Agriturismo Regio Tratturo ad Ariano Irpino e friends, una esperienza di campagna autentica
di Marco Contursi
Di agriturismi veri, in Campania, ne conosco pochissimi, in tre mi sento a casa.
Questo è uno. Regio Tratturo ad Ariano Irpino.
Tornarci, per la undicesima edizione del “Regio Tratturo and Friends”, è stata una gioia inaspettata. “Vuoi venire guidare una degustazione dei nostri salumi, in una festa di campagna?” mi chiede Angelica, che col papà Rinaldo, la mamma Antonietta, e per l’occasione anche il fratello Pasquale, di solito all’estero per lavoro, gestisce questa bella struttura sulle colline che già profumano di Puglia.
Certo che vengo, le parole “salumi” e “festa di campagna” sono musica per le mie orecchie. Soprattutto perché conosco bene quelli di Rinaldo, che alleva e trasforma con sapienza antica.
Meglio chiarirlo subito, qui, tutto, è prodotto e trasformato in casa: salumi, formaggi, ortaggi, olio, pasta, pane, miele, vino. TUTTO.
Ma oggi è una festa e quindi largo a bimbi ed adulti che si vogliono cimentare con la pasta e il pane fatti in casa, con lo yoga sotto gli ulivi e il trekking lungo il tratturo, col miele appena raccolto e con la pittura usando piume vere come pennelli. Io osservo, assaggio qualcosa, i salumi li ho già scelti con cura. C’erano in cantina culatelli grossi come meloni, segno di animali pesanti, non ancora giunti alla maturazione ottimale, è ancora presto, i salumi si mangiano ben stagionati. E allora viro su capicolli, belli marezzati, una soppressata che si scioglie in bocca e un pezzo di spalla, poco grasso ma molto saporito. Infine lei, una pancetta, che meriterebbe di stare in mezzo a due fette di pane appena sfornato, accompagnata da un bel calice di vino, ed io, sotto ad un ulivo, su un’amaca.
A fare nulla, a pensare a niente.
Si mangia insieme, sotto il pergolato, in una giornata in cui anche il sole ha deciso di essere benevolo, si sta bene, il vino accompagna piatti ruspanti, nella accezione nobile del termine.
Cicatielli al pomodoro, ravioli paffuti di ricotta appena fatta, pizze antiche, minestre contadine e dolci di casa. Che buona la sbriciolona, che ho visto fare da donne volenterose, e bambini sorridenti.
E poi si fa yoga sotto gli alberi, si va dalle api a smielare in compagnia di apicoltori esperti, si disegna, si passeggia. Io, pigro e vetusto, sorseggio nocino, ammirando l’immensità dei campi di grano che si perdono nel sole.
Alle 19 c’è l’aperitivo contadino, che inizia con uno splendido agone dialettico-filosofico sul valore del cibo, seduti sulle balle di fieno, mentre Apollo, dolcemente va a nanna. Con la luna è l’ora dei balli, delle salsicce con le patate, della salvia fritta e del frinire delle cicale.
La terra qui è stata generosa, ma la famiglia Di Rubbo, è il valore aggiunto, ho seria difficoltà a dare voce alle emozioni di fine giornata, a metterle su carta, racchiudendo, in poche parole e in qualche foto, un sentimento.
Manca un anno al prossimo appuntamento, ma Voi veniteci quando volete. La cucina di Antonietta, i salumi di Rinaldo, il sorriso di Angelica e della nonna, ci saranno sempre. E se siete fortunati, troverete pure Pasquale che spesso prende un aereo e torna.
Come non soffrire di saudade quando te ne vai da qui…
Agriturismo Regio Tratturo
Contrada Camporeale Ariano Irpino (Av)
tel0825 881407
Scheda del 3 novembre 2018
di Marco Contursi
“Mi consigli un “vero” agriturismo?”…quante volte me lo sono sentito dire e finora i consigli erano sempre gli stessi, 4 o 5, ormai rodati ma proprio per questo sempre pieni. Che gioia scoprirne uno nuovo, autentico, in una zona da me poco conosciuta: L’Alta Irpinia. E di questo ringrazio Angelo Lo Conte, fiduciario slow del territorio. Siamo infatti ad Ariano Irpino, terra di pecore, vacche, grano e legumi. Qui la famiglia Di Rubbo ha il suo agriturismo che prende il nome da una della strade più antiche d’Italia: Il Regio Tratturo, l’antico percorso di transumanza che collegava la Puglia con l’Abruzzo. C’è tutto quello che deve avere un vero agriturismo: una ventina di grassi porcellotti, pecore laticaude, ogni sorta di gallinacei, che ruspano sull’aia, qualche cagnolina con prole (adorabili..), frutta, ortaggi, legumi, grano, miele e piante officinali. Completano l’offerta un ristorante e 4 comode camere. Che vuoi di più?
In cucina la signora Antonietta, aiutata dalla fidata Rosalia, mentre in sala la figlia Angelica, accoglie, fa visitare l’azienda e spiega i piatti. Papà Rinaldo oggi sta cogliendo olive.
L’antipasto, nel giorno della mia visita, si compone di ottimi salumi (capicollo notevole), frittelle di erbe e salvia fritta, fagioli di due varietà autoctone, zucca, più un assaggio dell’olio ravece di produzione propria. Tutto ottimo e meritevole di un pane migliore (l’unica cosa comprata), più casareccio, magari a legna.
Ravioli al pomodoro e cecatelli coi broccoli sono i primi, inutile aggiungere “fatti in casa”, qui è scontato. Buoni, soprattutto i ravioli, belli grossi. Il vino è l’aglianico di Rinaldo, piacevole e che accompagna perfettamente i piatti.
Ma dove scatta l’applauso e la richiesta dei bis e tris, è sul pollo al forno con le patate. Cotto meravigliosamente, con l’aglio e non con la cipolla che io aborro, era una squisitezza rara. Se venite, chiedetelo espressamente, anche perché a breve, col freddo di fine mese, si inizierà la macellazione dei maiali e quindi troverete anche le loro carni.
Due zeppoline col miele, sempre autoprodotto e qualche fetta di torta di mandorle o di mele chiudono un pasto felice, con una forte connotazione di genuinità.
Antonietta non farà mancare un goccio del suo nocino. Conto, tutto compreso, di 30 euro a cranio, soldi benedetti. C’è un piccolo spaccio aziendale dove rifornirsi di cose buone, c’è la campagna dove fare una passeggiata rigenerante, occhio però ad incontrare un maestoso gallo che vi guarderà storto tutto il tempo, perché colpevoli della sparizione di un suo fratello che starà, bello arruscato, prima nel forno e poi nella vostra pancia. Ce ne fossero altri mille di posti così……a proposito, avete da segnalarne di nuovi? Unico requisito: con animali e orto di proprietà, non mi dite posti che comprano e cucinano, di quelli ne so già troppi. Grazie a nome mio e di chi leggerà il mio racconto di questi posti. Attendo fiducioso, e nel frattempo mi sono già prenotato per assaggiare il primo maiale di quest’anno al Regio Tratturo che, a breve, farà il suo ingresso in cucina….mancano pochi giorni e qualche grado in meno di temperatura fuori. Magari si aspetta la luna calante, come vuole una antica tradizione contadina. Non è un problema, io ho fame ma non ho fretta.
Agriturismo Regio Tratturo
Contrada Camporeale, 157
Ariano Irpino AV
Telefono 0825881407
[email protected]