A cena con l’enologo: “Sangiovese un’anima mille sfumature”. Sold out all’Osteria Mest di Arezzo
di Fabio Panci
Grande successo per la serata dal titolo “A cena con l’enologo, il Sangiovese, un’anima e mille sfumature” svoltasi giovedì 24 Marzo ad Arezzo sotto l’insegna del Progetto De..Gusto, mia personale sfida su un nuovo modo di comunicare il mondo del vino, e con la graditissima partecipazione dell’enologo Valentino Ciarla. Nei bellissimi locali dell’Osteria Mest ricavati all’interno di una vera e propria bottega vasariana, a soli due passi dall’affascinante Piazza Grande, lo chef Francesco Mastronardi ci ha deliziato con autentiche creazioni artistiche, con la parte estetica fusa perfettamente con il lato godurioso di ogni singolo piatto.
Materie prime di assoluta qualità, unite ad una cucina di grande classe, dove i profumi e successivamente le consistenze in bocca hanno portato i commensali a compiere un piacevole viaggio di gusto, si sono accompagnate a ben 5 espressioni del vitigno toscano per eccellenza, sua maestà il Sangiovese. Il bravissimo enologo Valentino Ciarla ha alternato discorsi più prettamente tecnici, facendo riferimento al comportamento del sangiovese in base ai diversi terreni ed alle tecniche in cantina, ad interessanti racconti sulla sua vita professionale, sempre in viaggio, tra un’azienda e l’altra in Italia ma anche all’estero ad esempio in Francia, Sudafrica, Sudamerica.
Arrivando al menù la serata si è aperta con l’uovo del casentino cotto a bassa temperatura con capperi e bottarga. La delicatezza e la leggera sensazione di pastosità in bocca dell’uovo, esaltato dalla parte aromatica della bottarga e del cappero, hanno trovato un degno alleato nella freschezza e nei grandi profumi dello Stellare 2011 metodo classico Azienda Le Chiuse di Montalcino.
Il secondo antipasto composto da una piccola galantina di coniglio con giardiniera agrodolce, semplice solo all’apparenza considerando la presenza nel piatto di diverse espressioni della carne stessa, ha messo a dura prova l’ecletticità del Rosato 2013 della Fattoria Casabianca di Murlo soprattutto nel difficile abbinamento con l’agrodolce delle verdure.
Passando al primo piatto, lo chef ha voluto stupirci con uno gnocco ripieno di stracotto d’anatra con una crema di pecorino leggermente agrumata. La complessità della preparazione, con un perfetto connubio tra anatra e scorza d’arancia, ha reso necessario la discesa in campo del primo grande vino rosso della serata il Ceneo Montecucco Doc 2010, in formato magnum, dell’azienda Begnardi di Monteantico. Lo stesso enologo ci aveva avvertito della possibilità di rimanere spiazzati dalla parte olfattiva e successivamente gustativa di questa espressione di sangiovese, in purezza senza utilizzo di legno, e così è stato. Un vino avvolgente, con tannino delicato, bella morbidezza e rotondità di beva ci ha portato spesso fuori strada, costringendoci piacevolmente a ri-degustarlo ed a scoprire altre caratteristiche espressive del sangiovese.
Sul piatto forte della serata, quaglia farcita con pistacchi e mele, il palato degli intervenuti è stato messo a dura prova dalla presenza di ben tre calici, contenenti oltre al Montecucco Doc 2010, anche un Chianti Classico Docg 2010 Fattoria Poggiopiano zona San Casciano Val di Pesa, e per concludere in bellezza un Brunello di Montalcino 2007 azienda Capanne Ricci. Confermando la sorpresa per la duttilità in abbinamento del Montecucco, con un Brunello un po’ in sordina forse anche complice un’annata non straordinaria per l’alfiere di Montalcino, ai punti ne è uscito vincitore il Chianti Classico. Il terroir di San Casciano ha fatto sprigionare al vino grande complessità olfattiva, beva facile con alcol presente ma accuratamente bilanciato dal tannino ed acidità, con chiusura sapida perfetta per ripulire la bocca.
In conclusione una serata piacevole che ha dimostrato la straordinaria duttilità del sangiovese, partendo dalle bollicine, passando per il solo acciaio e terminando con lunghi affinamenti in legno, la grande professionalità e simpatia dell’enologo Ciarla e l’aver centrato l’obiettivo del progetto De..Gusto, quello di togliere filtri alla comunicazione del vino facendo interfacciare direttamente il consumatore finale con il produttore/enologo/addetto ai lavori che di volta in volta ci onorerà della sua presenza.