A Scafati e a Cesa è divieto zeppole festa del papà
di Marco Contursi
Niente zeppole in quarantena. Si potrebbe tradurre così l’ordinanza di alcuni comuni campani che vieta ai panifici di fare le zeppole di san Giuseppe. Quali i motivi del divieto? Essenzialmente 2:
- Per evitare assembramenti, che si sarebbero potuti avere per comprare le zeppole.
- Per evitare la concorrenza scorretta alle pasticcerie che sono chiuse per decreto del Presidente del Consiglio.
Io non sono d’accordo e spiegherò perchè. Innanzitutto va detto che fare queste ordinanze il pomeriggio del 18 marzo, costringe i panettieri a buttare gli impasti e le zeppole già preparate e che devono solo essere farcite. Se si voleva adottare questo provvedimento, bisognava farlo almeno 3 giorni prima. Poi schematizzando la risposta ai due punti qui sopra esposti dico che:
- C’è già una norma che impone le distanze anche nei negozi e fuori in fila e la quasi totalità delle persone la rispetta, se io entro a comprare il pane, prendere pure due zeppole non comporta rischi maggiori per nessuno. Molto più a rischio la metropolitana di Milano che foto recenti mostrano affollata. E allora chiudiamo pure la metropolitana? No, perché non si può, perché pur tenendo conto della epidemia, non si può fermare tutto, perché c’è bisogno di cibo, generi vari di primaria importanza (lampadine, ricambi auto ecc..). Chi dice di chiudere TUTTO, dice una palese idiozia. NON si può chiudere tutto. Sennò non avremo medici che vanno a lavoro, chi rifornisce gli ospedali, chi rifornisce gli alimentari ecc.. il rischio si può ridurre al minimo ma non annullare.
- Discorso concorrenza sleale. E’ di queste ore anche il divieto a Roma di vendita per i panifici di pizze diverse da quella bianca e quella solo col pomodoro. Allora, il discorso può essere valido per esempio per il divieto per i supermercati di vendere anche vestiti, o scarpe, perché comprarli adesso, semmai comporta che uno non lo faccia in un futuro, spero vicino, quando potranno riaprire tutti. Ma sull’alimentare è una idiozia, perché se non mangio, oggi, la zeppola o la pizza con la mozzarella dal fornaio, non è che ne mangerò di più quando riapriranno le pasticcerie. E si privano i cittadini di generi di conforto, che tornano quanto mai utili in periodi bui. Come a dire, a casa SI ma almeno NON a pane e acqua. Che poi ci sia chi nella crisi ci rimette e chi ci guadagna, è cosa ovvia e inevitabile. Basti pensare che una azienda conserviera ha venduto in 7 giorni, quello che solitamente vendeva in 7-8 mesi, essendo aumentata la domanda di legumi in scatola. Non è certo privando i cittadini di pizza e zeppole che si riequilibrano le cose, ma con interventi concreti e seri di supporto a quelle economie annientate dalla pandemia.
Ritornando al discorso, generi di conforto, ossia dolci, cioccolata, biscotti, che dovremmo fare? Vietarne la vendita nei supermercati e nelle salumerie perché non sono di prima necessità? E poi chi dice cosa è prima necessità? Per un vegano ad esempio potrebbero chiudere tutte le macellerie. E allora dobbiamo chiudere anche gli shop online di pasticcieri famosi che già vendono colombe e quindi sarà una Pasqua ancora più triste. Certo, direte voi, ma è concorrenza sleale a quei pasticcieri che non hanno lo shop online e restano chiusi. Ok, ma come ho detto prima, non è privando i cittadini di una colomba o di una zeppola si riequilibrano gravi problemi lavorativi di alcuni ma solo con interventi statali importanti. Vietare le zeppole fa solo male a chi voleva festeggiare la ricorrenza ma non migliora la vita dei pasticcieri chiusi. E la frase “Mal comune mezzo gaudio” è solo indice di meschineria.
Ricordo inoltre, come ha sottolineato il virologo di fama internazionale Giulio Tarro “Ricordo che oltre alla cattiva alimentazione e agli stili di vita sregolati, il nostro sistema immunitario può essere compromesso dallo stress. Questi “bollettini di guerra” costantemente diffusi dai media non aiutano».” Quindi anche il buonumore aiuta a stare meglio e una zeppola è sicuramente un ottimo modo per ritrovare il sorriso.
Prego i lettori di evitare inutili polemiche e invece vorrei che ognuno che legge, mettesse nei commenti una dedica al proprio papà. Sarebbe bello, sarebbe utile. Perché immaginare catastrofi non le evita, e i provvedimenti ad hoc, sempre con buonsenso, li deve prendere chi può e deve, ossia le autorità. Noi possiamo al massimo mangiare una zeppola e goderne, finchè qualcuno non ce lo vieta ( che poi basta andare nel comune vicino e trovarle, ma che scrivo sull’autocertificazione, “alla ricerca della zeppola perduta”????????).
Infatti sottolineo che questo pezzo vuole essere un modo per augurare a tutti i papà del mondo, ad iniziare dal mio, una felice festa del papà, poiché la vita va comunque avanti e dobbiamo sforzarci di essere ottimisti.
BUONA FESTA DEL PAPA’ A TUTTI.
Vi lascio quindi due foto che io amo molto, quella del San Giuseppe di Guido Reni (1635), che io reputo in assoluto uno dei quadri più belli fatti in Italia e quella mia in braccio al mio papà a Pioppi, una estate di millanta anni fa, e credo che pochi lettori potranno mostrarne una, loro, più bella a quella età. Infatti come si vede, esibivo già ad un anno, un fisico tonico e asciutto, forgiato da ore di dure poppate e sudati biberon.
3 Commenti
I commenti sono chiusi.
Caro papà oggi è San Giuseppe e a Siena si festeggia con le frittelle di riso, la mamma ce le avrebbe fatte… ti mando, destinazione Paradiso, le zeppole di un amico campano
Caro Marco, anche qui ad Angri quest’anno abbiamo avuto la zeppola di contrabbando ???? un abbraccio forte da lontano…ma vicini!!!
Marctiello non era mai successo in tanti anni matrimoniali,Linuccia mi ha zeppolato! Un caloroso bacio!