Aglianico Colli di Salerno Igp millesimi 2015 e 2016 – Tempere
di Enrico Malgi
Fino adesso unici pionieri di una giovane e minimalista viticoltura valdianese monovarietale i fratelli Arsenio e Giuseppe Pica, coadiuvati dal figlio di quest’ultimo Filippo, titolari dell’azienda Tempere di Sant’Arsenio. Un areale quello del Vallo di Diano che inspiegabilmente solo da poco tempo ha mosso i primi passi sulla strada del pieno recupero grazie proprio alla volontà e determinazione della famiglia Pica.
Sono appena due e mezzo gli ettari vitati posizionati sulle colline del comune di San Pietro al Tanagro e soltanto 7.000 le bottiglie di Aglianico prodotte annualmente, sotto la direzione dell’enologo Alessandro Leoni, subentrato a Carmine Valentino dall’ultima vendemmia.
In questi giorni ho assaggiato gli ultimi due millesimi messi in commercio: 2015 e 2016.
Aglianico Colli di Salerno Igp 2015. Aglianico di Taurasi in purezza lavorato in acciaio e tonneaux per circa tre anni. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale intorno ai 18,00 euro.
Colore rosso rubino tendente al granato. Al naso frutta, variegate proposizioni floreali, vegetali, speziato e terziario. In bocca fa il suo ingresso un sorso espansivo, raffinato. morbido, sapido, minerale e portatore di un’aggraziata freschezza. Tannicità sotto stretto controllo. Palato fine, strutturato, materico e che anticipa un finale tonico, persistente e godibile. Ne avrà ancora per molti anni. Sulla terragna cucina territoriale.
Aglianico Colli di Salerno Igp 2016. Stesso procedimento dell’annata precedente ed uguale tasso alcolico e prezzo finale.
Ccolore rosso rubino vivo e luccicante. Variegati aromi di violetta, macchia mediterranea, noce moscata, chiodi di garofano e pepe nero. Sentori empireumatici. Scansione terziaria di tabacco, liquirizia, ginepro, cuoio, china e caffè. Timbro terroso. Sorso austero. Impalcatura tannica. Ottima serbevolezza. Ricamata di bontà ed edonistica la chiusura. Da preferire su carne arrosto, brasati e su un bel caciocavallo podolico.
In conclusione si tratta davvero di un ottimo vino, che dal millesimo 2015 si fregia della denominazione Colli di Salerno al posto di quella vetusta di Campania Igt. Per assonanza, poi, direi che l’Aglianico coltivato in questo areale è più simile a quello dell’Irpinia, del Sannio e del Vulture per ragioni orografiche, perché qui ci troviamo in una conca appenninica a circa 500 metri di altezza, al confine con la Basilicata. A differenza della viticoltura praticata nel Cilento quasi tutta vicino al mare, oppure su piccoli rilievi.
Azienda Tempere
Via San Sebastiano, 7 – Sant’Arsenio (Sa)
Tel. 0975 396202 – Fax 0975 399821
[email protected] – www.vino.tempere.it
Enologo attuale: Alessandro Leoni
Ettari vitati: 2,5 – Bottiglie prodotte: 7.000 – Vitigno: Aglianico.
2 Commenti
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Complimenti per le descrizioni, sembra proprio di averli assaggiati. Sempre molto interessanti questi piccoli produttori.
Ciao Andy. Hai proprio ragione, i piccoli produttori attirano sempre molta attenzione da parte del pubblico e dei lettori. Se poi riescono a produrre vini di alta qualità come in questo caso allora si trova veramente la quadratura del cerchio.