A Reggio Calabria Scirubetta – Festival del Gelato Artigianale


Scirubetta

di Carmen Autuori

A dispetto di qualunque cambiamento climatico, la scirubetta, una sorta di granita il cui ingrediente principale è la neve che “deve essere raccolta almeno a settecento metri di altitudine”, come spiega Angelo Musolino, presidente nazionale di Compait (Confederazione Pasticcieri Italiani), non morirà mai perché è la madeleine dei calabresi e per questo intimamente legata al filo della memoria che, allo stesso modo della tradizione, è patrimonio di incommensurabile valore di un popolo.

Aromatizzata con miele di fichi, mosto oppure succo di agrumi e per gli adulti con il caffè, la si può considerare l’antenato del gelato. È impossibile individuare la sua data di origine -sicuramente antecedente alle dominazioni saracene da cui ha preso in prestito il nome che deriva da sherbet -, probabilmente è il più antico gelato della storia.

Scirubetta, foto d’epoca

Così, partendo dal valore intrinseco della scirubetta, trentaquattro pasticcieri ed altrettanti originalissimi gusti, tanti calabresi soprattutto reggini, ma anche dal Veneto, dalla Puglia, dalla Sicilia oltre che dall’estero e tra loro sei giapponesi, una maestra gelatiera dalla Pennysilvania, ed un maestro dalla Slovacchia sono stati i protagonisti di Scirubetta – Festival del Gelato Artigianale, tenutosi sul chilometro più bello d’Italia, ovvero il Lungomare Falcomatà di Reggio Calabria.

Scirubetta, i gelatieri

Giunto alla sua terza edizione, Scirubetta aspira a traghettare Reggio Calabria quale capitale del gelato in Italia, partendo da un’arte che è simbolo del nostro patrimonio identitario al pari della pizza e del panettone.

<<L’idea nasce oltre che dalla storia di una preparazione che è tipica della nostra terra anche dai ricordi di ognuno noi che ci trasporta in un tempo in cui per essere felici bastava un po’ di neve addolcita con quello che si aveva in casa – spiega Angelo Musolino, ideatore del progetto -. Scirubetta vuole rappresentare anche il nostro impegno a tramandare alle nuove generazioni il valore della tradizione. Per questo abbiamo fortemente voluto affiancare ai trentaquattro maestri gelatieri provenienti da tutto il mondo ben sessanta giovani della scuola alberghiera. Un ringraziamento particolare alla Città Metropolitana di Reggio Calabria che ci ha supportato in ogni modo in questa iniziativa >>.

Scirubetta, Angelo Musolino

Degustazioni, show cooking, tanti i gusti creati ad hoc per l’evento. Interessante il contributo dei gelatieri nipponici che hanno ideato gelati e sorbetti con ingredienti che appartengono alla loro tradizione gastronomica: limone orientale e latte di cocco, cachi essiccato, caramello, cardamono, confettura di fagioli azuki e cioccolato, tanto per citarne alcuni.

Scirubetta, i gelati

Una bella contaminazione dunque che, ricordiamolo, è sempre un valore aggiunto. Protagonista il bergamotto, agrume identitario per eccellenza di Reggio Calabria, a cui è stata dedicata un’intera giornata conclusasi con il contest a tema gelato al bergamotto, appunto, il cui vincitore è stato KosuKo Shibano con il suo Kalamansi, agrume originario del sud – est asiatico. E poi fichi, mandorla di Avola, fichi d’India, ricotta, arancia di Ribera, zafferano, olio d’oliva: in altre parole il meglio di quella terra che una volta si chiamava Magna Grecia.

Scirubetta, Kosuke Shibano

Il gelato che è identità tutta italiana è anche veicolo di promozione della straordinaria biodiversità dei singoli territori che, di conseguenza, diventa “passaporto” delle nostre eccellenti filiere. È questo il filo rosso che è emerso dai tanti talk curati con la consueta professionalità, accompagnata dal loro entusiasmo travolgente che è prerogativa di chi ama davvero la propria terra, dai giornalisti Giovanna Pizzi e Francesco Mannarino, chiacchierate caratterizzate da importanti momenti di approfondimento ma anche da racconti emozionali ed emozionanti.

Scirubetta, Giovanna Pizzi

Scirubetta, Francesco Mannarino

Il gelato, così, come tutta la gastronomia è in divenire e le ultime tendenze sono orientate sicuramente verso una diminuzione degli zuccheri, ma ciò che resta fondamentale per la preparazione di un buon prodotto sono gli ingredienti che devono essere di qualità eccellente.

<<Scirubetta, così come gelato, significa patrimonio – ha detto Sergio Colucci presidente Gelato Word Cup -, quel patrimonio che continuiamo a portare in giro per il mondo e che è una nostra proprietà intellettuale. Ben vengano le contaminazioni provenienti da ogni parte del pianeta, ma ricordiamo che il gelato anche se realizzato in Cina, in Giappone o in Australia resta italiano>>.

Scirubetta, i talk. Da sinistra Francesco Mannarino, Marco Levati, Giuseppe Piffaretti, Giovanna Pizzi, Sergio Colatucci, Carmen Autuori e Luigi Cremona

 

Molto interessante il focus sulla produzione del gelato artigianale in riferimento alle nuove tendenze di mercato.

<<L’artigianalità e la famiglia sono sicuramente i due valori che appartengono alla piccola impresa e che hanno fatto grande il Made in Italy – ha sostenuto Barbara Guerra Co-curatrice delle guide 50 Top Pizza e 50 Topo Italy -. E questa peculiarità appartiene anche ai maestri gelatieri che fanno ricerca, innovano, esaltano i sapori degli straordinari prodotti del loro territorio. Tuttavia, anche in questo settore la tendenza è verso la creazione di modelli replicabili anche in altri Paesi che, però, conservano la stessa ricerca della qualità tipica dell’artigianato tentando di realizzare dei modelli più consoni ad un’economia di tipo globale in termini di redditività e creazione di posti di lavoro>>.

Scirubetta, i maestri gelatieri al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

I numeri di Scirubetta – Festival del Gelato Artigianale sono andati oltre ogni aspettativa: circa centomila presenze.

<<Il grande successo di Scirubetta è da attribuirsi ad uno straordinario gioco di squadra che, ancora una volta dimostra quanto sia importante correre tutti per un unico obiettivo: il successo di un territorio – conclude Giovanna Pizzi -. Il gelato ha dimostrato di essere veicolo di promozione di un territorio. Una tela bianca, pronta ad accogliere eccellenti materie prime, ma anche la storia e la memoria di questa terra a partire dalla scirubetta la cui origine affonda nella notte dei tempi, fino a proiettare Reggio Calabria quale capitale del gelato artigianale>>.

 

2 Commenti

  1. Non ho visitato “Scirubetta”, alcuni impegni me lo hanno impedito, ma mi compiaccio della riuscita dell’evento. Quel che voglio dire, da consumatore e da estimatore della vera artigianalità della pasticceria e della gelateria è questo: Reggio Calabria e provincia, specialmente Taurianova, possono vantare un primato che imparato dalla scuola siciliana, che è stata maestra dopo la fine della guerra. I gelati al gusto di bergamotto e mango di Catona (RC), quelli al gusto di nocciola che sono di elevatissima qualità nel Bar Pasticceria di Taurianova (RC) che ha partecipato all’evento, sono un biglietto da visita internazionale. Non è un’affermazione da “Cicero pro domo sua”, comprendo le innovazioni, le contaminazioni, le “provocazioni” che la gastronomia e anche la pasticceria a volte propongono, ma noi siamo la Calabria, dirimpettai dell’amica Sicilia. Non abbiamo bisogno di fonderci e confonderci. Nobilitiamo le nostre risorse millenarie, come anche l’olio extravergine d’oliva che su alcuni gusti di gelato ne esalta il sapore. Accogliamo entusiasti il mango, che non ci appartiene come pianta autoctona, ma si sposa eccellentemente con l’humus e il sole che risplende sul pezzo di terra che da Catona va sino a Reggio.

    1. Gentile Domenico, innanzitutto grazie per il commento. Peccato non sia potuto essere presente a quest’ultima edizione di Scirubetta che è stata davvero straordinaria. Le assicuro che tutti i prodotti da lei citati sono stati ampiamente valorizzati. Credo, ad ogni modo, che la differenza (in senso positivo) l’abbia fatta anche il respiro internazionale che si è voluto dare all’evento. Sono fortemente convinta che le contaminazioni sono sempre un arricchimento, come ho scritto nell’articolo. Non si tratta di “fonderci e confonderci”. Come ha ben spiegato Sergio Colalucci presidente di Gelato Word Cup, il gelato ovunque venga realizzato resta sempre patrimonio identitario italiano.

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