qui il suolo, microclima e vitigno ne valorizzano l’ambiente naturale, tutelato dai vigneron locali nel rispetto della tradizione.
VINCENZO E FRANCESCO SCILANGA – Azienda vinicola Cote di Franze
Impossibilitati ad intervenire alla serata: Vincenzo e Francesco Scilanga, provenienti da una famiglia antica di vignaioli, gestiscono l’azienda agricola sita in Cirò, in cui sono cresciuti con l’amore per le vigne e per il territorio meraviglioso su cui si trovano. Lo Ionio a vista, con 9 ettari di vigneto di varietà autoctone Gaglioppo e Greco Bianco, coltivati con metodo biologico per la produzione di vini naturali la cui fermentazione avviene in vasche d’acciaio inox a temperatura controllata, evidenziando le tipiche caratteristiche del vitigno.
“Coltivare la vite con amore porta soddisfazioni più grandi”.
Cirò DOP Rosato: Vitigno Gaglioppo 100%, in località Piana di Franze, tra terreno Argilloso – sabbioso e siamo ai 100 mslm.
Cirò DOP Rosso Classico Superiore
Vitigno è il Gaglioppo, su terreno argilloso – sabbioso, ad un’altitudine tra 100 / 250 / 20mslm, il tipo di allevamento ad alberello.
MARIANGELA PARRILLA – “Francesco Parrilla” Azienda Tenuta del Conte
L’azienda vinicola di Mariangela è quella di famiglia, a Cirò Marina, gestita dal padre da oltre cinquanta anni. Dopo le esperienze iniziali ha deciso di cambiare corso al suo progetto: “Sentivo la necessità di dare dignità al lavoro svolto nei vigneti e di stabilirne una continuità in cantina. Ciò mi ha permesso di dare una identità all’azienda ed era proprio quello che volevo. Cioè, un’azienda con un forte legame con la tradizione e il territorio”.
Metodo biologico, quindi, ma quello tradizionale utilizzato dal padre nei suoi oltre settanta anni di esperienza. Ora 15 ettari piantati a Gaglioppo e Greco bianco certificati, di cui la raccolta manuale, la spremitura soffice delle uve, la successiva fermentazione a temperatura controllata e i lieviti naturali danno vita a vini di spessore e grande struttura.
Cirò Rosato Tenuta del Conte
Parliamo ancora di uve Gaglioppo in purezza, il colore è rosa brillante, presenta un bouquet floreale e fruttato, con una buona acidità che rende questo prodotto ottimo, da tutto pasto. La Produzione del rosato è caratterizzata dalla lavorazione a temperatura controllata delle uve appena raccolte e del periodo relativamente breve di macerazione della bacca.
Cirò Rosso Riserva Tenuta del Conte
Il rosso di punta, nell’annata 2011, da uve di solo Gaglioppo. Dopo la vendemmia avviene la fermentazione a temperatura controllata e l’affinamento successivo in bottiglia per 12 mesi. Alla vista appare di colore rubino carico, al naso un complesso aroma di frutta rossa, bacche, note di tabacco e affumicato. Presenza di tannini maturi. L’agnello, succulenti arrosti, selvaggina e il suino sono tra gli abbinamenti favorevoli con questa etichetta.
L’incontro si è tenuto non solo alla presenza di appassionati, ma anche esperti e produttori del settore come Luigi Sarno della Cantina Barone di Cesinali in Irpinia (premio Giulio Gambelli, dedicato al miglior enologo under 40 italiano 2018) intervenuto nella circostanza, con la presenza delle donne del vino naturale come la stessa Diana Iannaccone de I Cacciagalli, la Cantina di casa.
Il vino naturale, una tendenza sempre più in rivoluzione, eventi e fiere tradizionali recenti e altri analoghi appuntamenti nel corso del 2018, ci trasporteranno nel mondo dei vini naturali, augurando una ulteriore crescita del comparto in ciascuna regione italiana, ed anche all’estero.
Agli appuntamenti storici come VinNatur, Summa, Vignaioli Naturali e Viniveri – si sono aggiunti tante altre nuove realtà, come Vinessum degli ultimi giorni, dove il viaggio nel biodinamico avviene attraverso il contatto diretto con i viticoltori che da sempre hanno sposato questa filosofia traendo il proprio essere, un’esperienza che agli appassionati non può mancare come gli incontri del Bistrot 26, almeno una volta da provare, magari la prossima occasione aspettando la Puglia.
E allora, vini al naturale, ad majora.