Aglianico del Vulture, Donato D’Angelo 2011, altri descrittivi


 

Aglianico del Vulture, Donato D’Angelo 2011

Aglianico del Vulture, Donato D’Angelo

di Marco Galetti

Niente da fare, non risponde alle mie chiamate, il messaggio in segreteria, seppur in Lucano stretto è inequivocabile, la Basilicata non esiste, se volete, lasciate un messaggio, Rocco Papaleo non vi richiamerà.

Calice di Aglianico, il calice da meditazione e da tastiera

Calice di Aglianico, il calice da meditazione e da tastiera

Rocco, sono Marco, volevo segnalarti che tempo fa un vino lucano sembra abbia vinto il primo premio a Radici del Sud, com’è possibile, visto che ho sempre creduto che la Basilicata non esistesse…comunque se vuoi prendere nota, il vino in questione si chiama Caselle, è un Aglianico del Vulture Riserva Doc 2009 della storica casa vinicola D’Angelo, di Rionero in Vulture.

Stavo pensando a questo, ieri, aggirandomi tra gli scaffali del reparto vini dopo aver acquistato una mezza forma di Pecorino semistagionato del Casentino.

Sto cercando un Aglianico per il mio coniglio in casseruola, dico all’addetto, l’arrivo del “Riserva” è solo questione di tempo, siamo in attesa, se mi posso permettere, visto che non ha trovato nemmeno l’agnello, mi dice bonariamente,  potrebbe ripiegare, si fa per dire, sempre su un vino della stessa azienda, così lo prendo e mi metto in coda alla cassa, con la bottiglia, il pane e il Pecorino.

La signora che “guida” il carrello superdotato davanti al mio pronuncia la frase che invita al buon umore, ho dimenticato il caffè, se vuole passare…lascio che una chiamata finisca in segreteria, supero indenne la coda, ringrazio con la coda dell’occhio e pago.

Tornando all’Aglianico, l’esperienza credo sia da considerarsi come una di quelle ripetibili con soddisfazione, soprattutto in virtù del gusto piacevolmente avvolgente, il vino è dotato di notevole persistenza e Potenza, forse dovuta all’influenza di parte del capoluogo di regione più che ai suoi tredici gradi e mezzo.

Il coniglio brianzolo in casseruola con olio, poco pomodoro , rosmarino ed altri odori, non sostituisce egregiamente un bel cosciotto d’agnello lucano arrosto, che tra gli animali “coraggiosi” sarebbe stato  quello più adatto in abbinamento al vino in questione, convivenza perfetta, invece, quella con il pecorino del Casentino, dove, si rivela superbo, in mancanza di quello di Matera ideale spalla regionale al rosso da Rionero, il pane toscano senza sale.

Bevo l’ultimo sorso alla scrivania, mentre le dita scorrono sulla tastiera credo di aver trovato un piccolo grande Aglianico, poi, in segreteria, sento il messaggio che avevo perso: “Marco sono Rocco, la Basilicata non esiste ma in Lucania, a Rionero in Vulture, producono e bevono bene”.

Alla salute di un caro amico e lucano doc, Giovanni da Rionero, che sembra il nome di un condottiero e forse, un po’, lo è stato…