Aglianico del Taburno riserva D’Erasmo 2008 – Voto 92/100 Il vino slow del Sannio
NIFO SARRAPOCHIELLO
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 15 a 20 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5. Naso 27/30. Palato 27/30. Non Omologazione 33/35
Ci sono vini che si presentano baldanzosi, che promettono sogni e che, proprio per questo, risultano poco decifrabili. Ci sono, poi, vini sinceri, schietti, immediati perché nel calice riconosci da subito il territorio e le persone che ci stanno dietro. Vini che nella loro complessità si fanno descrivere con semplicità. Sono questi i grandi vini. E l’etichetta di punta di Lorenzo, l’Aglianico del Taburno riserva ‘D’Erasmo, è senza dubbio uno di questi. Un vino che nel descriverlo ti lasci andare, mettendo da parte la paura di non riuscire a interpretarlo fino in fondo. Oggi, a distanza di oltre tre anni, a rileggere della degustazione dell’annata 2004 del ‘D’Erasmo’ colpisce la chiusura di quella scheda: “A noi dispiace solo di un fatto, di non poco conto. Per dare vita al D’Erasmo che sarà della vendemmia 2008, Lorenzo ha dovuto sacrificare, per via della produzione bassa dell’ultima annata, il bel rosato che ha ben figurato in queste ultime vendemmie. Ma siamo anche convinti che quando un po’ più in la negli anni degusteremo la riserva le nostre parole lo elogeranno”.
E Lorenzo va elogiato per la sua fermezza nel credere in questo vitigno, a tratti ostile, poco comprensibile, mai domo. Un vitigno a cui lui e il papà, che il vino ricorda nel nome, hanno dedicato la parte più alta dell’azienda che sorge tutta alle spalle della cantina. La zona più difficile, sacrificante solo da raggiungerla per la visita figurarsi nel lavoro. Tanto pietrame che affiora in un terreno particolarmente ricco di argilla. E’ da qui, dove l’aglianico trova il suo habitat ideale, che partono le premesse di un grande vino. Poi ci sono gli uomini, quelli che in una giornata di tardo ottobre decidono di mettere da parte il rosato, che pure avrebbe ben figurato, per permettere ai pochi frutti dell’annata di maturare ulteriormente perché a loro è stato destinato il percorso dei grandi. E questo a costo di enormi sacrifici, anche economici, visto i quasi quattro anni che Lorenzo e famiglia hanno dovuto tenerlo d’occhio, provvedendo a non fargli mancare nulla. Poi, raggiunta l’età considerata giusta, lo hanno affidato alla bottiglia, chiamata a farlo diventare maturo. Infatti questo vino, pur smussando le spigolosità dell’età acerba, non è che all’inizio della sua lunga vita. Così come mostra il colore,rosso di grande consistenza con marcati richiami al violaceo. All’olfatto colpisce soprattutto la dolcezza del legno, mai invasivo e che non nasconde nulla della tipicità del vitigno, a cominciare dagli abbondanti frutti rossi. In bocca c’è già equilibrio ma si capisce subito che fra qualche anno darà ulteriori soddisfazioni. Allora diventerà vino da meditazione, visto che oggi la grande freschezza non lascia margini lunghi di tempo tra un sorso e l’altro.
Questa scheda è di Pasquale Carlo
Sede a Ponte, via Piana – Tel. e fax 0824.876450 – www.nifo.eu – [email protected] – Enologo: Lorenzo Nifo – Bottiglie prodotte: 60.500 – Ettari: 12 di proprietà – Vitigni: falanghina, coda di volpe, greco, olivella, aglianico, piedirosso