Il paradiso gastronomico esiste e si chiama Isca delle Donne a Palinuro
di Bruno Sodano
Da qualche anno sento parlare spesso di un posto, a Palinuro, dove la cucina buona è di casa. Da tempo ormai mi sono sempre riproposto di andarci senza mai farlo realmente fino a quando un giorno, preso dal giusto spirito primaverile, mi sono organizzato e sono andato alla scoperta di Isca delle Donne.
L’agriturismo è facilmente raggiungibile, a due passi dall’Arco Naturale di Palinuro. Ad accoglierci Vincenzo, l’anima del posto. Ebbene sì… il Sig. Merola non solo è il proprietario ma è la prima parte attiva della struttura che con orgoglio la gestisce da sempre. Nel ‘89 ho aperto l’azienda agricola e nel ‘97 da azienda agricola amplia gli orizzonti ad uno splendido agriturismo con tre chalet immersi nella natura.
Un luogo incantato dove vivere a pieno contatto con la natura. 40 ettari di felicità dove è facile destreggiarsi fra flora e fauna. L’ingresso, molto rustico è ben curato, è caratterizzato da un pozzo.
Sulla sinistra non si può far a meno di notare la bellissima distesa di vigneto che ho scoperto essere una Malvasia nera recuperata da antiche viti quasi del tutto distrutti dalla fillossera della vite del ‘58 che, a Centola, ne distrusse gran parte.
Passeggiando è impossibile non farsi catturare dalle bellezze presenti. Ci sta l’orto, con prodotti genuini garantiti al 100%, che abbatte il km0 facendolo diventare dall’orto alla pentola in 3 metri esatti.
C’è il gallinaio, le oche, le papere, i maiali, i maialini vietnamiti, i cinghiali recuperati dalle macchie e accuditi in cattività; ci sono le capre, il bue ed anche l’asinello. C’è la cortesia per gli ospiti e anche la naturalezza di un territorio incontaminato quale è il Cilento.
Si può dire che c’è tutto. Qualcuno si chiederà: ma non manca proprio niente? Certo… manca il caos, il rumore, la mano dell’uomo che guasta il contatto con noi stessi, che in tante occasioni, abbiamo perso. A ricordarci la bellezza della vita ci sono i bambini, che entrano nei pollai e raccolgono le uova oppure si lasciano ammaliare da un fascio di bietola per darlo in pasto alle carpette.
Ad Isca delle Donne sono tornato bambino e per qualche ora mi sono sentito un uomo migliore.
Dopo il tour in bottega, piena di conserve artigianali Home Made, mi siedo per pranzare.
Tavolo rigorosamente esterno. Mentre mi verso un bicchiere di Nina, Malvasia in purezza, non posso che osservare una panca sotto un gelso secolare di trecento anni.
Li mi sono perso per un attimo immaginando me che leggo, in un pomeriggio estivo, con un bicchiere di vino ed il capo di mia moglie, sulle mie gambe, con in grembo mio figlio. Da Vincenzo ho sognato e poi mi sono lasciato svegliare dai profumi dei piatti che prontamente sono arrivati a tavola. Un antipasto ricco di ogni bene: soppressata, salsiccia aromatizzata all’aglio, piccola montanarina, mozzarella nella mortedda, cacioricotta di capra stagionato all’aria aperta e melanzane sott’olio (tagliate sottilissime fatte secondo un’antica tradizione). Il tutto accompagnato da pane fatto dall’azienda con olive nere e con la paprica.
Nel dunque, Vincenzo ci tiene a farmi assaggiare un vino Donna Sofia, fatto da uve autoctone della zona costiera fra Pisciotta e Camerota e che sopportano tantissimo la siccità producendo delle uve strepitose.
Arrivano i primi… artigianali e genuini. Visto il periodo non potevano mancare i carciofi e quindi abbiamo mangiato degli strascinati con i carciofi ed un cavallo di battaglia dell’azienda agrituristica ovvero i fusilli con il ragù cilentano. Un connubio perfetto di sapori genuini ed autentici.
Quando era arrivato il momento di dire basta arrivano i secondi piatti: fegato di maiale arrosto con companatico di pane aglio prezzemolo; un altro cavallo di battaglia del posto, ovvero, il pollo alla menta che la mamma di Vincenzo preparava sempre quando lui era bambino. I contorni non si sono fatti chiamare e a ruota è arrivato: patate fritte, rigorosamente di casa; carciofi ripieni come si facevano una volta e fave cotte in padella con pancetta e finocchietto selvatico.
Nonostante mi sia voluta fermare perché non era più un pranzo ma un cenone di Capodanno, arrivano ad effetto sorpresa i dolci rigorosamente fatti da loro, come tutto del resto.
Ad un passo fra il camminare ed il rotolare ho implorato aiuto divino ad un amaro ed ecco che arriva un suaglass ricco di bontà artigianali, e nello specifico: carrube, mix di erbe officinali, limoncello, basilico limonato, finocchietto selvatico, canapa alimentare, artemisia e dulcis in fundo liquore alle Olive nere.
Isca delle Donne è uno dei migliori posti dove trascorrere la giornata con la propria fidanzata o con la famiglia in quanto c’è anche una bellissima area giochi bimbi. Da Ottobre ad Aprile circa è aperto sempre a pranzo e cena durante i week end e da Aprile ad Ottobre aperto tutti i giorni a pranzo e cena ad eccezione del mese di Agosto che effettua solo il servizio serale. Lasciatevi trasportare dalle bellezze cilentane… decidete anche voi di essere felici.